Piazza Lo Sardo simbolo di una Messina da rendere accogliente

Piazza Lo Sardo simbolo di una Messina da rendere accogliente

Marco Olivieri

Piazza Lo Sardo simbolo di una Messina da rendere accogliente

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lunedì 21 Agosto 2023 - 19:04

Centro e periferie vanno sottratte alla "grande bruttezza" di costruzioni prive di armonia. Dalle piazze può partire una nuova idea di comunità

MESSINA – Un pomeriggio d’estate in piazza Francesco Lo Sardo. Tutti la chiamano ancora piazza del Popolo e non con il nome del deputato comunista morto nelle carceri fasciste. La nuova piazza inaugurata il 10 agosto appare fredda e poco accogliente. Senza entrare nel merito della valutazione tecnica, non ne ho le competenze, posso scrivere quello che la sua vista mi ha trasmesso. Qualcosa di alienante, quasi da film di Antonioni. Ma non è detta l’ultima parola.

Questa è una piazza storica e che può ritrovare vitalità. Oltre al ricordo di un parlamentare orgogliosamente antifascista come Lo Sardo, qui visse pure il popolare e poi democristiano Attilio Salvatore. Ma esiste la possibilità che la piazza ritrovi una sua centralità simbolica e concreta? L’assessore e vicesindaco Salvatore Mondello ha annunciato nuovi arredi e miglioramenti. E non abbiamo dubbi che, assieme al rifacimento dei portici, si possa abbellirla. Arricchirla di panchine, giochi per bambini, spazi artistici e di tutto ciò che possa renderla meno distante e ostile.

Dalle piazze, centro e periferie, può ripartire un nuovo senso di comunità

In generale, il vero tema del futuro, ce l’ha spesso ricordato Italo Calvino, è quello delle città (“Le città invisibili”). Quelle reali e quelle oniriche e legate alla fantasia. E l’unico modo per rivitalizzare Messina è quello di rianimarla sul piano estetico e profondo: centro e periferie vanno, gradualmente, sottratte agli orrori edilizi e architettonici. E il primo passo è quello delle piazze, da rivoluzionare, per diventare di nuovo occasione d’incontro. Di scambio nell’ottica di una comunità vitale e accogliente.

Centro e periferie vanno sottratte alla “grande bruttezza” di costruzioni prive di armonia. Dalle piazze può partire una nuova idea di comunità antitetica al “sacco” di Messina.

Scriveva Calvino: “Le città come i sogni sono costruite di desideri e di paure”. A Messina vanno rafforzati i desideri e attenuate le paure. Noi ci crediamo.

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13 commenti

  1. giovanni De Pasquale 21 Agosto 2023 20:03

    Giusto, le piazze devono fare riscoprire il senso di comunità. Anch’io non sono un tecnico ma penso che nella fase di progettazione, oltre gli architetti e gli ingegneri, devono operare gli urbanisti e gli storici. Solo questo

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  2. Sono d’accordo con chi scrive l’articolo, non bisogna lasciarsi prendere dalla “bruttezza” , ma non possiamo più consentire che si continui a sfregiare la nostra “unica” Messina con interventi lasciati in mano a dir poco all’improvvisazione. Per non parlare del nuovo progetto della Fiera che non è certo brutto ma è orribile!!!!
    Ad maiora!

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  3. La nuova Piazza Lo Sardo è fredda e distante …..scusi direttore, ma chi l ha resa così🤔????! ….non certo noi cittadini😤….. condivido quasi tutto ciò che ha scritto, ma dissento, quando ha preso le distanze , avvisandoci che la sua non è una critica o appunto all’amministrazione Basile, (che di sbagli comunque ne ha fatti tanti )ma semplicemente una sua impressione che di fatto è condivisibile a tanti visto che per esempio a me ha trasmesso il desolatamente
    vuoto 😳…..neanche io ho le competenze per addentrarmi in certe cose, ma ciò che è brutto agli occhi , è evidente pure a un incompetente, perché la bruttura è bruttura senza girarci attorno…..i lavori fatti finora , sono stati approsimativi ,nonostante si siano avvalsi di progettisti ingegneri,tecnici, disegnatori e chi più ne ha ne metta ….ho visto solo obbrobri a mio avviso…. mercato Zaera inguardabile, Villa Mazzini rattoppata, quest’altra che non sa di niente…..per essere accogliente che ci vuole?????Le scelte
    chi le deve fare???? SEMPRE l’intervento dell’amministrazione ci vuole, o volere o volare ,in questi casi non la si può non “incolpare”.

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    1. Marco Olivieri 22 Agosto 2023 07:50

      Buongiorno, la precisazione era per quelli che sostenevano che fosse un “elogio” dell’amministrazione, mentre il discorso era diverso.

