La presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile scrive al segretario regionale del Pd Fausto Raciti invitandolo a fissare al più presto la data del Congresso. Mentre i vertici regionali del partito hanno congelato ogni decisione sul commissariamento, probabilmente in attesa della sentenza del Cga sul ricorso elettorale, c'è chi prova a "suonare la sveglia". Ma un partito non può essere "ostaggio" di una politica alla Ponzio Pilato come quella dei vertici regionali.
I vertici regionali del Pd non hanno neanche un cromosoma del partito nazionale di Renzi,del suo attivismo, della sua determinazione. Sul caso Messina, ad esempio, hanno mostrato lo stesso piglio decisionista di Ponzio Pilato.
Per la verità il segretario regionale Fausto Raciti, cuperliano di ferro, eletto con le primarie di febbraio in base ad un bislacco accordo renziani-cuperliani- Crocetta, dimenticato due ore dopo la chiusura delle urne, anche nel resto dell’isola è alle prese con una serie di grane che non riesce a risolvere. In questi giorni ha già sbottato “se volete sfiduciatemi”. Ma al di là dei fatti regionali e di rapporti ormai ai minimi storici con un governatore sempre più solo al comando, è il caso del Pd di Messina che ci interessa più da vicino e che il partito regionale non ha alcuna intenzione di affrontare. L’inerzia e l’attendismo dimostrati sin da febbraio sono frutto non solo della mancata volontà di dare risposte, ma probabilmente anche del timore di “dare un dispiacere” all’ area Genovesiana e allo stesso deputato. Nonostante sin da inizio anno la situazione esplosiva del Pd dello Stretto fosse più che nota, attraverso decine di lettere e segnalazioni delle varie correnti che chiedevano le dimissioni del segretario provinciale Basilio Ridolfo, i vertici regionali hanno preferito rinviare, ora con un alibi, ora con un altro. Lo stesso Ridolfo ad aprile ha presentato le dimissioni, subito dopo la richiesta d’arresto nei confronti di Francantonio Genovese, rimaste senza risposta per un mese, poi congelate per un altro, durante le Europee, e adesso non si sa se si sta pensando all’ibernazione delle dimissioni stesse. Il Pd è praticamente immobile e a nulla sono servite ore ed ore riunioni, compresa quella fiume di tre settimane fa, sette ore di consultazioni in stile Napolitano con il segretario organizzativo regionale Rubino (vedi articolo allegato) e poi di nuovo il silenzio.
I maligni sostengono che i vertici regionali del Pd siano in attesa della sentenza del Cga sull’appello al ricorso per l’elezione di Accorinti.
In sostanza, per evitare di prendere decisioni che potrebbero risultare sgradite, qualora il Cga dovesse aprire le porte al ricorso, preferiscono non sbilanciarsi e non fare scelte drastiche, come il commissariamento richiesto dai renziani, per non pestare i piedi a nessuno. Di tutt’altro avviso i genovesiani e a quanto pare anche i due deputati regionali Filippo Panarello e Giuseppe Laccoto, propensi ad una riedizione corretta dell’accordo di ottobre che ha portato alla segreteria Ridolfo.
Pensare che le sorti della segreteria e del congresso del Pd di Messina debbano essere legate alle decisioni del Cga equivale a non aver capito niente della situazione incancrenita nel partito e soprattutto a voler chiudere il coperchio di una pentola in ebollizione.
A suonare la sveglia al Pd regionale stavolta non sono i renziani, ma la presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, con una nota inviata al segretario regionale Raciti e con la quale chiede di fissare la data del Congresso locale del Pd per riavviare un motore spento da troppo tempo: “Si desidera rappresentare la condizione di grave stallo delle attività necessarie ad un'ottimale riorganizzazione e radicamento del nuovo corso nel territorio. Le numerose rassicurazioni ottenute in merito ad un'immediata indizione del Congresso Provinciale e più volte disattese, hanno sfiduciato la base locale e condotto il partito all'anarchia gestionale”.
