Lobby dei servizi sociali, la parola al Riesame. Le intercettazioni

Lobby dei servizi sociali, la parola al Riesame. Le intercettazioni

Alessandra Serio

Lobby dei servizi sociali, la parola al Riesame. Le intercettazioni

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domenica 13 Settembre 2015 - 22:39

La Procura chiederà la misura per i sindaci di Patti e di Librizzi, mentre le quattro persone ai domiciliari mirano alla liberazione. Le intercettazioni della Polizia hanno rivelato il legame tra politica e cooperative. Ecco i dialoghi alla vigilia delle amministrative 2011 tra Gullo, Cappadona e Pontillo, diviso tra il Pd locale e il "dominus" Santi Formica. Gli affari immobiliari e le mire su Barcellona.

Comincia oggi l’udienza davanti al Tribunale del Riesame per ridiscutere le misure adottate nell’ambito dell’inchiesta Patti e Affari. La Procura guidata da Rosa Raffa ha chiesto al collegio del Riesame di decretare il divieto di dimora del sindaco Mauro Aquino, l’assessore Nicola Molica e Renato Cilona, primo cittadino di Librizzi, come gli inquirenti avevano chiesto al Gip Ines Rigoli. Il giudice per le indagini preliminari, però, aveva negato l’arresto. Anche le quattro persone andate ai domiciliari e i tre che hanno il divieto di dimora hanno chiesto al Riesame di rivedere le loro posizioni, e mirano alla liberazione totale.

L’inchiesta del Commissariato di Polizia del centro nebroideo ha ricostruito i retroscena di quattro anni di appalti nel settore dei servizi sociali, scoprendo che erano monopolizzati da una lobby che si muoveva tra politica ed amministrazione. Appalti pilotati, quindi, che avrebbero finito per abbassare la qualità del servizio reso agli utenti, nel caso specifico anziani e minori, perché per aggiudicarsi i servizi i coop dovevano in cambio, a politici e funzionari pubblici, l’assunzione di personale da loro segnalato, in qualche caso non qualificato. Clientelismo politico e affari, quindi, soprattutto in periodo elettorale.

Proprio al periodo caldo del 2011 si riferiscono buona parte delle conversazioni intercettate dalla Polizia. In particolare quelle che han visto protagonista Francesco Gullo, vice sindaco e assessore ai servizi sociali. L’esponente del Pd nella primavera di quell’anno era impegnato a sostenere la candidatura a sindaco del figlio Luigi Gullo. E per ottenere consensi spingeva, tra gli altri, su Michele Cappadona. “L’accordo elettorale tra i due appare inequivocabilmente confermato da una conversazione captata a pochi giorni dalle elezioni – scrive il GIP Rigoli nel provvedimento cautelare – da cui si evince come Gullo, con modalità perentorie, pretenda l’appoggio elettorale dai dipendenti di Cappadona. In occasione del colloquio (al quale prende parte anche Domenico Pontillo, candidato al consiglio comunale ndr) Gullo sollecita con insistenza l’imprenditore ad intervenire su tale (omissis) per spingere entrambe le figlie a votare a sostegno della candidatura a sindaco di Gullo Luigi”.

Gullo: Ci sono due persone che lavorano da Michele

Pontillo: eh

G: (…) che lavorano da Michele e votano per Calabria, loro e tutta la loro famiglia votano te come candidato e poi per sindaco votano Calabria

P: sicuro sei che votano per me?

G: dì a Michele di intervenire, sicuro al 100%, dì a Michele di intervenire perché li sono qualche dieci

P: stiamo parlando di quella che è zita con..

G: di quella raga…di quelle due (…) che lavorano da lui (…)

P: e non ti confondere, noi altri se prendiamo voto ne prendiamo uno di quelli, una, una sola

G: ma queste qui lavorano tutte e due da Michele

P: e lo so, lo so, infatti mio padrino ha le palle in forte

G: e non votano? Votano a te e Calabria

P: una, una se vota per me non lo sappiamo, infatti mio padrino…

G: ma scusa una cosa, se abbiamo queste che sono dipendenti di come si chiama…

P: e lo so, ci sono pure dipendenti che non votano per me

G: Passami Michele

(Omissis)

G: vota Mimmo Pontillo e Calabria

Cappadona: Mimmo Pontillo e chi?

