“C’è un grosso deficit di agibilità democratica”. Con queste dure parole, gli esponenti dell’area “Voltare pagina”, che sosteneva la candidatura di Teresa Piccione alla segreteria regionale del Pd, commentano gli ultimi accadimenti all’interno del dibattuto statutario del partito. Le primarie, che si sarebbero dovute effettuare domenica 16, hanno avuto un solo pretendente, Davide Faraone, rimasto solo a contendere a sé stesso la segreteria dopo il ritiro di Teresa Piccione. Una situazione che gli appartenenti a “Voltare pagina”, che a livello nazionale sposa la candidatura alla segreteria del partito di Nicola Zingaretti, governatore della regione Lazio, non va giù: “La maggioranza renziana – spiegano, ricalcando la posizione di Teresa Piccione – ha impedito lo svolgimento dei congressi dei Circoli e delle Federazioni provinciali, mortificando il libero dibattito degli iscritti e degli elettori e la loro partecipazione.
Non intendiamo concorrere a false primarie senza regole, soprattutto dopo manifestazioni e segnali evidenti ed inquietanti, della partecipazione di uomini estranei al Partito democratico, che inquinerebbero irrimediabilmente il risultato elettorale del congresso”.
“La legittimazione avviene prima dagli iscritti, che eleggono il 40 per cento dell'assemblea – continuano gli esponenti di “Voltare pagina” – questo non è avvenuto, ed è una palese violazione statutaria. Un partito si basa sulla legittimazione degli iscritti, dei simpatizzanti, e dei suoi elettori. Non può essere che chi vota per altri partiti determini le scelte dei gruppi dirigenti. Noi riteniamo – concludono – che bisogna tornare fra gli iscritti ed ai programmi, e da questi ripartire per un forte rinnovamento delle politiche”.
Mercoledì 19, alle ore 17 presso la chiesa di Santa Maria Alemanna, Teresa Piccione spiegherà a simpatizzanti e iscritti le ragioni del suo ritiro e puntualizzare le critiche alla gestione del Partito Democratico.