“Virgola”: storia di una messinese di successo

“Virgola”: storia di una messinese di successo

Marilena Raffa

“Virgola”: storia di una messinese di successo

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martedì 22 Agosto 2017 - 10:46

Un personaggio nato per caso, migliaia di followers sui social, collaborazioni prestigiose e premi internazionali

E’ un giorno qualunque, scandito dai soliti ritmi, un tavolo sempre pieno di colori e qualcosa da mangiucchiare. C’è un biscotto appoggiato su un foglio, la matita gli corre incontro e tratteggia un filo, prende vita un palloncino al cacao a forma di cuore. Qualche altro tratto veloce e nasce una pupetta delicata che comunica al fidanzato l’assenza della sua ideatrice. Dopo qualche giorno, Virgola è sul web.

Creata dalla fervida immaginazione di Virginia Azzurra Di Giorgio, in appena qualche mese raggiunge una popolarità inaspettata che trasforma una passione, quella per il disegno, in opportunità di lavoro. Virginia nasce a Messina e si trasferisce a Firenze per laurearsi in Storia dell’Arte Medievale. Sa perfettamente che guadagnare disegnando è molto complicato e nel futuro si immagina ad insegnare storia dell’arte mentre già a casa, appena può, passa le ore dipingendo i suoi acquarelli.

Ma la vita le regala un’altra storia da vivere e raccontare: appena un mese dopo la condivisione di Virgola sui social, arriva la prima proposta di lavoro e la pupetta deve sponsorizzare una marca di caffè. Poi un’altra azienda e un’altra ancora e la lista cresce a dismisura. Per lei, una forcina si suona come un flauto, un fiore rosa sboccia in fenicottero ed ogni cosa si presta a nuova interpretazione.

“Non ho deciso a tavolino di inventarmi un personaggio – conferma Virginia – ho semplicemente iniziato a condividere i miei disegni, come fa tanta gente. Se avessi programmato di aprire un account per fare questo, sicuramente sarebbe stato diverso. Da sola, completamente da sola, ho imparato un lavoro: nessuno mi ha saputo guidare ed ho fatto degli errori ma col tempo, piano piano, ho imparato tutto e mi ritrovo delle competenze che prima non avevo. Gestisco rapporti con aziende gigantesche, le trattative, la contabilità, ho imparato a fare la manager di me stessa”.

Parlare con Virginia mette il buon umore, carica di energia e positività. Si descrive come lontana dal suo personaggio, troppo delicato e romantico, ma chi la segue adora la sensibilità con cui comunica, a suo modo, col disegno e le parole nelle didascalie, a volte.

Messina è la città della famiglia, qui ritrova gli affetti, gli odori, i sapori. Vulcano, invece, il posto del cuore dove ogni estate torna per stare bene e ricaricarsi. Così l’abbiamo conosciuta e colto l’occasione per scambiare quattro chiacchiere.

Il successo è arrivato grazie al web, qual è il tuo rapporto con i social?

“È un po’ conflittuale. I social sono alla base del mio lavoro, non posso che essere grata a questo nuovo strumento che ha permesso di farmi conoscere e di arrivare a tantissima gente. Ho conosciuto molte delle mie amiche attuali attraverso i social: a volte, quando faccio disegni live, per alcuni eventi – così come è capitato per Lancôme, Gap, Malìparmi, Stokke, ed altri – alcune persone vengono appositamente per conoscermi e farsi realizzare un mio disegno. Questa è la parte meravigliosa, impagabile perché grazie ai social si può interagire con la gente. A livello personale, invece, li frequento poco perché c’è troppa aggressività, violenza e maleducazione”.

Oggi sei un’illustratrice ed hai un blog. Quali sono le carte vincenti per gestire questo tipo di attività non proprio convenzionali?

“Flessibilità al 100%. Bisogna trovare uno spazio che comunque deve essere strutturato e schematizzato: se decido di lavorare sei ore al giorno, posso farle spezzettate, consecutive, saltare il pranzo o fare orario di ufficio con le pause giuste; l’importante è concentrare tutta la propria professionalità e creatività in quei momenti, non pensando magari che è domenica, Natale o al parto, come nel mio caso! Cercare di controllare sempre tutto e tenere gli occhi aperti”.

Hai inventato un personaggio di successo grazie al quale la tua passione è diventata anche un lavoro. Che consiglio ti senti di dare ai giovani che cercano la propria strada?

“Sempre lo stesso consiglio: di non lavorare gratis! Questa fame di lavoro, spinge tantissima gente a lavorare a zero euro, pur di farsi conoscere e creare un’opportunità. Posso capire il piccolo cadeau fatto ad un’azienda, per esempio se devo fare un disegno gigante, lo faccio in miniatura, una sorta di biglietto da visita ma mai svalutarsi. Fare tutto gratis crea due problematiche: da un lato non ti presenti benissimo se dici ad un’azienda che vali zero perché il tuo budget è zero, dall’altro crei un problema grosso ai tuoi colleghi perché se un lavoro si può ottenere gratuitamente nessuno pagherà più per averlo”.

Il mondo di Virgola è fatto di illustrazioni, gadgets, gioielli, un libro. Quali saranno le prossime avventure?

“Per avere stimoli nuovi, in questo momento, sto pensando ad altro. Qualcosa inerente al disegno, continuando a fare ricerca su me stessa e scoprire cos’altro potrei fare con mezzi diversi da una matita su un altro supporto, la pelle: mi piacerebbe fare un corso per diventare tatuatrice. Poi ci sono altre cose che vorrei fare, ancora differenti da queste, riguardanti la maternità”.

A proposito, tuo figlio conosce Virgola? E come riesci a conciliare lavoro e maternità?

“Ancora non ho presentato Virgola a mio figlio, lo farò presto. Conciliare la vita da mamma con il lavoro è veramente impossibile. O si fa bene una cosa o se ne fa un’altra: non posso lasciare il bimbo che piange o si arrampica su un mobile e nel frattempo disegnare”.

www.diariodivirgola.it | Instagram: @Virgola_ | Twitter: @Virgola | Facebook Fan Page: Virgola

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