G: e Calabria, associato a Calabria

C: questa qua domani mattina la butto fuori dal lavoro

G: lei e tutta la sua famiglia C: tutta la sua famiglia mi sembra strano

G: dico C: mi danno un solo voto

G: vedi questa cosa

C: va bene, domani mattina, puoi stare tranquillo

G… lunedì li mandi a casa, bello chiaro e tondo

C: ci sono dubbi? Io stesso te l’ho detto prima

La candidatura di Pontillo col centro sinistra, è lui stesso a spiegarlo parlando con Tindaro Giuttari, sostenitore del centro destra, in un’altra conversazione intercettata nel periodo elettorale.

Pontillo spiega all’amico – scrive il Gip Rigoli – che Francesco Gullo aveva richiesto a Michele Cappadona un candidato in grado di convogliare voti a sostegno di Luigi Gullo e il Cappadona aveva quindi spinto il Pontillo a candidarsi. Cappadona si era determinato in tal senso sia al fine di compiacere la richiesta di Gullo sia considerato il presumibile successo della candidatura del Pontillo, al fine di garantirsi un risultato politico utile anche in caso di sconfitta di Luigi Gullo così da non rimanere fuori da tutte cose".

Parlando, Pontillo rimarca anche il ruolo determinante di Cappadona.

Pontillo: minchia contento sei, finalmente sei contento che ho fatto questa scelta nonostante mi hai criticato

Giuttari: no, io ti ho criticato, io ho sempre sostenuto che eri vittima di una pressione, non ti ho criticato.

P: sì ma vedi che tu, come lo sapevi tu, lo sapevo io, ma si è rilevata così, si è rivelata tale, lo hai capito no, quanti voti gli hanno buttato a quei due? Loro come mai superavano cento..

G: non ho capito

(omissis)

P: no, ma io con il mio patrozzo ci siamo seduti, vedi che io ho chiarito anche la mia posizione con te, il mio patrozzo…mi disse a me di Giuttari non mi interessa niente, no assolutamente dice noi qua rischiamo di restare fuori da tutti i giochi, perché Gullo può perdere e ci sono le condizioni per poter perdere, questi mi forzano che vogliono un consigliere comunale, io che devo fare, io ci devo mettere un cristiano là per prendere 40 voti, restiamo fuori da tutte cose, allora cerchiamo di prendere cento voti mettendoti tu ed abbiamo il consigliere comunale, poi vediamo che dobbiamo fare. Giusto o no? L’abbiamo ragionata così con lui

G: no, questo ragionamento ha un significato

P: ehh

G: perché giustamente…

P: ma io che ti ho detto? Tu, quando noi altri ne parlammo, gli dissi pure a tuo figlio, martedì te lo spiego perché mi sono messo in lista, e questa è la spiegazione, quindi…

G: ma io era una cosa, era una cosa che intuivo, non è che non intuivo, ma tu capisci che lotta, quanto io ho lavorato sotto tono ed ho dovuto inghiottire bocconi amari, tu non lo sai il rinfacciamento di tutti, perché la nostra posizione fra me e te

P: eh, vedi che però non ti ho levato neanche un voto

G: ma lascia perdere, questo non vuol dire

P: non ho cercato, cioè, questi sono segnali evidenti che io non..

G: sì ma tu praticamente, dico se tu, puoi pure dire di me, io non è che feci il cavallo pazzo, tu puoi dire di me che io mi misi a fare, basta ti ho detto questa cosa in salute mi costa molto e mi è costata, perché francamente tu devi capire dico io nella mia posizione tu lo sai che neanche a Santi Formica ne ho parlato di questa cosa? Lui magari lo apprenderà dai giornali, ma lui non sa niente in questo momento

