Il segretario generale Alibrandi: "La conferma della nostra marginalità dalle dichiarazioni del ministro Urso sul made in Italy"
MESSINA – “La visita del ministro Urso a Palermo in occasione dell’apertura della Casa del Made in Italy conferma come per il governo regionale Messina non esiste”. A dirlo è il segretario generale della Cisl Messina, Antonino Alibrandi, dopo le parole dell’esponente politico in occasione della sua visita in Sicilia. Il ministro Urso ha parlato di tre grandi poli industriali nell’isola: Catania, Palermo e Priolo.
“Messina non è stata completamente citata – interviene Alibrandi – e questo ci preoccupa perché significa che il nostro territorio è fuori dalla dinamica degli investimenti per i comparti industriale, artigianali, florovivaistici e dell’agroalimentare, da parte della Regione Sicilia. Riteniamo assurdo che, al suo arrivo in Sicilia per parlare di investimenti in tutte le province, nessuno – a cominciare dal presidente Schifani – gli abbia parlato di Messina dove esiste un laminatoio che ha presentato da poco un grande piano di investimenti, che ha una Raffineria tra le migliori d’Europa, che ha lo stabilimento A2a che va verso un importante progetto di riconversione che va sostenuto. Un territorio dove è forte il tema del ponte sullo Stretto e dove c’è una vocazione naturale di cantieristica navale. Come se Messina non esistesse. Questo è il segnale chiaro di come la politica regionale tenga ai margini il territorio messinese”.
“I politici messinesi devono fare fronte comune”
E ancora: “Riteniamo che su questo aspetto ci sia una responsabilità condivisa tra tutti i soggetti che rappresentano la nostra provincia. Auspichiamo, quindi, che si faccia fronte comune tra tutti i rappresentanti politici messinesi a livello nazionale e regionale”.
Per Alibrandi, Messina deve “tornare ad essere priorità per il governo regionale perché abbiamo grandi gruppi, la possibilità di recuperare le aree industriali e artigianali abbandonate, un comparto florovivaistico e agroalimentare di grandi potenzialità. Ma deve essere innanzitutto il presidente della Regione Schifani a intervenire ed illustrare il reale quadro industriale e produttivo siciliano, chiedendo al governo quegli investimenti necessari per rilanciarlo e potenziarlo”.
va be’ pure i sindacati fanno la loro parte
La regione Sicilia viene identificata come l’intero territorio dell’isola. Nella realtà l’isola, troppo grande, crea interessi contrapposti tra le città. Messina, immeditamente collegata al resto d’Italia attraverso lo Stretto, viene stritolata dagli interessi dell’asse Catania/Palermo, che hanno una posizione geografica meno favorevole ma sono forti a livello amministrativo. Questo gli consente di richiamare nel loro territorio strutture ed opere e di lasciare in completo abbandono il territorio messinese. La strada da percorrere è l’autonomia, sull’esempio di Trento e Bolzano o realizzare la regione dello Stretto con la vicina provincia di Reggio Calabria che soffre gli stessi problemi.
Perchè abbiamo una classe politica messinese?
Giusta la presa di posizione del sindacalista ma riguardo alla vocazione industriale del territorio bisogna essere obiettivi. Non è certo con questo governo regionale che è evidente lo scarso interesse della politica nei riguardi di Messina e questo nonostante in giunta ci siano politici messinesi. Il sindacalista dimentica che l’america è stata scoperta già nel 1492.
Grazie a una grande e lungimirante classe dirigente Messinese che si è fatta sempre notare. Poi da qualche anno a questa parte, grazie ai social, è una continua recita. Parafrasando Pirandello: uno, nessuno, centomila personaggi in cerca d’ autore. L’ autore sta a Ciuminisi e gli fa dire e fare ciò che gli conviene
Ma se ancora stiamo aspettando dopo mesi una risposta per l’acqua del Bufardo,cosa ci si può aspettare da una regione del genere,del resto il ministro Urso è originario di Catania,Schifani è palermitano,ognuno cura il suo orticello,certo questo non succede solo da oggi,,il tutto viene sempre diviso tra queste due città,con il beneplacido dei nostri politici,sia regionali che nazionali,i quali continuano a dormire tanto a loro lo stipendio arriva comunque,mentre i nostri figli in duemila l’anno vanno via.Vedete si parla tanto del ponte,io non sono per nulla salviniano,ma forse potrebbe essere la spinta per far crescere il nostro territorio,e portarlo all’attenzione del mondo intero,meditate no pontisti medidate,andate oltre la vs. ideologia,che va a giorni alterni,perchè se non si dovesse fare il ponte,null’altro verrà fatto nel nostro territorio,come nulla è stato fatto da 50 anni a questa parte,anche dagli stessi no pontisti politici,che sempre da oltre 50 anni dicono,prima le altre opere,strade,ferrovie,acqua,ecc ecc.,ma avete mai visto da questi politici qualcosa di serio che abbia sviluppato la nostra provincia