Chiuso, degradato, inagibile. Del Centro Giovanni XXIII di Ritiro, unico polo sportivo della zona, non rimangono che "ruderi". La Municipalita' a lavoro dopo il sopralluogo. La proposta è di affidare la gestione a privati o associazioni sportive. All'interno le foto dello scempio.
Basta il dossier fotografico a rendere conto del degrado del Centro Polisportivo Giovanni XXIII di Ritiro. L’impianto fino agli anni ’90 era funzionante ed era uno dei più importanti centri di aggregazione di quasi tutta la popolazione della zona, abbastanza distante dal centro. Oggi versa nel più totale abbandono. Dismesso, inagibile, col palazzetto pericolante, del centro polisportivo non rimangono che ruderi in mezzo ai quali giocano i ragazzini, in totale assenza di sicurezza. Un luogo di aggregazione in una periferia negato agli abitanti, un luogo dedicato allo sport che si è trasformato in una trappola pericolosissima per i bambini. Lo documentano le immagini scattate dalla Quinta circoscrizione che ha effettuato un sopralluogo nella struttura, e da oggi è a lavoro per verificare competenze e possibili strade percorribili per il recupero. E la prima ipotesi è già arrivata: coinvolgere privati e associazioni interessate alla gestione con eventuali gare d’appalto. La sfida per restituire il centro sportivo agli abitanti di Ritiro e dintorni è della III commissione della municipalità, presieduta dalla Coordinatrice Antonella Saccà insieme ai consiglieri Franco Laimo, Giuseppe Picciotto, Ivan Bombaci , Paolo Barbera , Simona Greco , Bernardo Fama , Giusy Laganà , Giuseppe Giubrone, Giuseppe Alessi
Aggiustiamolo, spendiamo milioni di euro e dopo lo riempiamo di extracomunitari clandestini