P: ma poi glielo spieghiamo

L’accordo politico Cappadona-Gullo, scrivono ancora gli inquirenti di Patti – sarebbe in auge anche dopo le elezioni, tanto che a gennaio dell’anno dopo Tindaro Giuttari parlando con Giorgio De Luca, consigliere comunale di maggioranza della precedente Giunta Venuto, quindi di centro sinistra, parlando della gara per il servizio di assistenza domiciliare anziani deliberata a fine 2011 dal Comune di Patti, criticano il “voltafaccia” di Cappadona che pur essendo stato favorito dall’assessore regionale Santi Formica che gli aveva permesso di ottenere due corsi nel 2011, aveva appoggiato Francesco Gullo. De Luca allora gli fa chiaramente capire che Cappadona all’epoca della sindacatura Venuto era stato favorito dall’allora assessore Gullo, quindi doveva contraccambiare il favore in periodo elettorale. Nella conversazione, i due parlano della volontà del duo Pontillo- Cappadona di chiudere l’operazione in vista di “allargarsi” nel proprio settore di interesse anche su Barcellona. E fanno cenno a operazioni immobiliari legate ai corsi di formazione.

Giuttari (Omissis)..ma che fa, ma poi oltre a questo, quello che ha sbagliato tutte cose è stato Michele Cappadona. Tu che minchia fai, dopo che tu hai avuto due corsi dati da Formica, mi prendi a Mimmo Pontillo, io ieri sono stato una giornata con Santino Formica

De Luca: Due corsi, ma quei due corsi come sono finiti, quei due corsi che gli ha finanziato allora, che gli ha dato ad inizio anno a Michele li ha sempre…

G:certo! li sta rinnovando di anno in anno no? Secondo te che fa?

DL: gli ha dato due corsi

G: poi prendi e spacchi, per giunta Formica gli ha dato due corsi, poi si è seduto con Nania a trattare..incomprensibile…

DL: …incomprensibile…Natalino

G: sì vabbè ma con Natalino che c’entrava, a Formica io l’ho preso, a me li ha caricati, nel mio conto

DL: si allora..incomprensibile..Natalino..lo ricordo

G: Formica li ha messi nel mio conto, e lui va a fare un’operazione del genere perché doveva cercare di accaparrarsi la simpatia per ottenere qualcosa su Barcellona..

DL: uhm

G: al comune, minchia non gli faccio manco, ma dice guarda una pulce non la deve prendere

DL: E Pontillo come si schiera?

G: Pontillo non le sa queste cose, che gli dico queste cose che cazzo ne sa

DL: ma lui cerca di garantirlo a Cappadona?

G: secondo me sì, cerca di non farlo capire ma cerca di garantirlo…perché io su questa cosa che dice lui che gli serve (…) gli faccio le guerre più forti che ci possano essere, non mi interessa un cazzo,

DL: va bè Michele, lui ha mangiato…

G: sì ma ti voglio dire, può essere, ma lui non doveva fare niente, il candidato non doveva fare, non glielo doveva dare (…) e che garantisca per lui ora, no che io dico alla fine pure che voleva fare il candidato, pezzo di merda, non mi candidare Mimmo Pontillo tu sai che ha fatto l’assessore per noi, tu sai che rapporto ho io, com’è combinato là da Formica, che cazzo è, io ho dovuto fare tutto un giro sotto banco, per fargli capire a Formica che lo mettevano là, mi sono dovuto mettere d’accordo con Pontillo quanto veniva da Formica per dirgli sono candidato là, ma sono…ma scusami io come ne uscivo…

DL: non gli poteva dire no Pontillo

G: Minchia è suo figlioccio, cosa vuol dire è il presidente di una cooperativa là con lui, non glielo poteva dire, si è comprato gli immobili dietro la stazione e lui se li è affittati a 500 euro al mese, i due magazzini per fare i corsi, erano, sono troppo impelagati

DL: un giro, minchia…cose

G: un giro nel senso che sono andato da Formica e gli ho detto vedi che questo si candida là ma è sempre uno dei nostri come finiscono le cose poi un domani si vede, no con l’avallo di Mimmo Pontillo che è un figlio di puttana e che ho capito che con me, che lui praticamente era in una situazione, dice che non ha come fare, non posso fare niente, posso fare solo che scompaio da qua e me ne vado…

DL: vabbè, ma a lui glie è andata bene che alla fine si è accreditato pure con formica

G: sì però dico non era il caso

DL: però certo questo si poteva evitare, metteva ad un altro, gli portava 40..50 voti a Gullo e via invece di fare..

(Alessandra Serio)

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