E' il consigliere comunale Libero Gioveni ad accendere i riflettori sulla questione risanamento, ricordando che la Regione tre anni fa aveva garantito un cospicuo finanziamento per portare avanti il risanamento in città. Gioveni evidenzia i tanti fronti ancora aperti e che attendono risposte
Dove sono finiti i 42 milioni di euro per il risanamento promessi dalla Regione tre anni fa? A chiederlo è il consigliere comunale Libero Gioveni, che accende i riflettori sugli ormai dimenticati fondi che la Regione annunciò già per l’anno 2014. Fondi che avrebbero dovuto dare seguito ai quasi 11 milioni euro parzialmente arrivati nel 2013 e utilizzati per il risanamento del complesso “Casa nostra” e per l’acquisto sul mercato di alloggi da destinare al risanamento di Fondo Fucile e all’emergenza abitativa, seppur si tratti i un iter non completato perché mancano ancora all’appello ben 27 alloggi dei complessivi 66 inseriti in graduatoria.
I 42 milioni – insiste il consigliere – sono fondamentali per una pianificazione a breve e a lunga scadenza per il risanamento dei vari ambiti; in particolare, infatti, il consigliere chiede che si faccia chiarezza e si programmino tempi e modalità di intervento.
In ballo ci sono tanti fronti aperti: il progetto per la realizzazione di 112 alloggi e di un parco di quartiere in località Bisconte, del quale non si hanno più notizie ufficiali; c’è il risanamento di Camaro S. Paolo basso (l’unico che manca per risanare l’intera zona), visto che in fase di costruzione e ultimazione ci sono già i 46 alloggi di Camaro Sottomontagna. Ciò consentirebbe anche di cancellare l’obbrobrio rappresentato dalle baracche che si affacciano sul viale di Camaro che si collega direttamente con lo svincolo di Messina Centro, che per i turisti che fanno ingresso nella nuova “città metropolitana” non costituisce certamente un bel biglietto da visita; c’è il completo Risanamento della baraccopoli di Fondo Fucile costituita da ben 140 famiglie, per le quali non possono certamente bastare gli acquisti sul mercato di alloggi; si aspetta un bando che regolamenti la mobilità negli alloggi popolari per sopravvenute modifiche dei requisiti originari (per esempio l’aumento dei componenti di un nucleo familiare che comporta l’assegnazione di un alloggio di superficie adeguata); ci piccoli fazzoletti di territorio in cui insistono a macchia di leopardo pochissimi nuclei familiari per le quali sarebbe necessario trovare una sistemazione per risanare intere aree; poi sarebbe opportuno un nuovo bando per l’assegnazione di alloggi popolari che manca esattamente dal marzo 2013 e che si rende necessario per soddisfare le legittime esigenze di quelle famiglie che in questi ultimi 4 anni hanno maturato dei requisiti essenziali (sfratto esecutivo, ordinanza di sgombero, certificato di antigienicità dell’alloggio, invalidità ecc.).
“Sono tutte questioni o emergenze che bollono in pentola da troppo tempo ormai e rispetto alle auspico la necessaria svolta che serva a gettare le basi per un futuro più roseo rispetto a quanto finora la città ha mestamente assistito nel delicato settore del Risanamento delle sue aree degradate”.