Raggiunto un accordo transattivo nell'ambito del fallimento della Sogas, la Società di gestione dell'aeroporto dello Stretto. Il rischio, per la Città Metropolitana di Messina, era di dover pagare diversi milioni di euro
MESSINA – Per anni la Provincia di Messina, oggi Città Metropolitana, ha "buttato" soldi per l'aeroporto di Reggio Calabria, a fronte di benefici minimi, se non nulli, per i messinesi. Fin quando la Sogas, la Società di gestione dell'aeroporto dello Stretto, è fallita. Oggi l'aeroporto di Reggio è guidato dalla Sacal, Società di gestione degli aeroporti calabresi, che si occupa anche degli scali di Lamezia e Crotone.
La partita si chiude con una buona notizia, perché il rischio era di dover pagare ancora. E' frutto, infatti, di una transazione, grazie al lavoro dei servizi "Affari legali" e "Partecipate" e degli avvocati incaricati dall'ente, Guido Barbaro, Salvatore Giambò e Fabio Sfravara.
Sono stati definiti ben undici impegnativi ed articolati giudizi, chiudendo un contenzioso aperto nel 2014, senza l’assunzione di obblighi finanziari da parte dell’Ente nei confronti della società fallita. La Città Metropolitana di Messina è stata ammessa al passivo del fallimento della Sogas per una cifra di 200mila euro.
Gli unici ad avvantaggiarsi della gestione fallimentare dell’aeroporto di Reggio sono stati i politici messinesi, che, con la macchina di servizio, arrivavano alla scaletta dell’aereo, con il biglietto pagato dalla collettività.
Il Minniti è stato un aeroporto gestito solo per i quattro gatti reggini che dovevano andare a sbrigare i loro affari a Roma o a Milano, fregandosene dei Messinesi, costretti ad alzarsi alle 03.00 e a tornare alle 02.00, vista l’esiguità del numero dei voli.
Meglio Catania, con decine di voli.
Reggio deve essere chiuso.
Inutile, antieconomico, con costi di gestione spaventosi a fronte degli inesistenti vantaggi per l’utenza.