Il presidente del Consiglio comunale: "Perché occupare un seggio se si è sempre assenti? E sono fondati i profili d'incompatibilità e ineleggibilità"
MESSINA – Nello Pergolizzi, presidente del Consiglio comunale, torniamo sul caso Croce. Il consigliere presenta le controdeduzioni rispetto all’atto di contestazione del Consiglio. Ricordiamo che i consiglieri hanno votato la delibera per avviare l’iter sull’incompatibilità e quindi sulla sua eventuale decadenza. Il motivo? Il suo ruolo di soggetto attuatore per la realizzazione degli interventi per la mitigazione del rischio idrogeologico nella Regione siciliana. Qual è la sua valutazione come presidente e come esponente politico riguardo a questa situazione?
“Da presidente del Consiglio, assumerò tutte le opportune iniziative affinché venga garantita la corretta composizione del Consiglio comunale nell’interezza del suo plenum. La delibera approvata il 13 febbraio è propedeutica al fine di dirimere definitivamente la presunta anomalia contestata. Da consigliere comunale, attendo le controdeduzioni di Croce e le valuterò. Il vero dato politico è costituito dalla sua assenza continuativa dai lavori del Consiglio comunale. Ciò dimostra la sua impossibilità a svolgere la sua attività istituzionale in Consiglio. Non si riesce a capire la ragione per la quale, dinanzi alla obiettività delle sue reiterate assenze, ci sia questa ostinazione a continuare ad occupare un seggio, in spregio al principio di democraticità, degli elettori e della cittadinanza tutta”.
Per Maurizio Croce, intervistato da Tempostretto, c’è stato un fraintendimento in merito alla sua comunicazione con il capo di gabinetto della presidenza della Regione siciliana Sammartano. Lei che ne pensa?
“Penso che non possa essere insorto alcun fraintendimento, poiché per legge il commissario di governo contro il dissesto idrogeologico nella Regione Sicilia è formalmente il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e non certamente il consigliere Croce. Quest’ultimo agisce per delega, in qualità di soggetto attuatore. Pertanto, la copia della richiesta di parere all’Avvocatura dello Stato di Palermo va formulata al presidente della Regione siciliana. Pertanto, non si comprende la ragione per cui la corretta forma di indirizzo di una formale richiesta ad altra istituzione pubblica dovrebbe ritenersi impropria”.
Sempre l’ex candidato sindaco ha evidenziato che, se sarà nominato presidente dell’Adsp, ma già in fase d’insediamento del Comitato di gestione, dovrà fare una scelta…
“La designazione, da parte del presidente della Regione siciliana, del consigliere comunale Croce quale rappresentante della Regione in seno al Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale dello Stretto, è avvenuta ai sensi del comma 2 dell’articolo 9 della legge 84/1994. E che cosa c’è scritto? Il comma 2 dell’articolo 9 prevede che “non possono essere designati e nominati, quali componenti del Comitato, coloro che rivestono incarichi di componente di organo di indirizzo politico, anche di livello regionale e locale, o che sono titolari di incarichi amministrativi di vertice o di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico”. Pertanto, a mio avviso, tale norma non avrebbe potuto consentire la designazione del consigliere Croce e renderebbe inconferibile la successiva nomina per il medesimo incarico da parte del presidente dell’Autorità di sistema portuale di Messina, oltreché la decadenza dall’incarico di soggetto attuatore”.
Lei dunque conferma la sua opinione sulla sua ineleggibilità e incompatibilità…
“Ho proposto una delibera, pienamente confermata sul piano tecnico e legale dal dirigente competente e dalla segretaria generale Carrubba, organo terzo di garanzia della legalità per il Comune e per il Consiglio comunale. Non potrei non essere più convinto di entrambi i profili, di incompatibilità e di ineleggibilità sopravvenuta. Ricordo che lo stesso Croce si dimise dal ruolo di soggetto attuatore per candidarsi a sindaco. Ci sarà una ragione per questo, no? Tra l’altro, per quanto riguarda l’incompatibilità, di cui al decreto legislativo n.39/2013, tra il ruolo rivestito presso la struttura commissariale e la carica di consigliere comunale, rammento che per due volte essa è stata ribadita dall’Avvocatura dello Stato di Palermo, ossia l’organo di consulenza giuridica della stessa Regione siciliana”.
