In una città viva e partecipe restano ancora molte tensioni, legate alle appartenenze politiche. Che portano spesso conseguenze paradossali. Ma educazione e convivenza civile sono valori che appartengono a tutti
Barcellona Pozzo di Gotto è una città viva e controversa. E altrettanto vivaci sono i suoi cittadini che, nel bene e nel male, contribuiscono alla sua crescita. Le tensioni, ovviamente, non mancano, con risultati spesso paradossali.
Indicativo è l'episodio occorso a un privato che, con la sua azienda, aveva aderito al bando “Adotta un'aiuola”, prendendosi la briga di riqualificare l'intera piazza del monumento a Peppe a Cannuneri, a titolo gratuito, gestendola per i futuri cinque anni. Alcuni soggetti hanno infatti “denunciato” il privato, insinuando che non avesse le autorizzazioni necessarie allo svolgimento dei lavori. Circostanza seccamente smentita dallo stesso, che ha mostrato tutte le carte attestanti la regolarità delle sue azioni.
Se dunque è lecito assicurarsi che chi effettua dei lavori pubblici, anche se a titolo gratuito, sia regolarmente autorizzato, a suscitare qualche perplessità sono le modalità subdole che qualcuno ha utilizzato per la verifica. L'accusa è quella di comportarsi in maniera faziosa, anteponendo le appartenenze politiche al bene della città. Un'accusa ricorrente, che emerge spesso quando i barcellonesi parlano delle loro spiagge. Da tempo associazioni e cittadini portano avanti la pulizia del litorale, e da tempo si denuncia l'inciviltà di chi di questo se ne frega, rovinando ore di lavoro volontario. A colpire, però, sono le accuse “interne” che, spesso, sfociano nella solita discussione politica. Chi denuncia il degrado lo fa per attaccare il nuovo sindaco o la ex amministrazione, o solo per amore della propria città? E i volontari? Sono tutti mossi da un grande senso civico o vogliono mettersi in mostra, o semplicemente si prendono cura della loro città solo quando c'è un sindaco “amico”? Su queste accuse si sviluppano interminabili litigi, che culminano di solito con minacce di querele, quando non fisiche.
Un clima, dunque, da piena campagna elettorale, tanto che qualcuno ha ironicamente fondato una “Comunità di disintossicazione elettorale”, invitando a mettere in secondo piano le differenze, soprattutto su questioni che riguardano educazione e convivenza civile piuttosto che le appartenenze politiche. Un invito che non sembra essere destinato al successo; e, tuttavia, c'è una nota positiva: l'interesse per la cosa pubblica, nei barcellonesi, sembra davvero alto, e c'è tanta voglia di partecipazione, in una città da molti descritta come un “deserto civile”.
Giovanni Passalacqua