Patti, una scultura per salvare il mare. Il progetto di S.e.a lovers

Patti, una scultura per salvare il mare. Il progetto di S.e.a lovers

Redazione

Patti, una scultura per salvare il mare. Il progetto di S.e.a lovers

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mercoledì 30 Giugno 2021 - 07:00

Collocata sul lungomare, è stata donata dal movimento under 30 che lotta contro l'inquinamento marino

Una scultura con l’obiettivo di sensibilizzare tutti quanti contro l’inquinamento ambientale. Raffigura pesci che mangiano la plastica riversata in mare ed è stata donata al Comune di Patti dal gruppo ambientalista S.e.a. lovers.

L’opera, creata in collaborazione con i carristi del luogo -“Cantiere giovani di belle speranze”- è stata collocata in piazza Alioto ed è costituita da tre pesci in resina e onde in ferro rivestito da bottiglie di plastica. C’è stato pure il contributo artistico degli studenti dell’IIS “Borghese Faranda”, che hanno realizzato un cartello con la Sicilia creata attraverso tappi di bottiglia e il supporto economico di alcune realtà locali, aziende e cittadini.

S.e.a. Lovers Carandino Lisi Tripi
S.e.a. lovers Carandino, Lisi. Tripi

“Si tratta di tre pesci di ferro che mangiano la plastica- racconta il palermitano Gianluca Carandino, co-fondatore di S.e.a. Lovers di cui fanno parte pure i messinesi Pietro Lisi e Luca Tripi- All’interno della scultura ci sono rifiuti plastici e il suo obiettivo è sensibilizzare le persone sul fatto che tutto quello che buttiamo in mare lo mangiano i pesci e poi noi li mangiamo, è una cosa ciclica. Quello che butti ritorna indietro come un boomerang”.

Nato nel giugno del 2020, “Sea Lovers” è un gruppo under 30 ed organizza periodicamente giornate di pulizia sulle spiagge e a volte anche nei fondali marini di Patti, Gioiosa Marea, San Giorgio e Barcellona. Nel giro di nove mesi è arrivato a contare oltre 40 partecipanti e una media di una trentina di sacchi di rifiuti a evento, oltre che collaborazioni di rilievo, come quella con il diving della zona e di molte realtà locali.

“Tentiamo di esaltare e salvaguardare il territorio in cui viviamo- afferma Gianluca Carandino- Durante il periodo estivo organizziamo una serie di giornate di raccolta, mentre nel periodo del lockdown ci siamo concentrati sui social, dove pubblichiamo post a scopo scientifico, raccontiamo delle specie animali e di come l’uomo stia distruggendo l’ambiente”.

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