Il giorno dopo l’approvazione della manovra di riequilibrio, l’opposizione fa il punto sui guai economico-finanziari del Comune: dalle società partecipate ai mancati incassi, dagli stenti della vendita degli immobili alla gestione di settori chiave della macchina amministrativa
«La crisi economica e finanziaria di Palazzo Zanca richiede un governo serio della macchina amministrativa. In questi tre anni e mezzo l’Amministrazione comunale non ha governato, non ha compiuto le scelte necessarie per risanare il bilancio dell’ente, ha nascosto i problemi che oggi si ritrovano aggravati dai tagli massicci dei fondi strutturali di Stato e Regione che hanno fatto saltare un equilibro che già si fondava su entrate incerte e inesigibili». La bocciatura, l’ennesima, del Pd è secca e inequivocabile. E non a caso arriva il giorno dopo l’approvazione della manovra di riequilibrio di bilancio, giunta però con una votazione nella quale troppi consiglieri dello stesso Pd mancavano all’appello. La conferenza stampa convocata dal segretario cittadino Giuseppe Grioli e alla quale hanno preso parte i consiglieri comunali Felice Calabrò, Gaetano Gennaro, Nicola Cucinotta e Daniele Zuccarello, è servita però a riepilogare in pochi concetti le tante, troppe criticità emerse in questi anni ed “esplose” nei giorni scorsi proprio in occasione del dibattito sul riequilibrio (che non a caso nella sua prima stesura aveva avuto parere contrario dei revisori dei conti).
Per il Pd il peggio è alle porte: «Siamo alla vigilia di un dissesto economico che può determinare forti tensioni sociali. A rischio c’è la stabilità economica di tante famiglie messinesi e la qualità della vita dell’intera comunità cittadina». Insufficiente se non tardiva, secondo Grioli, la scelta di Buzzanca di nominare un gruppo di esperti che si occupi dell’emergenza finanziaria del Comune. Una scelta che Calabrò traduce in un «commissariamento dell’assessorato guidato da Orazio Miloro. Tra l’altro chi ne fa parte non viene certo della luna: due esperti sono già interni al Comune, il ragioniere generale Coglitore, che la situazione economica del Comune l’ha gestita fino ad oggi, ed il segretario generale al Comune, e i due esterni sono Marcello Scurria, primo consigliere del sindaco da tempo, e il prof. Dario Latella, ottimo professionista che abbiamo già conosciuto in occasione della vicenda Feluca-NewCo, poi naufragata. Qual era l’esigenza di creare questo gruppo? Forse si cerca un nuovo capro espiatorio?».
Diverse le problematiche messe sul tappeto. L’Atm, dove «si è tirato a campare proponendo adesso una messa in liquidazione senza chiarezza sul futuro», Messinambiente, «la cui unica strada sarebbe quella di individuare un socio privato e di trovare un’alternativa al costoso conferimento nella discarica di Mazzarrà Sant’Andrea, e invece si continua a litigare con l’Ato3», la vendita degli immobili, «fallita dal momento in cui abbiamo venduto solo due scuole servite per pagare il capo di gabinetto». Secondo il Pd «è mancata un’organizzazione degli uffici e dei dipartimenti del Comune ed è mancata un’azione autorevole ed incisiva finalizzata ad indirizzare, supportare e controllare i dirigenti nell’azione amministrativa in relazione a precisi obiettivi da realizzare rispetto ai quali ogni dirigente deve essere valutato».
Il vero nodo sono le entrate. Si parte dalla Tarsu: «Più di 3000 gli accertamenti da eseguire, con forti rallentamenti causati da esiguità di personale di polizia municipale spesso utilizzato per altri servizi e altri accertamenti». Quindi il “far west” della cartellonistica pubblicitaria: «Gli accertamenti non si possono fare perché manca il Piano generale degli impianti, non basta l’approvazione di qualche settimana fa del regolamento Cosap. E’ vero, l’ultimo Piano generale degli impianti, fatto dalla nostra passata gestione, è stato bocciato dal Cga. Ma è stato bocciato nel 2009, in questi due anni e mezzo cosa è stato fatto?». E ancora: «Non si è proceduto alla vendita di circa 1500 alloggi di proprietà del Comune e non si è proceduto alla regolarizzazione dei contratti di locazione per almeno la metà degli alloggi stessi per un diffusa illegittimità di occupazioni che avrebbero richiesto un ufficio fitti attivi dotato di organico e mezzi sufficienti. Il funzionario che se ne stava occupando, il dott. Palana, è stato fatto scappare. E stessa cosa è successa al Risanamento con la dott.ssa Bertolami». Non è trascurabile, infine, «il recupero dei crediti dell’ente che necessita di un’azione dell’avvocatura comunale che sia intransigente e accorta nel perseguire il pieno rientro dei crediti attraverso puntuali azioni legali finalizzate ad accertamenti ed ingiunzioni di pagamento».
Di fronte a queste difficoltà, ha incalzato Gennaro, «perché non si parla più della Zancle?». Il vero problema, secondo il responsabile Bilancio della segreteria cittadina del Pd, Luigi Beninati, sta nel «mancato rispetto delle regole e nella diffusa assenza di legalità. Bisogna cambiare registro e invece si continua come se nulla fosse».
” La bocciatura, l’ennesima, del Pd è secca e inequivocabile” Ma che cosa scrivete. I consiglieri del PD hanno avuto, nel presente, ma anche nel passato recente ( un tempo era certamente diverso) più interessi a tutelare il possesso delle poltrone consiliari che occupano che difendere gli interessi della città di Messina. Nel caso messinese è possibile poter dire che, per la tutela degli interessi comuni ( dei consiglieri comunali), si è disponibili fare “di tutte le erbe un fascio” dato che, nella quasi totalità dei soggetti che compongono il l consiglio comunale, con qualche eccezione di rara intelligenza politica e di eccellenza comportamentale che cerca di fare capire, senza che venga compreso, ciò che è legale da ciò che è illegittimo, per il resto prevalgono gli interessi comuni da difendere e .che li accumula, con strategie non palesemente concordate, e che, alla fine, risultano decisive in quanto determinanti per le conseguenze finali,, che incidono nelle decisioni che, alle volte, danno l’impronta del malgoverno nella nostra città caratterizzato, quindi, dal prevalere della tutele degli interessi soggetti agli interessi della collettività (messinese).