Malumori per gli albergatori della Città dello Jonio dove si alimentano i dubbi che gli introiti della tassa di soggiorno non vengano utilizzati per promuovere il territorio. A Modica, per ovviare a questo genere di problemi, si è trovato un compromesso tra amministrazione e operatori turistici
Ha destato tanto scalpore agli albori, ma gradualmente la tassa di soggiorno è stata adottata da Nord a Sud. In Sicilia, che è una delle regioni meno colpite dalla relativa tassazione fino a questo momento, spiccano le mete di turismo più gettonate e le grandi città. Presente naturalmente Taormina dove il balzello ha fruttato per l’anno 2013 un milione e mezzo alle casse del comune, parallelamente a un flusso positivo dal punto di vista turistico, sebbene per lo più straniero. Ciò nonostante, la riconferma della tassa sembra essere in forse per il 2014 e sta alimentando la discussione a Palazzo dei Giurati, spaccando il consiglio comunale sulla decisione di mantenerla o meno. La Città del Centauro, in verità, non si trova nella posizione di poter rinunciare all’importante entrata, ma l’insoddisfazione arriva dagli albergatori che non hanno trovato riscontro rispetto ai presupposti iniziali. Gli introiti della tassa dovrebbero essere destinati al finanziamento di interventi in campo turistico, recupero di beni culturali e ambientali e promozione della città, mentre sembra che poco sia stato fatto in tal senso. Non dimentichiamo che a Taormina la tassazione arriva sino a 2,50 € per le strutture alberghiere a 5 stelle. Con un milione e mezzo di introiti, ci aspetteremmo una piccola Svizzera dal punto di vista della pulizia di strade e spiagge e poi trasporti efficienti e, naturalmente, una buona programmazione di eventi. Nonostante le iniziative intraprese per destagionalizzare i flussi turistici, diversi dubbi aleggiano sul reale utilizzo degli introiti. Pagare 2 euro o più al giorno per albergare non è mai piacevole, ma se il servizio reso è ineccepibile allora il turista è disposto a chiudere un occhio, talvolta anche due, e anche l’albergatore è contento. A Taormina, al momento, invece, nessuno gioisce troppo per l’andamento delle cose. Invece di abolire la tassa di soggiorno, si potrebbe pensare a una soluzione che garantisca il reinvestimento reale degli introiti sul territorio, sulla base del “modello Modica”. Quando, nel giugno scorso, l’amministrazione della città ragusana – 55 mila abitanti, territorio collinare calato nel miglior barocco siciliano dove convivono il vecchio e il nuovo e che dal 2002 è, insieme alla Val di Noto, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco – ha proposto l’introduzione della tassa di soggiorno (poi fissata a un massimo di 2 euro), c’è stata la rivolta degli albergatori. Si è dunque giunti a un compromesso: il 90% dei proventi confluirà nel “Consorzio operatori turistici della città di Modica” creato ad hoc per gestire le attività di promozione del territorio e gli amministratori del consorzio, albergatori del luogo, lavoreranno a titolo gratuito, ripagati esclusivamente dalla soddisfazione di vedere la loro città crescere.
Giusy Briguglio