A domandarselo è il consigliere provinciale Luigi Gullo che in un'interrogazione rivolta all'assessore all'agricoltura, Maria Rosaria Cusumano, chiede di sapere secondo quali criteri la scelta sia ricaduta su queste aree a fronte dei 107 comuni che “concorrevano” nel progetto
L’Assessorato provinciale all’agricoltura ha avviato una decina di giorni fa il progetto europeo di implementazione della banda larga nelle zone rurali. A renderlo noto è stato l’assessore Maria Rosaria Cusumano, ma sulla questione interviene adesso il consigliere provinciale Luigi Gullo, che avanza chiarimenti sulle aree prescelte.
La Cusumano ha stilato una lista dei comuni della provincia messinese che usufruiranno delle risorse del Piano di sviluppo rurale 2007/2013. Il progetto prevede in particolare lo sviluppo dei servizi a banda larga di almeno 7 Mbit/s e fino a 20 Mbit/s, attraverso la fibra ottica ad alta capacità, per un investimento da circa due milioni di euro.
Lo scopo del progetto è di promuovere l’accesso ad internet in quelle aree che attualmente non presentano capacità sufficienti, colmando il cosiddetto “digital divide”, e incrementando lo sviluppo economico e la competitività in quelle zone della Sicilia emarginate dalle nuove tecnologie, attraverso il potenziamento dei servizi, la semplificazione del rapporto fra operatori e pubblica amministrazione, e agevolando la commercializzazione dei prodotti locali e l’accesso alle informazioni, secondo le nuove richieste del mercato.
Le zone indicate dall’assessore Cusumano sono 32, tra la provincia jonica e quella tirrenica: Alì, Antillo, Barcellona Pozzo di Gotto, Basicò, Brolo, Capo d’Orlando, Castel di Lucio, Castell’Umberto, Castroreale, Condrò, Fiumedinisi, Floresta, Fondachelli Fantina, Forza d’Agrò, Gioiosa Marea, Graniti, Gualtieri Sicaminò, Itala, Limina, Mandanici, Mazzarrà Sant’Andrea, Milazzo, Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Montagnareale, Montalbano Elicona, Naso, Novara di Sicilia, Reitano, Santa Domenica Vittoria, Tortorici e Tripi.
Gullo chiede di sapere secondo quali criteri la scelta sia ricaduta su queste aree a fronte dei 107 comuni che “concorrevano” nel progetto. Il territorio della provincia messinese è stato infatti suddiviso idealmente in 4 microaree, da quelle urbane a quelle meno sviluppate.
I comuni prescelti fanno parte delle ultime due categorie, “aree rurali intermedie” e “aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”, e su questi (107 comuni) sono stati selezionati i definitivi indicati dall’assessore Maria Rosaria Cusumano.
“L’auspicio -dichiara Gullo- è che nel predisporre l’elenco dei comuni da inserire si sia tenuto conto esclusivamente delle esigenze reali del territorio alla luce dei criteri previsti e non già della vicinanza partitica all’assessore di turno. La presenza nel siffatto elenco di municipalità non proprio ad economia rurale fa temere – conclude il consigliere – che anche questa volta si sia voluto piegare uno strumento di sviluppo ad esigenze di bottega politica, confermando quella incapacità di leggere il futuro che ha caratterizzato il governo di centro-destra di questa nostra provincia negli ultimi decenni”. (Giusy Briguglio)