La denuncia di 14 donne abusate all'ospedale di Sant'Agata Militello portò alla sospensione del camice bianco nel 2018
Patti – E’ esemplare la condanna adottata dal Tribunale di Patti (presidente Scavuzzo) per l’ostetrico sospeso nel 2018 dall’ospedale di Sant’Agata di Militello dopo le denunce di alcune donne. Ben quattordici le parti offese, per lo più giovanissime, una anche minorenne, che hanno raccontato di essere state palpeggiate in maniera anomala dall’ostetrico quando erano più indifese, nelle prime fasi del travaglio o durante il tracciato, prima del parto.
La sentenza
La sentenza per il sanitario di 67 anni, difeso dagli avvocati Giuseppe D’Anna e Massimiliano Fabio, è di condanna a 7 anni e 7 mesi per violenza sessuale aggravata. L’uomo è stato sospeso dalla professione per tre anni, dai pubblici uffici e dalla curatela o amministrazione di sostegno in perpetuo e avrà un anno di sorveglianza speciale, durante il quale dovrà evitare i luoghi frequentati dalle minorenni e dovrà informare le forze dell’Ordine dei suoi spostamenti.
La denuncia di 14 vittime
L’ostetrico dovrà anche pagare le spese legali alle vittime e risarcirle civilmente. Sono state le 14 partorienti a raccontare tutto ai carabinieri di Santo Stefano di Camastra, che hanno ricostruito diversi episodi anomali, avvenuti nel 2017, che avevano messo in allarme anche la direzione ospedaliera. L’indagine è sfociata nella sospensione per un anno dell’uomo dal servizio, nel 2018.
Incubo in ospedale
I racconti delle vittime sono tutti più o meno coincidenti. Durante il tracciato o durante il travaglio, nelle prime fasi del parto, avendo letteralmente sotto le mani le donne seminude, indifese e bloccate, l’ostetrico ha palpeggiato l’inguine o il seno in maniera talmente poco professionale da spaventarle. Una di loro lo ha bloccato urlando e chiamando il marito in sala parto. Le più giovani, nuove alle visite, inizialmente hanno taciuto. Ma quando hanno capito che non si trattava di manovre mediche, ma di abusi, hanno denunciato tutto anche loro. In aula hanno sfilato tutte come testimoni, raccontando il loro incubo personale in ospedale. Tra loro una giovanissima partoriente, parte civile assistita dall’avvocato Giovanni Mannuccia.
Perché non ne scrivete il nome? Del resto è suo il comportamento offensivo
Finalmente una condanna esemplare. Complimenti al team di Giudici del tribunale di Patti!