Presentato l'importante strumento per il contenimento del passivo negli Enti locali, che prende le mosse da una sentenza della Corte costituzionale
REGGIO CALABRIA – Una firma ‘illustre’ – quella dell’ormai ex presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, nelle stesse ore fuori da Palazzo Chigi causa crisi di Governo – per cancellare, si spera bene in via del tutto definitiva!, il debito che già la “prima” amministrazione Falcomatà s’era ritrovata sul groppone.
Anche se, naturalmente, la firma alla convenzione che recepisce l’intesa già trovata coi Ministeri dell’Interno e dell’Economia (stamane rappresentati ‘in remoto’ da due dirigenti, rispettivamente Antonio Colaianni e Salvatore Bilardo) e assegna in via definitiva l’erogazione di 138 milioni di euro al Comune di Reggio Calabria, sancendo che sarà effettuata gradualmente nel giro di vent’anni, è stata apposta da Paolo Brunetti quale sindaco facente funzioni, vista la sospensione per 18 mesi toccata a Giuseppe Falcomatà ai sensi della “Severino” per la condanna in primo grado di giudizio nel ‘processo Miramare’.
Strumento per sole tre città in tutt’Italia
Visto che Palermo – si apprende in queste ore – dirà “no” alla stipula della convenzione, l’Ente della città dello Stretto sarà fra gli unici tre in tutt’Italia a beneficiare di questo strumento di contenimento del deficit locale.
«Si tratta di un lavoro certosino, fatto di norme e di numeri: un traguardo importantissimo, magari non ‘si tocca’ con mano – così l’assessore comunale al Bilancio Irene Calabrò –, ma gli addetti ai lavori sanno bene che è di portata enorme. I tempi per l’inizio delle erogazioni? Questo non dipende da noi. Così come non dipende esclusivamente da noi il rispetto della parte dell’accordo che riguarda il contrasto all’evasione, che sarà proseguita dalla società in house Hermes».
Già. Perché è vero, tutto parte da un Governo “politico” e pienamente legittimato (era il 2020). Ma a dir la verità, oggi si parla di questo tipo di strumento soprattutto in funzione di una sentenza storica, termine abusato ma che per quanto attiene al mix fra giurisprudenza costituzionale e amministrazione delle pubbliche finanze in questo caso non potrebbe essere più adeguato alla portata del pronunciamento numero 115 del 23 giugno 2020 del Giudice delle leggi…
La ‘sentenza 115’ della Corte costituzionale
Una sentenza che, hanno ricordato quasi all’unisono Colaianni e Bilardo nei loro interventi in videocollegamento, è andata a censurare non tanto la rimodulazione cronologica presente del ‘nuovo’ Piano di riequilibrio finanziario pluriennale del Comune dello Stretto, quanto «il meccanismo di manipolazione del deficit che consente di sottostimare, attraverso la strumentale tenuta di più disavanzi, l’accantonamento annuale finalizzato al risanamento».
Un verdetto che farà ampiamente giurisprudenza, e che pone l’accento su una questione molto precisa: «Il principio dell’equilibrio di bilancio non corrisponde ad un formale pareggio contabile», ma va considerato frutto del parametro della «stabilità economica di media e lunga durata, nell’ambito della quale la responsabilità politica del mandato elettorale si esercita», senza che vengano lasciate «‘eredità’ finanziariamente onerose e indefinite ai loro successori e ai futuri amministrati».
Ecco perché è del tutto (logico e) legittimo il ‘salvaReggio’.
…A proposito di eredità…
Ribadito a più riprese sia da Brunetti sia dalla Calabrò che la sottoscrizione del Patto per Reggio da parte di Draghi è un risultato ottenuto fondamentalmente dal sindaco sospeso Falcomatà. Un’eredità, questa sì, considerata positiva. «Sarebbe bene che qualcuno che parla a sproposito ricordasse come ‘ci guardavano’ in precedenza: Reggio Calabria era considerato un problema».
Una volta ancora, caccia agli evasori
…Non va però sottovalutato il ruolo di Palazzo San Giorgio.
Decisivo l’impegno della società in house Hermes per smascherare i “contribuenti-fantasma”: evasori totali che rendono costosi e insopportabili tributi comunali come la Tari.
Lo spettro della possibile alienazione
….E poi, come evidenziato dallo stesso direttore generale dell’Ente Demetrio Barreca, una parte singolare la giocheranno il patrimonio comunale e l’Invimit (società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia).
Il 30% delle somme sarà erogato direttamente dall’Inail, che diventerà comproprietaria al 30% di alcuni immobili comunali di pregio che resteranno dell’Ente solo al 70% e potranno poi essere valorizzati (a partire dal Centro direzionale di Sant’Anna, una volta liberati i locali per il trasferimento al nuovo Tribunale di via del Gelsomino) oppure venduti all’asta, previo specifico bando.
...Ipotesi che occorrerebbe soppesare con grande attenzione, questa; specie da soggetti politici che – in un recente passato – ebbero a tuonare, e a giusta ragione, per la prospettata alienazione di alcuni dei “gioielli di famiglia” appartenenti al patrimonio dell’Ente.