Il manufatto era abbandonato da decenni nel convento di San Francesco di Paola. Grazie al lavoro dell'associazione ARS-ME e dei fedeli, è stato recuperato e trasportato nella Chiesa Madre. In attesa della ristrutturazione che interesserà il convento, finanziata nel Patto per il Sud
Proseguono le attività di recupero e salvaguardia del patrimonio artistico di Monforte San Giorgio. L'ARS-ME, sulla scia degli accordi presi con tutta la comunità monfortese, colloca un altro tassello importante per la difesa dei beni culturali della città, portando a termine il recupero di una grossa campana presente nella corte del Convento di San Francesco di Paola. La struttura, ormai completamente fatiscente e pericolante, rischiava di compromettere la custodia della campana e di altri oggetti attualmente presenti, tra cui una vara di fine ottocento e un leggio settecentesco, prossimi obiettivi dell’amministrazione e dell’associazione: grazie al finanziamento ricevuto con il Patto per la Sicilia, parte della struttura verrà messa in sicurezza e potrà essere resa nuovamente fruibile.
“È assurdo pensare alle condizioni in cui era conservata la campana" – spiega il presidente di ARS ME Pirrone – "il manufatto giaceva in stato di abbandono da lustri, coperto da un sacco di juta e inglobato da materiale di scarto edilizio, che ne ha intaccato la patina esterna". Le operazioni di salvataggio si sono svolte la mattina del 5 gennaio, grazie anche alla preziosa collaborazione di alcuni fedeli della Parrocchia di San Giorgio Martire, il tutto sotto l’attenta supervisione di padre Giuseppe Donia, uno tra i primi a voler portare a termine il trasporto. Insieme alla campana è stato recuperato anche il batacchio, ormai completamente arrugginito.
La campana, realizzata durante l’ultimo decennio XVIII secolo, è stata adagiata all'interno della Chiesa Madre, ed è visitabile dal pubblico entrando dall'ingresso laterale sinistro. Sulla quinta esterna sono raffigurate miniature di San Francesco di Paola da una parte, la Madonna col bambino dall'altra. Sopra, quattro fasce incise in lingua latina. Nella prima fascia si legge: IMI CHS + AVDITORES VT SINT FIDELES DEI 8 ANXIE VERBI ++ ; nella seconda: NEVM OPVS MINIMI CVRAPVNT HOC FACERE FRATRES + ANNO A PARTV VIRC; nella terza: GVBERNANTE in MONFORTENSI CONTV P F FRANCO + ELVCESCENTE MENSE IVNIO II 90; nella quarta: TRDVSIO FVNDITOR TORTORENSIS + FR FRANC TARDIF + LO SGIOTTO LECI MR + M IOSEPH.
Grande soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Monforte, Giuseppe Cannistrà, il quale, oltre ad elogiare l’impegno del Presidente di ARS ME e dei componenti dell’Associazione, ha ringraziato tutti coloro che hanno collaborato a questa importante operazione di salvataggio: dal parroco Giuseppe Donia, ai fedeli, ad Antonio Nastasi e a quanti, a vario titolo e in ogni forma, si sono dimostrati sensibili verso questa ed altre iniziative. "Anni di incuria e menefreghismo hanno irreversibilmente danneggiato e talvolta distrutto opere e manufatti straordinari, testimonianze della lunga storia della nostra comunità, dai connotati unici ed eccezionali" – ha dichiarato il primo cittadino – "nonostante le difficoltà e la precarietà delle condizioni nelle quali il più delle volte si opera, è comunque encomiabile il lavoro svolto da chi sente ardere dentro sé la passione e l’amore verso il sapere, verso la storia e verso tutto ciò che l’ingegno umano ha saputo produrre nel corso dei secoli. Un plauso dunque all’associazione ARS ME, con la quale questa amministrazione e la comunità di Monforte San Giorgio si pregiano di collaborare".