Il bivio: o un piano Salva Messina o un commissario dichiarerà il dissesto

Il bivio: o un piano Salva Messina o un commissario dichiarerà il dissesto

Rosaria Brancato

Il bivio: o un piano Salva Messina o un commissario dichiarerà il dissesto

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domenica 07 Ottobre 2018 - 05:32

La sintesi di quanto emerso ieri è semplice: Messina è al default. O amministrazione e consiglio comunale varano entro il 25 novembre un Piano di Riequilbrio sostenibile reale o sarà un commissario a dichiarare il dissesto. Il resto sono chiacchiere.

SINTESI DELLA SITUAZIONE

1-Messina è al dissesto, la massa debitoria è immane. Il default doveva dichiararsi già nel 2013, così come chiesto dall’ex commissario Croce ai candidati sindaci dell'epoca

2-Il Piano di Riequilibrio, più volte rimodulato dall’amministrazione Accorinti ed ancora al vaglio del Ministero presenta numerose falle e non è sostenibile. Vi sono inoltre 51 milioni di accantonamento in meno rispetto a quanto era previsto (dovevano essere 89 milioni dal 2014 al 2017 e invece ne sono stati accantonati poco più di 37). Nel 2018 pertanto si è già indietro, rispetto alla mole complessiva di milioni di debiti, di altri 51 in più. Come dice De Luca presenta numerose “poste farlocche” sopratutto per quanto attiene il sistema drogato delle Partecipate

3-La data ultima è il 25 novembre. Entro questo termine o si rimodula il Pluriennale, rendendolo credibile, sostenibile, reale, quindi attraverso una manovra lacrime e sangue, oppure il dissesto è automatico. De Luca ha chiarito che lui non dichiererà il dissesto ma vuole salvare il Comune attraverso un nuovo Pluriennale condiviso nei contenuti con l'Aula.

4- In realtà, vista la condizione drammatica che si è protratta anche per il periodo 2013-2018 non è escluso che il Piano di riequilibrio rimodulato possa essere bocciato successivamente dal Ministero o dalla Corte dei conti. O ancora, anche se fosse approvato, potrebbe non reggere all’applicazione (come accaduto a Milazzo o a Cefalù)

5-Il sindaco ha proposto ai consiglieri comunali un Piano di Riequilibrio con un pacchetto “Salva Messina” da concordare assieme quanto alle soluzioni. Le linee guida infatti restano quelle individuate dalla relazione d’inizio mandato. Questa mattina ci sarà la prima riunione in questa direzione.

6-Il Piano dovrà quindi essere, come prevede la legge, basato sui bilanci armonizzati (comprensivi di quelli delle Partecipate) e non contenere misure farlocche o irrealizzabili. I tagli saranno quindi inevitabili. Saranno previste scelte impopolari ma inevitabili.

7-Il bivio è questo: o si vara un Piano di Riequilibrio lacrime e sangue che SALVA MESSINA dal dissesto, attraverso una condivisione matura e responsabile tra amministrazione, consiglio comunali e forze sociali, oppure sarà il commissario, quindi un burocrate ad essere costretto ad attestare il default.

8-Il sindaco ha infatti annunciato che se non ci sarà condivisione sulla volontà di rimodulare il Pluriennale, il 16 ottobre le sue dimissioni saranno esecutive. Toccherà quindi ad un commissario nominato dal governo regionale prendere atto della situazione di default.

9-Il problema a questo punto non sono le dimissioni del sindaco o del consiglio comunale, che magari in tanti auspicano per svariati motivi (e tutti squisitamente personali), ma la GRAVITA’ DELLA SITUAZIONE ECONOMICA.

Messina è al dissesto o la si salva adesso, entro il 25 novembre, oppure è morta.

O si capisce questo oppure si può tranquillamente continuare a disquisire sul sesso degli angeli, su chi è più bravo o chi è più cattivo, chi è intellettualmente più dotato o chi meno. O si mettono da parte personalismi, invidie, interessi, ambizioni, e si lavora per il bene della città INSIEME, oppure tanto vale che il COMMISSARIO arrivi subito e dichiari quel dissesto che doveva essere dichiarato nel 2013. Dalla relazione di inizio mandato è emerso un quadro che attesta una situazione drammatica dei conti che Tempostretto, nei 5 anni dell'amministrazione Accorinti, ha evidenziato attraverso inchieste, approfondimenti ed articoli, nonostante i continui attacchi da parte del Palazzo (e non solo). La redazione impegnata in un lavoro di analisi dei documenti e degli atti è stata definita "certa stampa". Quanto emerso ieri attesta che Tempostretto ha semplicemente svolto il suo lavoro. Val la pena oggi ricordarlo.

Tornando alla questione del dissesto e delle dimissioni: chi vuol continuare nel gioco a chi è lo statista più bravo e più astuto lo farà sulla pelle dei messinesi.

De Luca e i consiglieri comunali possono starci simpatici o antipatici ma sono chiamati a fare un’impresa titanica, che nessuno negli ultimi 15 anni ha voluto fare.

O la città comprende che il destino delle future generazioni è a rischio, oppure lasciamo che sia un burocrate a tagliare la spina. Ma in quel caso chi ha giocato al tiro al piattello si deve assumere la responsabilità

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. dott.sa per quanto mi riguarda condivido ed approvo purtroppo chi vive sul caro estinto non accetta il suo ragionamento perchè per lui succhiare l’ultima goccia di sangue o buddace è vitale

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  2. Temo tanto che non si possa fare un piano se prima non si ricostruisce seriamente l’importo reale dei debiti fuori bilancio, ad oggi censiti in modo “farlocco” senza transazioni e con cifre inventate. Per fare le transazioni è ridurre il debito, si deve innanzitutto fare una delibera con criteri accettabili per i creditori. Altrimenti non resta che calcolare gli importi dei debiti al 100% aggiungendovi interessi e rivalutazione, secondo legge. Ma se si caricassero i debiti reali al 100% del loro importo rivalutato, il piano rischia di diventare insostenibile anche perché c’è il debito partecipate e sui residui attivi molti crediti non si potranno incassare! Il dissesto è la cosa più seria. A Messina si continuerà a fabbricare c.te?

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