Croce sostiene che può seguire il Consiglio a distanza e che non è un dirigente dello Stato. Che ne pensa di queste due dichiarazioni?
“Che sia un dirigente di vertice lo dice l’Avvocatura dello Stato distrettuale di Palermo. E anche l’Anac, attraverso il parere che lo stesso Croce ha richiesto nel luglio scorso. Può sostenere ciò che vuole ma sono i fatti a qualificarlo tale. Un soggetto attuatore che ha potere di indire gare, affidare incarichi, nominare consulenze, premiare posizioni di risultato e disporre di denaro pubblico in uno o in un altro appalto, al mio paese, si chiama essere dirigente. Se poi andiamo in dettaglio, del resto, ci sono nomine a rup, responsabile unico di procedimento, di tecnici del nostro stesso Comune. Come dire: da soggetto attuatore nomino dei rup e li pago per seguire dei progetti. Ma come consigliere comunale dovrei essere organo di controllo sugli stessi rup e sugli stessi progetti. Non trova che sia un chiaro esempio di conflitto di interesse? Circa il seguire il Consiglio comunale anche a distanza, la prego, non mi faccia rispondere, tanto e tale è la gravità politica di questa affermazione che non penso ci sia da aggiungere altro”.
Insomma, secondo lei, come soggetto attuatore, può entrare in conflitto d’interessi con il Consiglio, mantenendo il ruolo di consigliere. Al contrario, il dottor Croce nega qualsiasi possibilità di conflitto d’interessi e ricorda che non è lui a fare assegnare i fondi a Messina o alle altre città siciliane…
“Assolutamente sì. Prendiamo il caso di un appalto da affidare all’interno del Comune di Messina. Da soggetto attuatore lo appalta, nomina un rup e/o un direttore dei lavori, che spesso risultano essere funzionari e/o dirigenti del Comune di Messina. Da consigliere comunale, invece, dovrebbe vigilare affinché quei lavori siano eseguiti bene e nel rispetto delle normative vigenti e, allo stesso tempo, deve quindi vigilare sulla sua stessa attività nella qualità di soggetto attuatore. Che ne dice? Secondo lei non c’è un conflitto di interessi? E se poi parliamo invece di una ipotesi estrema, ovviamente che non si è mai verificata, ma che in astratto potrebbe accadere, ossia quella di affidare un appalto per interventi nel Comune di Messina, non potrebbe sorgere il dubbio che possa non essere affidato per ragioni di parte politica? Ricordo, altresì, che il consigliere Croce, in quanto nominato dal presidente della Regione, riveste il ruolo di responsabile dell’Anticorruzione e della Trasparenza, quindi è colui che si dovrebbe autocontestare potenziali situazioni di incompatibilità e/o inconferibilità. Siamo seri: lo stesso Croce comprende quanto previsto dalla normativa vigente”.
Nell’intervista con il nostro giornale, l’esponente di Forza Italia si domanda anche perché la maggioranza pro Basile abbia un interesse politico a non averlo in Consiglio…
“Croce ha una visione della politica per la quale ci deve essere sempre un interesse dietro le scelte di un organo democratico. Lo rassicuro, non abbiamo alcun interesse come lo intende lui. Abbiamo il solo interesse di difendere la legittima composizione del Consiglio comunale e la legittimità del suo operato, nel rispetto delle normative vigenti in materia. Vedere disegni di interessi politici anche su questo, quando si ha un tasso di assenteismo da record dei primati, è mortificante”.
E’ INCOMPRENSIBILE ANCHE CHI CAMBIA CASACCA
Croce dovrebbe rimanere in consiglio comunale, perché visto che non ci va mai infatti alcuni consiglieri non lo conoscono neanche di vista, non può fare danni.