Fine di un iter burocratico lunghissimo. Si apre il cantiere di una delle opere attese da più tempo, strada importantissima per la zona centro sud della città
465 giorni a partire da oggi. Il Consorzio Medil da Benevento ha presentato un’offerta migliorativa rispetto a quella prevista dal bando di gara e il traguardo è, quindi, fissato all'11 marzo 2020, fra un anno e tre mesi. E sembra davvero poco, soprattutto se si paragona agli oltre 25 anni trascorsi dal 2 aprile 1993, quando fu approvato il progetto preliminare della nuova via don Blasco. Da allora un iter burocratico tortuoso, una lunghissima serie di ostacoli fino all’ultimo.
Lo scorso 16 marzo il Genio Civile di Messina aveva dato il via libera alla consegna dei lavori, almeno sui due terzi del percorso, e il 27 marzo era arrivato il via libera anche da parte dell’ufficio di Messina dell’assessorato regionale. Ma lo stesso assessorato, da Palermo, il 18 aprile ha stoppato tutto e chiesto una nuova valutazione ambientale, per poi sconfessare sé stesso il 31 ottobre e dire che non era necessaria. Sei mesi persi, come se non fossero bastati gli anni precedenti (VEDI QUI).
LA PRIMA FASE dei LAVORI
Tutto passato, perché finalmente le firme sulla consegna dei lavori sono state poste. E’ una consegna integrale, mancano alcune autorizzazioni sui tratti della rampa dal cavalcavia e in via Santa Cecilia ma si otterranno ad opera in corso e, nel frattempo, l’azienda sannita potrà aprire il cantiere nelle ex aree ferroviarie, iniziando i lavori su quattro punti per un totale di 1500 metri, e una spesa, per la prima fase, di 8 milioni 197mila euro: proprio nell’ex scalo merci (400 metri, tronco 4, 1 milione 920mila euro), sul viale Europa basso, lì dove sarà realizzata una rotatoria e coperto il torrente (tronco 5, 200 metri, 4 milioni 436mila euro), in via Industriale (tronco 6, 180 metri, 595mila euro) e in via Acireale (tronchi 10 e 11, 720 metri, 1 milione 244mila euro), l’ultimo tratto del percorso che poi incrocia con la via Enrico Fermi, la parte a valle del viale Gazzi, sotto via Bonino. Prevista una produzione giornaliera per un importo pari a 45mila euro, settimanale a 227mila euro, mensile a 900mila euro. Ci sarà un Sal, Stato di avanzamento lavori, ogni mese e mezzo, il primo sarà a fine gennaio per 2 milioni. Ogni tronco ha un tempo di realizzazione e potrà essere aperto anche prima della fine totale dei lavori. "Ovviamente non faremo lo strato di asfalto finale perché sennò sarebbe usurato già prima della fine dei lavori" – spiega il direttore dei lavori, l'ing. Antonio Rizzo. "All'inizio sarà impiegata una decina di lavoratori – prosegue -, poi diventeranno venti e, in determinate fasi, trenta. Alcuni di loro saranno messinesi. L'opera dovrà essere conclusa in 320 giorni lavorativi, considerati dal lunedì al venerdì, festivi esclusi, si arriva così a 465 giorni consecutivi". Da Flavian Basile, presidente del Consorzio Medil, l’impegno a rispettare i tempi: “Siamo abituati a farlo – dice -. L’11 marzo 2020 è già segnato in rosso sul nostro calendario. A parte eventi imponderabili, che si possono verificare quando si realizzano opere in ambito urbano, possiamo farcela. Anzi, esorto tutti a cooperare per superare eventuali criticità. Abbiamo aspettato 13 mesi dalla firma del contratto, 20 mesi dall’aggiudicazione, ora siamo finalmente pronti”. L’opera è cofinanziata dall’Autorità Portuale perché “rappresenta l’ultimo miglio – dichiara il segretario generale dell’Authority, Ettore Gentile – tra il porto storico e la viabilità ordinaria. L’obiettivo è quello di proseguire, in futuro, con la via del mare, per la quale abbiamo firmato un’intesa col Comune” (VEDI QUI).
I NODI del PERCORSO: LA RAMPA DAL CAVALCAVIA e le CASE D’ARRIGO
La via don Blasco inizia dalla rampa in ripida discesa dal cavalcavia, entrambi non sono in buone condizioni. Per il cavalcavia stanno per partire le prime verifiche (VEDI QUI) e anche per la rampa “è stata appaltata una diagnosi – dice il vicesindaco e assessore ai lavori pubblici, Salvatore Mondello – per capire se siano necessarie opere particolari o meno”. Altro nodo è quello delle case D’Arrigo. “Abbiamo l’elenco definitivo – prosegue -, sono 36 nuclei familiari, dei quali 27 legittimi assegnatari e 9 no. Ma tutti e 36 avranno la casa tra le 424 per le quali ci è stata fatta proposta di acquisto. Abbiamo incaricato un gruppo di tecnici, con cifre banali, per valutarle e la metà ha già superato il primo screening. Saranno acquistate coi fondi Pon Metro”. La fine lavori, su questo tronco, è prevista al 4 novembre 2019, quindi entro quella data dovranno essere consegnate le case. Tra le idee di Mondello, anche quella di prolungare il capolinea sud del tram verso valle, per allargare la via Enrico Fermi, nella parte compresa tra via Acireale e via Bonino.
IL FUTURO DI MESSINA: VIA DON BLASCO e PORTO di TREMESTIERI
Oggi è un giorno importante per Messina. Non solo la consegna della nuova via don Blasco, ma anche l’avvio concreto dei lavori per il porto di Tremestieri. E’ previsto in serata l'arrivo della draga Rex Primo, che dovrà portar via i primi 150mila metri cubi di sedimenti che, ad ogni sciroccata, insabbiano il vecchio porto. Non solo, quindi, un nuovo porto in prospettiva, ma anche la salvaguardia di quello attuale. Questi lavori sono stati consegnati lo scorso 9 novembre e avranno una durata di 840 giorni, quindi la fine è prevista al 1. marzo 2021. Anzi le opere vere e proprie dovranno essere pronte il 12 giugno 2020, ma il porto non entrerà in funzione prima di altri nove mesi, necessari per collaudi, prove di navigazione e messa in esercizio (VEDI QUI).
Da contratto, quindi, se i tempi verranno rispettati, la nuova via don Blasco sarà pronta un anno prima rispetto al porto di Tremestieri. E in quest’anno sarà solcata dai tir che si muovono sulla linea Messina – Salerno. Poi, però, anche questi dovranno andare a Tremestieri e la via don Blasco sarà un’alternativa stradale fondamentale ad uso preponderante dei messinesi. Con la speranza che, magari, nel tratto tra il cavalcavia e la via Santa Cecilia, si riesca a creare un lungomare degno di tal nome, liberando l’affaccio e la vista sullo Stretto, trasferendo a Larderia le attività che da decenni lo coprono, come previsto dal Prusst (VEDI QUI).
(Marco Ipsale)