La sezione misure di prevenzione del Tribunale di Messina ha disposto la confisca dei beni dell'imprenditore orlandino Giuseppe Letizia. L'uomo aveva riportato condanne definitive ed era considerato vicino a Salvatore Giglia uomo del clan tortoriciano dei Bontempo Scavo. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Dda, Vito Di Giorgio.
Beni per tre milioni di euro, appartenenti all’imprenditore Giuseppe Letizia, 46 anni, titolare della ditta individuale “Saetta Espurghi” che opera nel settore della pulizia e disinfestazione dal 1996, sono stati confiscati dalla magistratura. Erano stati sequestrati nel luglio scorso ma, rispetto a quel provvedimento, gli inquirenti hanno aggiunto un’altra società, la “Ginevra Ambiente snc” intestata a Francesca e Salvatore Letizia. E’ stata, invece, restituita una Lancia Y di proprietà di Maria Catena Galipò. La confisca giunge a conclusione delle indagini condotte dal commissariato di Capo d’Orlando e coordinate dal sostituto procuratore della DDA Vito di Giorgio. Da qui il decreto emesso dai giudici della Sezione misure di prevenzione del Tribunale. Le indagini scattarono sulla scorta di alcuni reati, commessi tra il 2004 e il 2007, per i quali Letizia è stato condannato con sentenza definitiva, a due anni di reclusione per violenza privata con l’aggravante mafiosa. Secondo l’accusa l’imprenditore di Capo d’Orlando ha costretto un’impresa concorrente a cessare la propria attività ed alcuni soggetti istituzionali ad allestire gare pubbliche “addomesticate” in favore della propria impresa. Ma non è tutto perché a carico di Letizia c’è anche una condanna in primo grado a 5 anni e 4 mesi, del 2009, per un episodio di estorsione consumato nel 2002, con la complicità di Salvatore Giglia, ritenuto appartenente al clan tortoriciano dei Bontempo Scavo. L’imprenditore, infatti, con la complicità di Giglia, avrebbe costretto i titolari di una ditta concorrente a rinunciare ad un appalto del servizio annuale dei lavori di pulitura e disinfestazione delle grate e vasche di decantazione e interventi di liberazione dei tombini. Appalto che l’impresa concorrente si era regolarmente aggiudicato. Nel corso delle indagini gli investigatori hanno potuto accertare l’evidente sproporzione tra i redditi dichiarati e i valori dei beni acquistati. Nel 2002, anno cui l’imprenditore dichiarò un reddito pari a zero, acquistò un terreno edificabile a Capo d’Orlando del valore di 10 mila euro. Fra i beni confiscati a Letizia appartamenti, terreni e fabbricati in costruzione a Capo d’Orlando, auto, moto,conti correnti e titoli di credito e naturalmente la ditta individuale “Saetta Espurghi”.