Tra le reazioni della società civile, un sit-in previsto questo pomeriggio di fronte al polo sportivo, contro le modalità di accoglienza messe in atto dalla Prefettura di Messina
Seicento persone al PalaNebiolo e la città si divide tra chi rispolvera vecchi razzismi e porta alla ribalta nuove xenofobie e una società civile che, già scandalizzata dall’accoglienza nelle tende, reagisce indignata alla riapertura del Palazzetto Sportivo. “Una vergogna inaccettabile per tutta la comunità messinese” così la definisce il comunicato che annuncia il sit-in di fronte al PalaNebiolo indetto da cittadini ed attivisti di vari movimenti ed associazioni per questo pomeriggio alle 17,30, che titola, significativamente “No al lager per migranti a Messina”. Nel comunicato dell’evento viene ribadita la necessità di “un’accoglienza solidale” e dichiarato che “Messina non può diventare un’altra Mineo”. Il richiamo al "Cara" più grande d’Europa – quello di Mineo appunto – dove quasi quattromila persone attendono per anni la convocazione di fronte alla Commissione per avere una risposta alla loro richiesta d’asilo in condizioni di vita tutt’altro che dignitose, evoca la possibilità, suggerita dal Ministero degli Interni, di utilizzare la Caserma dismessa di Bisconte per realizzare alloggi per la prima accoglienza dei migranti. Un opzione che i membri di Rifondazione Comunista, ribadendo un precedente comunicato, vedono come l’alba di un futuro che vedrà un mega "Cara", come Mineo, sorgere in pieno centro urbano. Lungimirante uno dei primi commenti del Circolo Arci Thomas Sankara: “Speriamo non sia una forzatura per aprire caserme e poi trasformarle in 'Cara'. Ci sembra l’ennesimo atto plateale per rafforzare l’immagine di una emergenza inesistente, speriamo che Messina non si pieghi a queste logiche che da Bossi ad Alfano sono sempre le stesse”.
“Resto sbalordito dalla scelta di rendere nuovamente disponibile il Palazzetto sportivo – ha commentato Francesco D’Uva, deputato nazionale dei 5 Stelle, più volte attore di ispezioni al PalaNebiolo – Come ho potuto più volte constatare, a seguito di ispezioni alla tendopoli montata sul campo da baseball della struttura del Pala Nebiolo, Messina non dispone di luoghi adeguati a fronteggiare queste emergenze umanitarie. Per questo mi auguro che il sindaco Renato Accorinti, che su queste tematiche ha fatto scuola, prenda una posizione forte e chiara nei confronti di un Governo che al momento, escludendo qualche passerella fotografica, risulta essere completamente distaccato dalla realtà”.
E al sindaco Accorinti si rivolgono anche i membri di Vento dello Stretto, tramite il responsabile alla legalità Antonio De Domenico: “Una simile gestione dell’emergenza, umilia i messinesi e prima ancora i migranti stessi. Riteniamo opportuno che il sindaco Accorinti e i nostri rappresentanti in Parlamento facciano sentire la loro voce, la Sicilia non può essere abbandonata nella gestione delle emergenze, e nemmeno – ordinariamente – nella gestione dei flussi migratori. Prima di promettere accoglienza, che forse mai potremo garantire nel pieno rispetto di condizioni igieniche e diritti umani, dobbiamo guardare alle reali possibilità di questa città. Crediamo che l’Amministrazione debba interrogarsi. Un’accoglienza non all’altezza, oltre a non rendere merito alla città, reca danno anche ai migranti che si ritrovano in spazi angusti e in condizioni igienico-sanitarie alquanto precarie”.
(Eleonora Corace)
Se non sai fare non fare, perchè se fai combini guai peggiori.
Per aiutare gli altri prima di tutto devi essere a posto con te stesso e Messina non è a posto con nessuno.
Se la Prefettura prende certi assurdi provedimenti è perchè dall’altra parte nessuno è capace di farsi sentire in modo adeguato alla necessità.
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ULTIMORA::: ah ah ah ..ALLA FINE ANCHE PADRE RENATO DI CALCUTTA ha ammesso di essere il solito che invita i parenti lontanì sperando che non vengano mai a casa sua…..
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