Pd Messina, De Domenico: "Oggi il partito ha bisogno di unità"

Pd Messina, De Domenico: “Oggi il partito ha bisogno di unità”

Rosaria Brancato

Pd Messina, De Domenico: “Oggi il partito ha bisogno di unità”

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venerdì 05 Luglio 2019 - 08:01

"La direzione Pd è già stata convocata per il 15. Tra Roma e Palermo sono in corso cambiamenti, oggi è il momento a Messina di restare uniti"

Ritengo che oggi più che mai vi sia bisogno di unità e serenità nell’affrontare il confronto. E lo dico io, che potrei invece essere risentito di alcune distorsioni nel rappresentare una vicenda giuridica che non è affatto conclusa, né tantomeno scontata. Il Pd ha bisogno di unità e di un dibattito non avvelenato da questioni personali. Il 15 luglio peraltro, già da tempo è stata fissata la direzione del partito”.

Usa toni pacati il deputato regionale Franco De Domenico nel commentare lo scontro appena iniziato in casa Pd sulla gestione del partito. Se anche proviamo a “stuzzicarlo” con le domande lui non usa il fendente su nessuno, preferisce ribadire che l’unica strada è quella del dialogo. Anche per motivi tattici, dal momento che sia a livello nazionale che regionale il quadro non è ancora definito. Proprio in questi giorni infatti è attesa la decisione sul ricorso che pende in merito all’elezione (senza avversari) del segretario regionale Davide Faraone, avvenuta in un clima di fuoco…..

Le polemiche

Il tema della segreteria provinciale di Starvaggi, troppo sbilanciata su Laccoto– prosegue De Domenico- lo sollevai un anno fa in direzione, in tempi non sospetti. Oggi la situazione è molto complessa, esasperare gli animi non serve. Alle primarie non ho votato Zingaretti, ma è il mio segretario nazionale e come tale lo considero. Zingaretti oggi rappresenta l’unica speranza per il Pd di restare unito. Dobbiamo chiaramente capire se intende spostare l’asse troppo a sinistra. Quindi dobbiamo attendere questi movimenti nazionali”.

Allo stesso modo De Domenico è cauto sulla gestione Starvaggi che è da due anni il segretario provinciale del Pd eletto all’unanimità.

Secondo De Domenico far scoppiare la guerra oggi, senza sapere in quali direzioni andranno le cose a Roma ed a Palermo sarebbe un errore. Le decisioni che saranno prese in merito al ricorso per la segreteria Faraone infatti potrebbero cambiare gli scenari.

La direzione Pd

Al di là di queste considerazioni tecniche ve ne sono altre-prosegue De Domenico– La prossima settimana, il 12 luglio, sarà infatti a Messina al Royal la vice segretaria nazionale De Micheli e sarà sicuramente un momento di confronto. Il 15 ci sarà la direzione provinciale, tutte sedi per discutere dei temi che riguardano il partito che, vorrei ricordare, ha avuto a Messina per le Europee un grande risultato, frutto di unità e non di divisioni”.

Quanto al nodo segretario cittadino, che manca dall’ormai preistorico marzo 2013, il deputato regionale sottolinea come, qualora non si trovasse unanimità sul nome ma fosse necessario un congresso, si dovrebbe comunque rimandare tutto a quando saranno prese le decisioni sul ricorso regionale.

Io dico, chiariamoci le idee, stabiliamo cosa vogliamo fare, quali sono le tematiche da affrontare e poi viene il resto. Non possiamo litigare se non sappiamo neanche su cosa litigare…. Non funziona così. Chiariamoci su cosa vogliamo fare e poi, se è il caso litighiamo, ma non possiamo fare il contrario. E’ paradossale”.

La querelle con Laccoto

Per quanto riguarda la querelle in corso con l’ex deputato regionale Pippo Laccoto (attualmente anche nuovamente sindaco di Brolo), primo dei non eletti e che ha presentato ricorso contro De Domenico, quest’ultimo ha affidato le sue considerazioni ad un post su facebook.

La questione infatti ha registrato la decisione della Corte Costituzionale (chiamata in causa per l’ipotesi d’incostituzionalità della norma regionale in materia d’incompatibilità) che nei giorni scorsi ha rinviato il caso al Tribunale di Palermo.

Il ricorso di Laccoto- scrive De Domenico su facebook– si basa su una interpretazione della confusa normativa siciliana, che se fosse vera comporterebbe: da un lato che la nostra sarebbe l’unica Regione d’Italia in cui vige l’ineleggibilità del Direttore Generale di una Università Statale (che non riceve contributi di funzionamento dalla Regione), pur non essendo lo stesso organo deliberante (esiste il CDA); dall’altro il medesimo ordinamento regionale prevedrebbe l’eleggibilità del Rettore della medesima Università Statale (come peraltro già accaduto). La Corte Costituzionale ha pronunciato una ordinanza di inammissibilità della questione di costituzionalità sollevata dal Tribunale di Palermo in quanto il Giudice remittente non avrebbe valutato tutta la normativa sulla materia, invitando lo stesso Giudice a riesaminare la fattispecie oggetto della questione alla luce di tale ulteriore normativa. Questo tipo di ordinanza non comporta una anticipazione di verdetti, né indicazioni vincolanti per il Giudice”.

Il futuro del Pd a Messina

De Domenico si sofferma poi sull’aspetto politico della vicenda, ricordando come alle Regionali del 2017 con oltre 11 mila voti è stato eletto all’Ars.Gli elettori del Pd hanno premiato volti nuovi, rappresentativi di una politica sul territorio, basata su azioni efficaci e progetti credibili, bocciando la vecchia élite della politica, senza idee, chiacchierata. Ma queste cariatidi della politica non intendono mollare, aggrappati come sono a quella poltrona che hanno tenuto per tanti anni, trascurando il territorio, non difendendo mai la nostra provincia, accettando tutto pur di restare a galla. Costoro hanno talmente bisogno di dare segnali di “esistenza politica” che si aggrappano ad una soluzione giudiziaria, dall’incerto risultato, pur di tornare ad occupare un posto che “politicamente” non gli spetta. Questa vicenda dovrebbe far riflettere tutti coloro che si occupano di politica ed in primis il PD, che è chiamato a scegliere da chi essere rappresentato tra: il vecchio ceto politico, che tanto danno ha fatto e che è responsabile di un crollo di consensi senza eguali, e, in alternativa, persone credibili, capaci, competenti, che  esprimono idee e progetti, ascoltano la gente nei propri territori; in definitiva, chi privilegia il dovere al potere, e non ha bisogno della politica per realizzare i propri obbiettivi nella vita, ma che alla politica intende dare e non prendere”.

Rosaria Brancato

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