Messina- Uno dei fondatori di Reset interviene sulla querelle legata alla riapertura della Piazza al traffico
La riflessione di Alessandro Tinaglia sulla querelle per la riapertura di Piazza Cairoli al transito veicolare.
Le forti contrapposizioni, a volte anche violente, divampate a seguito della proposta di riapertura delle strade adiacenti piazza Cairoli rappresentano a mio avviso una grande opportunità per ripensare la nostra Città.
Sia chi reclama più spazi pedonali che chi lamenta la forte diminuzione degli affari sono facce della stessa medaglia assolutamente complementari.
Nel settembre 2017, per conto di reset, feci una riflessione che vorrei riproporre e chiarire.
La “rambla” di Barcelona di Spagna, che è certamente uno degli spazi pedonali più importanti, noti e riusciti al mondo, collega Piazza Catalunya (a monte) con la Statua di Colombo (a mare).
Eppure ai lati di uno spazio di grandissima qualità urbana come la rambla corrono due strade carrabili parallele da monte a mare e viceversa.
La presenza delle strade carrabili però non pregiudica la qualità dello spazio pedonale, che ovviamente è prevalente (come nel caso di Piazza Cairoli).
Non è quindi la presenza o meno di una strada carrabile a determinare la qualità di uno spazio pedonale ma, semmai, la capacità dello stesso spazio di essere percepito naturalmente come luogo in cui socializzare.
La rambla, infatti, non è solo un’area pedonale ma è uno pezzo importantissimo di una visione di Città che assegna alla rambla il compito di collegare il centro cittadino al suo meraviglioso waterfront.
Nel 2017, così come oggi, non richiamavo la rambla e non dicevo di “copiare” perché credo che la soluzione più giusta sia quella di riaprire le strade adiacenti la nostra piazza Cairoli.
Lo dico perché trovo eccezionale che vi sia una levata di scudi da parte dei cittadini che reclamano più spazi pedonali e qualità della vita ed al contempo trovo eccezionale e logico che i commercianti scartino quanto accaduto sin ora perché i risultati sono oggettivamente pessimi.
E sono certamente pessimi perché Piazza Cairoli non è uno spazio pedonale ma l’ennesimo caso in cui a Messina il provvisorio diventa definitivo, in cui le strade e la piazza sono rimaste tali a parte per l’installazione di oggetti che si limitano a perimetrare un’area pedonale senza alcuna qualità e servizi.
Mi sorprende, questo sì, vedere tanto livore verso una proposta di un numero rilevante di commercianti in difficoltà, da parte di chi ha accettato per anni la precarietà di uno spazio (per alcune cose osceno e di cattivo gusto) così come è oggi Piazza Cairoli.
Come per il caso della rambla, e di centinaia di luoghi in giro per il mondo, la qualità di uno spazio non è legato “semplicemente” alla sua pedonalizzazione ma, semmai, alla capacità naturale che quel luogo ha di divenire luogo di incontro e relazione oltre che, scusate l’inciso, opportunità di crescita economia.
Messina dovrebbe, quindi e finalmente, smettere di operare attraverso interventi tampone ragionando per emergenze e pezzi di città.
E’ arrivata l’ora di lavorare su un’unica di visione di sviluppo urbanistico, economico, sociale e culturale in cui ovviamente anche gli spazi pedonali sono elemento di grande rilevanza.
Collegare la città al mare attraverso gli spazi pedonali (non necessariamente solo pedonali) è un progetto sul quale dovremmo cominciare a misurarci passando dalle parole ai fatti.
Per farlo questioni fondamentali come i nuovi PRG e PRP, la trasformazione della tranvia, la via Don Blasco, la via del Mare, il PIAU, il porto di Tremestieri, il PUDM, la Cittadella Fieristica e quella della Cultura, il polo Museale, il recupero del waterfront e la creazione del brand Messina (solo per citare le più importanti) dovranno stare dentro una visione unica della Messina di domani (e non di dopodomani).
Mi auguro, infine, che il mio intervento possa avviare un ampio dibattito oltre che confronto costruttivo lasciando da parte, per una volta e nell’interesse della città, stucchevoli e sterili polemiche.
