Il masterplan è un'opportunità se viene visto non come una sommatoria di progetti ma come occasione per superare la visione localistica. Il professor Michele Limosani invita ad una riflessione e sottolinea anche l'importanza di un'eventuale cabina di regia.
Il patto che la città metropolitana di Messina è chiamata a definire con il governo nazionale costituisce una grande opportunità di sviluppo per il nostro comprensorio. Non si tratta di attrarre solo risorse finanziarie, obiettivo fondamentale visto le carenze croniche di fondi per gli investimenti, ma di impiegare tale risorse per realizzare un progetto in grado di auto-sostenersi e di generare benefici per l’intero territorio. Le città metropolitane siciliane, in questa importante fase di programmazione, diciamolo pure, sono state lasciate sole dalla Regione; il governo regionale non solo continua ad accumulare inspiegabili ritardi nell’approvazione della legge sulle città metropolitana ma non ha mai avvertito la necessità di creare, in attesa del varo della riforma, un coordinamento delle tre città metropolitane a livello regionale per condividere una strategia e una progettazione di area vasta.
Comunque sia, la sfida va raccolta e potrà essere superata con successo se tutti gli attori coinvolti, ed in particolare i comuni che fanno parte della città metropolitana, sapranno operare scelte di ampio respiro, strategiche, di sistema. Il singolo comune, incluso il comune capoluogo, infatti, non ha una dimensione sufficiente per affrontare da solo le grandi sfide della competizione e della globalizzazione e per definire ed implementare in piena autonomia un programma di sviluppo comprensoriale.
Temi come quello della logistica, per esempio, non possono essere affrontati facendo riferimento solo al porto di Tremestieri e alla contigua piastra logistica, ignorando il ruolo del porto di Milazzo e delle aree industriali nella zona tirrenica e il necessario raccordo con il disegno nazionale di riordino delle autorità portuali. Con più di cento chilometri di costa, ancora, appare piuttosto riduttivo limitarsi a definire il waterfront della città metropolitana il tratto di mare antistante gli spazi fieristici (passeggiata a mare). In tema di trasporti, poi, la realizzazione delle tratte ferroviarie ad alta velocità con Catania e Palermo, il collegamento stradale della zona ionica con quella tirrenica, una “green way”, sono infrastrutture strategiche per l’intera provincia. Per non parlare, poi, della metropolitana di superficie Taormina-Messina-Milazzo, che raccordandosi attraverso l’impiego dei mezzi veloci con l’anello metropolitano calabrese, consentirebbe ai passeggeri di raggiungere Reggio e l’Aeroporto dello Stretto. Lo stesso ragionamento vale per le politiche che riguardano la valorizzazione dell’ambiente e delle attività ad esso collegate; non si può disconoscere che il territorio della città metropolitana di Messina è occupato per il 60% da macchia mediterranea.
Insomma, i temi delle infrastrutture, dei trasporti, delle politiche ambientali, del ciclo integrato dei rifiuti, della salvaguardia del territorio, dell’innovazione per le imprese non possono essere affrontati attraverso la semplice sommatoria dei piani comunali e dei piani strategici dei sistemi locali. Tali scelte necessitano di un coordinamento più ampio, di una visione organica senza la quale ne deriverebbero inefficienze e quindi minore competitività per i nostri territori. Se da un lato, quindi, si rende necessario un livello intermedio di pianificazione, una programmazione alla quale non può mancare il contributo degli stakeholder locali e degli enti di ricerca, si rende altresì indispensabile una chiara politica del governo nazionale sulle grandi opzioni strategiche che si stanno delineando per il nostro territorio (autorità portuale, il ponte sullo stretto, gli interventi a favore della mobilità nell’area dello stretto). Il commissario della ex provincia regionale è stato chiamato a svolgere, in assenza delle istituzioni rappresentative dei sindaci della città metropolitana, una preziosa ma difficile attività di coordinamento. Ma senza una cabina di regia nazionale che verifichi la coerenza, la compatibilità tra obiettivi locali e obiettivi regionali, nazionali e comunitari, questo sforzo è con buona probabilità destinato a fallire.
Michele Limosani
Professore…cabina di regia nazionale? Veda che a roma sperano che non impegnamo risorse lasciandole libere per altre aree….si chieda invece chi può essere il vero regista locale magari finendola con la favola della conurbazione con reggio….e visto che e’ fondamentale un aeroporto si abbia il coraggio di mollare definitivamente reggio che è inutile . Pensiamo al “nostro” turismo tirrenico..isole eolie… miglioriamo servizi e mobilità siciliana….servizi per la nautica…cultura
Professore…cabina di regia nazionale? Veda che a roma sperano che non impegnamo risorse lasciandole libere per altre aree….si chieda invece chi può essere il vero regista locale magari finendola con la favola della conurbazione con reggio….e visto che e’ fondamentale un aeroporto si abbia il coraggio di mollare definitivamente reggio che è inutile . Pensiamo al “nostro” turismo tirrenico..isole eolie… miglioriamo servizi e mobilità siciliana….servizi per la nautica…cultura
non ho ancora capito,ma sono in buona compagnia,se il masterplan è una specie di buscopan,al comune lo hanno capito? BO??????
non ho ancora capito,ma sono in buona compagnia,se il masterplan è una specie di buscopan,al comune lo hanno capito? BO??????
Io penso che il professore abbia ragione. Penso in oltre che l’idea complessiva di integrazione dei singoli progetti non possa essere lasciata agli uffici pubblici competenti ma vada pensata e coordinata da uno studio di professionisti con competenze urbanistiche e logistiche.
Il mondo è ricco di esempi di questo tipo. Basta guardare alla Cina o all’Indonesia per avere modelli di riferimento già realizzati.
Li sono stati cambiati i volti di intere città.
È a quelle stessa persone che dovremmo rivolgerci per avere la giusta consulenza progettuale.
Possibilmente senza richiami a faziosi campanilismi inutili e dannosi.
Salvatore
Io penso che il professore abbia ragione. Penso in oltre che l’idea complessiva di integrazione dei singoli progetti non possa essere lasciata agli uffici pubblici competenti ma vada pensata e coordinata da uno studio di professionisti con competenze urbanistiche e logistiche.
Il mondo è ricco di esempi di questo tipo. Basta guardare alla Cina o all’Indonesia per avere modelli di riferimento già realizzati.
Li sono stati cambiati i volti di intere città.
È a quelle stessa persone che dovremmo rivolgerci per avere la giusta consulenza progettuale.
Possibilmente senza richiami a faziosi campanilismi inutili e dannosi.
Salvatore
Indubbiamente e con chiarezza, il professore Limosani spiega e indica anche degli esempi di obbiettivi su cui puntare.
Bisogna remare tutti per grandi progetti comuni.
Indubbiamente e con chiarezza, il professore Limosani spiega e indica anche degli esempi di obbiettivi su cui puntare.
Bisogna remare tutti per grandi progetti comuni.
Sensibilità, cultura, passione… e progetto. Valorizzare il territorio che quotidianamente calpestiamo per trarne benessere, non esistono scorciatoie. Valorizzarlo per porlo nel mondo globalizzato. Un’identità che attiri risorse.
Sensibilità, cultura, passione… e progetto. Valorizzare il territorio che quotidianamente calpestiamo per trarne benessere, non esistono scorciatoie. Valorizzarlo per porlo nel mondo globalizzato. Un’identità che attiri risorse.
altra grossa torta
altra grossa torta