"Storia di una ladra di libri", tratto da un best seller di Markus Zusak

“Storia di una ladra di libri”, tratto da un best seller di Markus Zusak

Tosi Siragusa

“Storia di una ladra di libri”, tratto da un best seller di Markus Zusak

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martedì 25 Marzo 2014 - 11:13

Il lungometraggio è incentrato sul salvataggio di libri, attraverso uno pseudo furto, che in realtà vuol scardinare il concetto stesso di proprietà e rappresentare una sfida al sistema

Graditissima anteprima al Multisala Apollo di Messina di questo lungometraggio, di prossima uscita, tratto dal bestseller di Markus Zusak “La bambina che salvava i libri” – storia vera, ambientata in Germania durante la IIaguerra mondiale – sceneggiato da Michael Petroni e diretto da Brian Percival. Anche l’ambientazione della pellicola è in una cittadina tedesca in epoca nazista, in quei periodi bui e pericolosi, quando la malvagità era assai diffusa, ma erano comunque presenti piccole – grandi storie di umanità, unitamente alla capacità di una comunità di brava gente di sperimentare la bellezza anche durante la repressione delle coscienze e della libertà di espressione. Protagonista è la giovanissima e ribelle Liesel Meminger, magicamente resa da Sophie Nélisse, adottata da una coppia che aderisce solo fintamente al regime, la irritabile e trasandata Rosa, interpretata dalla grande Emily Watson (invecchiata per l’occasione) ed il mite Hans Hubermann, inscenato magistralmente da Geoffrey Rush. La madre vera di Liesel, interpretata da Heike Makatsch, ormai incapace di mantenerla ed in pericolo in quanto comunista, deve, infatti, affidarla ai nuovi genitori e la ragazzina, peraltro già stravolta dalla recentissima morte del fratellino (durante il percorso di fuga), fatica parecchio a ritrovarsi in quella nuova esistenza, che è per lei difficile, sia a casa, che a scuola… A casa la madre adottiva è infatti apparentemente bisbetica e sembra averla accolta controvoglia… a scuola è schernita perché non sa ancora leggere… ma un validissimo aiuto le giunge dal papà, che la segue nel percorso di apprendimento, durante le loro notti insonni. Il primo libro che Liesel leggerà è “Il manuale del becchino”, che istintivamente aveva rubato al funerale del fratellino.

L’amore per i libri della protagonista trova poi concretizzazione quando, durante un rogo di testi non ariani, organizzato dai nazisti, decide di salvarne uno… dando così inizio ad un percorso di conoscenza, che porta la “furfante” a pensare con la propria testa, mentre supera gli iniziali problemi con la famiglia adottiva e rinsalda i suoi legami con il territorio e con quella gente semplice, che rimane umana nonostante il regime. Il lungometraggio è dunque incentrato sul salvataggio di libri, attraverso uno pseudo furto, che in realtà vuol scardinare il concetto stesso di proprietà e rappresentare una sfida al sistema. Altri personaggi clou della pellicola sono Rudy, il vicino di casa, impersonato da Nico Liersch, che diviene amico fedele di Liesel, che prende in giro continuamente e della quale si innamora ed il padre Alex Steiner, reso da Oliver Stokowski… e giganteggia anche il giovane ebreo Max, interpretato da Ben Schnetzer, al quale il padre di Liesel è legato da un antico debito di coscienza e che per questo viene nascosto nella cantina degli Hubermann e diviene per la ragazzina un fratello maggiore, simbioticamente legati come sono anche dalla passione per la lettura.

Fra le riprese indimenticabili si annovera quella di Liesel e Rudy, che urlano il proprio odio contro Hitler, durante una catartica passeggiata (notevole la scenografia di Simon Elliot). Il personaggio della Morte è narratore invisibile quasi naturale del romanzo e stesso ruolo ha anche nel film e la voce, dai toni sapientemente ironici e leggeri, è davvero “giusta” – nella versione non doppiata, che si consiglia, è quella di Roger Allam, attore teatrale inglese – La Morte non può impedirsi di essere attratta da Liesel, la prende così a cuore da risparmiarla, falciandola solo quando è divenuta molto vecchia ed ha avuto una esistenza densissima e felice… Nonostante la tecnica riuscita, tale escamotage narrativo (della voce over) appare comunque artificioso ed un po’ patinato e questa è forse l’unica pecca della pellicola, che, per il resto, commuove senza eccessi di drammatizzazione e non scade mai nel sentimentalismo…, i personaggi non sono mai caricati… la stessa Ilsa, interpretata dall’attrice tedesca Barbara Auer, moglie del borgomastro, che accoglie Liesel nella sua grande biblioteca e la incita a leggere i libri, soccorrendola poi quando si ritrova sola… non è mai patetica nel suo ruolo… né Wolfang, membro del partito nazista e conoscente di Hans… è così terrificante… Un ringraziamento al Multisala Apollo per l’iniziativa e l’ottima scelta del film.

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