Arch. Alessandro Tinaglia
Un intervento intelligente, che guarda alla realtà dei fatti e non ai sogni radical chic di pseudo sostenitori dell’ambiente solo per sentito dire, magari dopo una superficialissima e svogliata lettura di Capital o di Class.
Questa è gente che non ha mai viaggiato veramente, al massimo è andata a Catania, che vede con gli occhi dello zaurdo che, sceso da xxxxxxo da xxx xxxxxx, si metteva le scarpe, rimaneva abbagliato dai negozi sul Viale.
Il provincialismo di certi “messinesi”, eredi di quei conquistatori, bramosi di denaro e di potere, pieni di livorosa cattiveria, che scesero dai monti viciniori e, approfittando del terremoto, conquistarono posizioni di prestigio che, in condizioni normali, non sarebbero stati in grado nemmeno di sperare.
Isole pedonali a Messina non ne sono mai state create. Quelle fatte sono solo strade chiuse, serragli per ubriaconi che infastidiscono il sonno dei sempre meno residenti, cacciati dalla miopia e dall’invidia di chi sosteneva “pedi ‘nterra”, sparito, troppo tardi, per godersi una immeritata e, in ogni caso, sontuosa pensione,
Ma di cosa sta parlando? Saranno 100 metri di zona pedonale, è pieno di strade adiacenti. Qualsiasi di queste attività, che lamentano il calo degli affari, è raggiungibile parcheggiando a 20 metri di distanza. Anche se riaprissero il traffico in quelle due misere strade chiuse a piazza Cairoli, ci sarebbe il divieto di sosta, quindi sempre a 20 metri di distanza dovrebbe parcheggiare la gente. Se hanno avuto un calo è perché sono attività vecchie, spesso con roba mediocre quasi al livello di bazar cinese.
Massimo, non so chi tu sia. Poco conta. Qui non vogliono il passaggio sulle due misere strade. Vogliono il parcheggio, che poi si trasforma in doppia fila, per il caffè o l’aperitivo o, ancora, per acquistare un paio di mutandine. In quanto a te, caro Tinaglia, ti do il tu, sei molto più giovane di me, credo ci siamo visti una volta e, se non erro, nel mio studio.Perdonami, finiamola con la Rambla, finiamola con Barcellona. Non esiste altro al mondo? Francia, Inghilterra, Germania? Ebbene, sei un bravo architetto, lo so, offri come un tuo noto collega di Genova un tuo progetto di sistemazione di piazza Cairoli. Che, certamente, non è che sia entusiasmante. Le parole, le chiacchiere, lasciamole alla politica. Grazie ad entrambi.
Caro Ing. D’Andrea, non conosco il primo commentatore ma so invece che Lei è un tecnico e mi spiace che non abbia letto con attenzione la mia nota. Se lo avesse fatto avrebbe capito che la rambla non è riportata come esempio da copiare ma come esempio di uno spazio pedonale di qualità che non viene pregiudicato dalla presenza del traffico. Capisco che per Sua formazione ed esperienza non si occupi come me di pianificazione nè di trasporti ma la questione che pongo è di metodo e di visione. Mi spiace non abbia colto il senso del mio intervento che invece, rileggendolo, mi pare francamente chiarisismo. Infine, sempre se avesse letto con attenzione, io non offro alcun progetto (ma la ringrazio per il paragone immeritato con un grande architetto come Renzo Piano) ma invece auspicavo l’apertura di un confronto serio. Caro Ingegnere la cosa che più mi spiace, e lo dico a Lei che ha gli strumenti culturali per comprenderlo, è che ormai in questa città si litiga a prescindere da ciò che si dice, si propone o si scrive. Chiunque non la pensi come noi è un nemico e questo rende impossibile alla città crescere perché tutte le energie sono incanalate contro qualcosa e mai per qualcosa. Per questo auspico che ci si confronti su proposte e non su punti di vista o idee opinabili. Chiederò ai nostri ordini di avviar un confronto non sull’apertura dell strade di piazza cairoli (visto che non è l’obiettivo del mio intervento) ma sull’idea di città che dobbiamo necessariamente condividere tutti assieme. Solo così forse finiranno le guerre sterili sui punti di vista e potremo confrontarci su progetti, proposte e fatti concreti. Questo era e resta il mio invito a tutti, in particolare ai tecnici come Lei. Cordiali saluti.