Di fatto il partito a Messina non esiste più, né come struttura organizzativa né come strumento di partecipazione alla vita politica, né come luogo di dibattito e confronto. In questo momento ogni singola corrente va per i fatti suoi e non esiste neanche una sede fisica dove litigare o affrontare le varie tematiche.
“Si sottolinea- prosegue la Barrile- che il numero consistente di Consiglieri Comunali del PD, ben 13, non coinvolti preventivamente rispetto recenti esternazioni mediatiche di esponenti delle aree renziana e civatiana, non hanno potuto esprimere la linea maggioritaria. La città ha espresso, nelle ultime competizioni elettorali, un grande consenso verso il partito con il 32% delle preferenze e Messina ha il diritto di esigere scelte chiare e politicamente corrette al fine, oltretutto, di non far deflettere il risultato raggiunto”.
Il rischio è che quanti alle Europee si sono riavvicinati al Pd (ma probabilmente l’effetto Renzi è stato più forte di tutto) vedendo un partito locale dilaniato come da mesi, tornino ad allontanarsene. Emilia Barrile chiede quindi “che venga fissata la data ufficiale del Congresso in cui poter esprimere una linea comune e condivisa a livello locale ed in cui scaturiscano linee guida ed elezioni democratiche del Direttivo provinciale e comunale”.
Occorre poi capire con quali regole e quali tesseramenti si andrà al Congresso, se mai il Pd regionale dovesse battere un colpo e rispondere, perché sono i punti sottolineati da civatiani e renziani.
Se sul fatto che il Pd possa finalmente trovare l’unione e la condivisione si possono avere perplessità, sul fatto che il partito debba essere messo in condizioni di ricostruirsi non ci sono dubbi. Il problema è cosa decideranno di fare i vertici regionali, se continuare con la politica di Ponzio Pilato o dare una chance al Pd messinese per rinascere.
Rosaria Brancato
Cara presidente del consiglio , sei una giocatrice di casinò che ha puntato tre numeri alla roulette centrandoli , dovresti sapere che c’è molta differenza tra professionista e fortunata .
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Barrile ahahahahahahaha!!! Ma chi è??
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Questo sì che è un articolo bislacco !
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Sul ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa faccio gli scongiuri, tie tie tie, sarebbe una IAUTTURA per Messina Felice CALABRO’ sindaco, espressione del vecchio PARTITO DEMOCRATICO, responsabile dall’opposizione del disastro economico, finanziario e morale del nostro Municipio. Fino a quando i renziani doc della prima ora non guideranno il partito, servirà al gruppo dirigente un bagno rigenerativo all’opposizione, intendo quella costruttiva, altrimenti i messinesi del CENTROSINISTRA li puniranno nuovamente. Lette le motivazioni del TAR è IMPOSSIBILE un ribaltamento della sentenza di primo grado, I M P O S S I B I L E.
Sul ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa faccio gli scongiuri, tie tie tie, sarebbe una IAUTTURA per Messina Felice CALABRO’ sindaco, espressione del vecchio PARTITO DEMOCRATICO, responsabile dall’opposizione del disastro economico, finanziario e morale del nostro Municipio. Fino a quando i renziani doc della prima ora non guideranno il partito, servirà al gruppo dirigente un bagno rigenerativo all’opposizione, intendo quella costruttiva, altrimenti i messinesi del CENTROSINISTRA li puniranno nuovamente. Lette le motivazioni del TAR è IMPOSSIBILE un ribaltamento della sentenza di primo grado, I M P O S S I B I L E.
Questo Mariedit è un professore tuttologo , eravamo abituati alle sue dissertazioni sul bilancio , ora s’intende pure di diritto amministrativo .
Questo Mariedit è un professore tuttologo , eravamo abituati alle sue dissertazioni sul bilancio , ora s’intende pure di diritto amministrativo .