Corsi d'oro:si dimettono due dirigenti regionali. Albert e Centorrino denunciano la Scilabra

Corsi d’oro:si dimettono due dirigenti regionali. Albert e Centorrino denunciano la Scilabra

Rosaria Brancato

Corsi d’oro:si dimettono due dirigenti regionali. Albert e Centorrino denunciano la Scilabra

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giovedì 27 Marzo 2014 - 16:12

Il terremoto Corsi d'oro continua ad avere conseguenze. Due dirigenti regionali, finiti nelle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta, ed attualmente nell'assessorato di Nino Bartolotta, hanno oggi rassegnato le dimissioni. Intanto l'ex assessore Centorrino e l'ex dirigente generale Albert ricorrono in giudizio contro la Scilabra per alcune dichiarazioni rese al Sole 24 ore.

Continuano “a cadere teste” nell’ambito dell’inchiesta Corsi d’oro. I dirigenti coinvolti, in vario modo, nell’inchiesta, attraverso le intercettazioni, sono finiti sotto i riflettori. E dopo la decisione dell’assessore regionale Scilabra di prendere provvedimenti nei confronti della Risoli, finita nelle intercettazioni con La Macchia, arrivano le dimissioni di altri due dirigenti, attualmente nell’assessorato di Bartolotta, quindi sempre in “orbita” gruppo Genovese.

“La dott.ssa Anna Buttafuoco e l’arch. Calogero Beringheli, rispettivamente Capo e vice-Capo dell’Ufficio di Gabinetto dell’assessorato alle Infrastrutture e della mobilità- si legge in una nota- dopo un confronto condiviso con l’Assessore, hanno rassegnato le proprie dimissioni in data odierna, con le seguenti motivazioni: I rapporti da noi intrattenuti con alcune persone oggi coinvolte nell’operazione “Corsi d’oro” sono esclusivamente riconducibili al proprio ruolo lavorativo che riteniamo non essere oggetto di alcun illecito penalmente rilevante; tuttavia, considerato il ruolo che gli scriventi ricoprono in questo Ufficio e al fine di sgomberare il campo da eventuali paventati fraintendimenti che potrebbero avere ripercussioni nell’attività dello stesso, nell’ottica di continuare a garantire, comunque, il principio di legalità e trasparenza dell’Amministrazione, cui è stata da sempre improntata la nostra attività lavorativa, rassegniamo le dimissioni dagli incarichi ricoperti”.

Intanto si registra ancora un altro capitolo giudiziario nell’ambito della vicenda Formazione in Sicilia. In questo caso però non si tratta di un’inchiesta, ma della decisione da parte dell’ex Assessore regionale alla formazione Mario Centorrino e dell’ex Dirigente Generale Ludovico Albert di portare in giudizio l’attuale assessore, Nelli Scilabra per le sue dichiarazioni pubblicate su “Il Sole 24 ore” dello scorso 20 febbraio.

In particolare la Scilabra, ha affermato che “il sistema delle Unità di Costo Standard (UCS), introdotte in Sicilia da Centorrino ed Albert, fosse stato voluto per legalizzare le truffe della formazione che avvenivano con il sistema delle “fatture gonfiate”.

Secondo l’ex direttore generale e l’ex assessore regionale però le cose non stanno esattamente così, ma in modo diametralmente opposto e pertanto, nel denunciare la Scilabra chiedono anche un risarcimento danni all’immagine.

Il sistema Ucs, sostengono, è stato ideato proprio per impedire truffe. Uno dei metodi adottati infatti, era proprio quello di presentare fatture gonfiate al momento della rendicontazione dei corsi, grazie anche ad un sistema di controlli a dir poco inefficace.

“Fino al 2010- scrivono in una nota congiunta Albert e Centorrino- nella Formazione Professionale, ogni ente veniva retribuito “a costo reale” e a seguito di “controllo” dei rendiconti, a un suo peculiare costo. La stessa ora di formazione a qualcuno era pagata 78 euro, ma a qualcuno fino a 241 euro/ora corso (!), con un valore medio collocato a 135 euro/ora corso. Questa situazione era foriera di abusi. Si pensi alla facilità con cui molti enti avrebbero potuto (e le recenti inchieste dimostrano che quasi certamente lo hanno fatto!) richiedere ai propri fornitori l’emissione di fatture gonfiate al fine di ottenere dalla Regione il rimborso di costi in realtà mai sostenuti o stipendiare un numero di dipendenti sproporzionato rispetto alla prestazione erogata”.

L’Unione europea, spiegano Albert e Centorrino, ha inoltre ribadito che i Fondi europei sono destinati solo per attività effettivamente svolte, mentre invece in Sicilia il sistema era diventato talmente “pesante” da dover pagare i costi degli stipendi anche in quei mesi nei quali i corsi non si svolgevano.

“ In relazione alla programmazione Fse 2000/06 (in realtà terminata nel 2009) la scarsa attenzione alla effettività dell’azione formativa finanziata ha portato oggi la Regione Siciliana a vedersi contestato dagli organi di controllo a ciò preposti il mancato riconoscimento di oltre 350 milioni di euro! Un risultato negativo mai raggiunto da nessun’altra regione in tutta Europa”.

Da qui la necessità di cambiare il sistema e sostituirlo con un metodo di rimborso svincolato dalle fatture e ancorato invece ai risultati conseguiti, sistema raccomandato anche dalla Corte dei Conti Europea.

La prima applicazione delle modifiche è stata con l’Avviso 20/2011 (il “bandone” da 286 milioni di euro all’anno), in base al quale ai fini dell’erogazione dei finanziamenti non contavano le fatture presentate, ma i risultati conseguiti e cioè le ore di formazione erogate, gli allievi formati, l’esperienza certificata professionale e didattica dei docenti, ed altri standard di qualità.

“Con questo sistema- si legge ancora nella nota- la fattura gonfiata non serve a nulla e il numero dei dipendenti non può essere allargato a dismisura. Una seconda falsità sostenuta dall’assessore Scilabra è che nel resto d'Italia il costo standard è di 80 euro. Il valore di 129 euro/ora stabilito per la formazione professionale siciliana è invece nettamente inferiore alla media di quanto è prescritto nelle altre regioni”.

Le parti non si troveranno subito di fronte ad un giudice, ma dinanzi ad un mediatore, poiché dall’ottobre del 2013 la mediazione costituisce una condizione di procedibilità del giudizio. Se le parti non si concilieranno in quella sede, la parola passerà al Tribunale. Non è escluso che Albert e Centorrino possano avviare insieme all’azione civile anche un’azione penale non essendo ancora decorsi i termini per proporre querela. I due hanno dichiarato che in caso di vittoria destineranno il risarcimento in beneficenza a favore, rispettivamente, di Don Luigi Ciotti e di Biagio Conte.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. CENTORRINO e ALBERT dovrebbero spiegare perchè non hanno dato corso alle pressanti richieste dei lavoratori della formazione professionale di istituire due canali di pagamento, uno per la gestione amministrativa e logistica, compresa la diaria ai corsisti, distinto da quello per gli insegnanti formatori.

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  2. Ciotti, Biagi: sarebbe questa la strategia di difesa? Ma non era più facile tacere per qualche registrazione e scusarsi per qualche altra registrazione? Quei due mi fanno ridere! Ma pensate ai poveri caporali mandati a raccogliere voti ad ogni votazione o referendum ogni anno. Menomale che la gente che agisce d’impulso non comunica con quella che già ha elaborato i retroscena,quando ciò avverrà è molto meglio sapersi al sicuro dietro le sbarre!

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