Lo dicono i dati raccolti nel rapporto della Camera di Commercio di Messina presentato durante la decima edizione della Giornata dell’Economia.
Un 2011 sofferente, un quadro molto scoraggiante della situazione economica della nostra provincia e previsioni che, almeno a breve termine, non promettono miglioramenti significativi. Lo dicono i dati del rapporto realizzato dalla Camera di Commercio di Messina in occasione della 10a Giornata dell’Economia. Un’analisi realizzata dall’Ufficio Statistica camerale che permette di fare il punto sull’andamento del sistema produttivo provinciale. Insomma, una nitida fotografia dello stato di salute del territorio illustrata oggi dal presidente della Camera di Commercio Nino Messina. Numerosi gli aspetti trattati, ma andando a leggere nel dettaglio alcuni dei dati raccolti nello studio innanzitutto emerge che sul fronte lavoro le notizie sono poco rassicuranti. Il tasso di occupazione risulta stagnante e si mantiene intorno al 30%, 10 punti percentuali in meno rispetto al tasso medio nazionale. Ed è stabile pure il tasso di disoccupazione, che dovrebbe rimanere poco al di sotto del doppio del dato medio nazionale. Staticità che si traduce in un totale immobilismo anche dell’attività. Lo studio dice inoltre che le forze di lavoro della nostra provincia sono rappresentate da quasi 196 mila gli occupati, in prevalenza occupati nel terziario (78%) e 28 mila in cerca di occupazione.
Dando invece uno sguardo al Registro Imprese si può vedere come la crisi colpisce anche la nostra provincia che, nonostante la nascita di nuove imprese, per quelle esistenti si riscontra un aumento di quelle messe in liquidazione (+8,6%) e di quelle in fallimento (+17%). Un dato positivo riguarda i giovani e le donne. Aumentano, infatti, le imprese femminili che, alla fine del 2011, sono quasi quattordici mila, delle quali oltre mille nate nell’ultimo anno. Mentre il 13,7% delle imprese messinesi sono amministrate da giovani imprenditori che in prevalenza ne sono i titolari.
Messina e la sua provincia non si spiccano positivamente neanche da un punto di vista ambientale. Ancora poco diffusi e poco utilizzati i sistemi di produzione di energia attraverso le fonti rinnovabili, bassissimo l’indice del verde pubblico presente nel territorio comunale, forse l’unico indice positivo è il basso consumo di gas metano. Altra maglia nera i rifiuti: la raccolta differenziata risulta essere quasi inesistente (il 5% del totale dei rifiuti).
L’unico dato positivo viene dal turismo. Messina nel 2011 si è confermata infatti seconda meta siciliana preferita dai turisti sia italiani che stranieri, dopo Palermo. La crescente importanza del turismo internazionale nel contesto economico non è da sottovalutare, considerato che i turisti hanno speso per soggiornare nella nostra provincia ben 216 milioni di euro, corrispondente al 25% dell’intero incasso siciliano.
Questi dati sono sufficienti per renderci conto dell’assoluta necessità di invertire la rotta. Messina e la sua provincia stanno vivendo una crisi che in questo momento tocca tutto il Paese e non solo, ma questa non può essere una giustificazione per non investire sullo sviluppo. “Non bisogna demordere –ha detto oggi il Presidente Nino Messina- bisogna cercare di trovare soluzioni e risorse adeguate affinché la nostra provincia possa avere nuovi stimoli per una ripresa economica, una crescita occupazionale e, quindi, uno sviluppo territoriale”.
(Francesca Stornante)
Appunto non bisogna demordere… iniziamo a chiudere qualche ente inutile, con l’esercito di dipendenti figli o parenti della casta, carrozzone che negli anni non ha saputo far cambiare rotta alle attività commerciali… quindi iniziamo dalla camera di commercio, confcommercio, confagricoltura, confartigianato ecc. ecc. così si riutilizzano le risorse risparmiate in attività di ricerca e modernizzazione…
La Camera di Commercio ha scoperto l’acqua calda. Ma è lampante che la crisi ci sta stritolando e che la disoccupazione è altissima, non c’era bisogno di fare analisi e statistiche.
Ed anche sul fronte del turismo i dati devono essere per forza favorevoli, con una o più navi da crociera che ogni giorno ormeggiano in porto…
Se si ritengono capaci, i nostri politici da due soldi non lo sono, che trovino loro soluzioni e risorse invece di sparare numeri e dati palesemente ovvi.
Non è, poi, dissonante sentire che Messina e la sua provincia versi in una crisi che attanaglia tutte le imprese e, malgrado il buon senso imprenditoriale, non trova riscontro dignitoso e morale. Ma questa è una vecchia canzone che amplifica quanto inefficiente e controversa sia, e lo è ancora, la politica adottata in senso di sviluppo economico e crescita occupazionale. Il senso culturale cui ci appoggiamo è sicuramente fallimentare e,per lo più, clientelare. Se non nasce da subito dentro ognuno di noi il senso di cambiare, saranno solo belle parole che accresceranno il pronome di “buddaci”.
concordo con pino62, questi scoprono l’acqua calda , poi si assopiscono per svegiarsi e ripetere le stesse cose ogni anno. Sono analisi inutili perchè è chiaro che la situazione è da decenni in negativo, visto che nulla è stato fatto innanzitutto da loro che sono palesemente legati alla politica da 4 soldi. Sarebbe stato anche utile sapere la percentuale di coloro che OGNI ANNO FUGGONO DA MESSINA e PROVINCIA, tanto per dare una idea di come stiamo messi.A parte che poi il fenomeno turistico si quantifica in arrivi e presenze e in spesa turistica , è risaputo che la provincia tira, ma sarebbe stato opportuno parlare del turismo nel –Comune– di Messina che sicuramente sarà a zero,ma chissà come mai nulla è stato detto .In ultimo, parlare di incassi mi pare trionfalistico, perchè se si misura il dato a livello regionale è chiaro che non è sufficiente, invece si dovrebbero confrontare i dati regionali con quelli delle alre regioni italiane ed estere e confrontarli con quelli degli ultimi anni.Solo così si capirà se davvero e il turismo è cresciuto o ci sono state perdite. Tutto il resto sono chiacchiere alla messinese, anzi l’unico fatto in controdendenza è l’ultima genialata di ricevuto, il quale come unico modo per creare posti di lavoro ( chiamiamoli così) conosce quello di aumentare gli assessorati. Come dice puzza di bruciato non demordiamo nella speranza di vedere enti inutili chiusi e gente altrettanto inutile fuori dalle scatole per sempre