Pronto il piano di riequilibrio versione seconda. Escluse le partecipate dagli schemi di transazione

Pronto il piano di riequilibrio versione seconda. Escluse le partecipate dagli schemi di transazione

Danila La Torre

Pronto il piano di riequilibrio versione seconda. Escluse le partecipate dagli schemi di transazione

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giovedì 22 Gennaio 2015 - 23:04

Ad illustrare le novità della manovra finanziaria è l’assessore al bilancio e vice-sindaco, Guido Signorino che parla di un « piano di riequilibrio ancora più robusto, sostenibile e credibile». La delibera sullo schema di accordi transattivi prevede una procedura speciale per le società partecipate

A palazzo Zanca continua il tour de force in vista del 28 gennaio, termine entro il quale il Comune dovrà inviare al Ministero i correttivi al piano decennale di riequilibrio. La giunta Accorinti ha approvato, insieme al contratto di servizio con l’Atm (vedi articolo a parte), la delibera di rimodulazione della manovra finanziaria, rivista e corretta secondo le prescrizioni pervenute da Roma lo scorso 29 dicembre con nota firmata dal dirigente ministeriale Giancarlo Verde.

Ad illustrare le novità è l’assessore al bilancio e vice-sindaco, Guido Signorino che parla di un « piano di riequilibrio ancora più robusto, sostenibile e credibile», divenuto «un possibile strumento per il rilancio delle attività in città».

Gli elementi nuovi riguardano: 1) la durata del piano e il connesso incremento di risorse disponibili; 2) la possibilità di utilizzare le risorse pubbliche per il soddisfacimento immediato dei crediti; 3) l’evoluzione di una parte del contenzioso in direzione favorevole all’amministrazione. «Nel complesso– spiega Signorino nella nota- il piano dispone adesso di maggiori risorse, con un minor assorbimento potenziale o latente. Inoltre il lavoro svolto nel 2014 consente di rispettare gli impegni che erano stati preventivati, dando credibilità alla manovra di riequilibrio che è stata posta in essere».

Il provvedimento esitato in serata dall’esecutivo di Palazzo Zanca passerà adesso al vaglio del Collegio dei revisori dei conti, delle sei Circoscrizioni cittadine e contestualmente approderà in Commissione bilancio; l’ultima tappa sarà in Consiglio comunale, a cui spetterà l’ultima parola. Poi, il provvedimento sarà “imballato” e spedito al Ministero, che concluderà la fase istruttoria e passerà la palla alla Corte di Conti per il giudizio finale della magistratura contabile, il più temuto sia dal sindaco e dagli assessori che dai consiglieri comunali.

Come spiegato dal direttore/segretario generale Antonio Le Donne (vedi correlato), sul piano di riequilibrio si concentrano le speranze dell’amministrazione di risanare l’ente e dare un po’ respiro all’economia cittadina, allontanando lo spettro del dissesto , che dal 2012 aleggia sulla casa comunale. Le risorse stanziate per Messina nel Fondo di rotazione nazionale, che dovrebbero aggirarsi sui 70milioni di euro, permetteranno al Comune di saldare i debiti con quell’esercito di 13.700 creditori che da anni bussano alle porte di Palazzo Zanca. Per facilitare l’operazione, martedì scorso, la giunta Accorinti ha dato via libera alla delibera sugli schemi di accordo con i creditori, stabilendo le modalità che regoleranno le transazioni.

«Il Comune – sottolinea Signorino – sarà in grado di offrire ai suoi creditori (circa 13.500 soggetti) il pagamento delle spettanze dovute fino a 50.000 euro, potendo saldare la rimanente parte entro il 2016 (dietro accordo transattivo) o, in alternativa, dilazionando il dovuto per l’intera durata del piano (fino al 2023)».

Anche il vice-sindaco esattamente come il segretario/direttore generale è convinto che «l’approvazione del piano consentirà di sbloccare i crediti in tempo brevissimo, favorendo fornitori, aziende, professionisti e singoli cittadini che potranno ricevere il dovuto perché, come voluto dall’amministrazione Accorinti, i trasferimenti del Governo sono adesso utilizzabili proprio per pagare le transazioni del piano di riequilibrio».

Secondo quanto espressamente specificato nella delibera relativa alle transazioni, lo schema di accordo non potrà essere applicato alle società partecipate e questo perché «per la natura del soggetto creditore e del credito concernente l’attività delle aziende partecipate, natura che vede contemporaneamente la caratteristica di creditore e debitore , sia del Comune di Messina che delle Aziende, il percorso transattivo necessita di speciali procedure da adottare con appositi e separati provvedimenti»

Danila La Torre

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