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  4. Le città dette d’arte, con forte richiamo turistico, in genere, racchiudono in un percorso di poche centinaia di metri, nel centro storico, la loro essenza. A Messina, molte opere sono semplicemente nascoste. A Napoli, la fontana Medina per la sua posizione, era quasi invisibile ai visitatori, è stata spostata a piazza municipio, area prospicente l’approdo dei crocieristi, ed ha molto arricchito una piazza già meravigliosa. Ci sono alcune opere che possono essere ricollocate a Messina realizzando un percorso ricchissimo, ad esempio la fontana Gennaro, oggi in posizione invisibile, potrebbe trovare collocazione nello spazio tra piazza Duomo e Corso Cavour, in posizione centrale. Porta Grazia può benissimo essere collocata tra via T. Cannizzaro e Piazza Cairoli, con grande visibilità. Anche la fontana Falconieri può essere ricollocata benissimo a piazza Municipio, di fronte al porto o anche a piazza Antonello. Chi vuole andare al mare va al mare, chi vuole andare in montagna va in montagna, chi vuole visitare la città lo fa per la cultura, la cucina a tutto tondo, rosticcerie, pasticcerie, gelaterie, ristoranti ect. E’ soprattutto l’arte, i monumenti, le fontane, che fanno la differenza. Messina è in grado di offrire un percorso notevole tra la fontana di Nettuno e piazza Cairoli. Si può realizzare utilizzando quello che c’è ed oggi è nascosto.

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  5. 👍grazie per la precisazione, perché a onor del vero avevo frainteso il suo pensiero e ciò mi ha portato alla “critica” ma sempre con rispetto verso di lei…..il confronto che lei instaura con noi lettori è SEMPRE degno di STIMA anche quando si dissente da ciò che non ci aggrada … distinti saluti direttore.

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  6. Franco Cardullo 22 Agosto 2023 08:30

    Ci sono medici, o preti o avvocati bravi ed altri meno bravi, come ci sono architetti o ingegneri o geometri bravi e capaci ed altri meno bravi e capaci.
    Il rifacimento di Piazza del Popolo è semplicemente banale e la pavimentazione e le panchine sono semplicemente banali. E non serve assolutamente a niente pensare che i giochi per i bambini rendono uno spazio bello!!!! Tutt’altro.
    Non bisogna essere professionisti e basta, ma bravi professionisti, che è un’altra cosa

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  7. A volte per fare giornalismo con la G maiuscola bisogna anche avere il coraggio di scrivere non per allegorie e cordiali metafore, non in punta di fioretto ma – quando serve – con la sciabola, senza paura di essere troppo diretti o risultare poco graditi, specie alle istituzioni.
    Cosa che questa testata fa sempre meno ultimamente, su vari argomenti, lasciando anzi spazio a pareri e articoli che in modo maldestro riempiono questa carenza di visione coraggiosa.

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    1. Marco Olivieri 22 Agosto 2023 09:58

      Gentilissimo, l’articolo parla di altro: di una piazza fredda e che può essere rimepita di spazi per artisti e arredi accoglienti. Ed è un discorso che prescinde da chi governa in questo momnento. Abbiamo pubblicato una serie di articoli con critiche all’amministrazione, anche sul progetto di piazza Lo Sardo, e non saremo mai governativi, se è questo che intende. Non siamo nemmeno “contro” a priori però. Solo che l’articolo parla di altro. Cordiali saluti

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  8. Giovanni D'Andrea 22 Agosto 2023 14:22

    Non so se fosse possibile la ricollocazione di qualche fontana artistica come quella in Fiera al centro della piazza. Anni fa a quando vivevo a Roma ricordo che per riqualificare piazza testaccio dopo aver tolto i chioschi del mercato vi ricollocarono la fontana delle anfore che prima era in uno slargo poco dopo il ponte sul tevere che dal Testaccio va verso Porta Portese.
    Oppure ricollocare qualche monumento che magari giace nella spianata del Museo tra erbe e oblio del tempo?

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  9. Per l’appunto: di che parla l’articolo??

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  10. La riqualificazione di piazza Lo Sardo (Del Popolo) con una pavimentazione, anche discutibile, se arricchita con reperti storici della città, oggi buttati in un cortile o negli scantinati, diventa un’altra cosa. Il pavimento può essere solo lo sfondo di opere pre terremoto che sono la città di Messina, quella vera, storica. Centinaia di opere e reperti storici, buttati e nascosti alla vista in cantinati. Questi reperti possono essere collocati facilmente nelle strade cittadine. Bisogna riportare in vita Messina storica. Il materiale c’è, si può fare molto. Riempire le strade di Messina con la sua storia e la sua arte può far raggiungere grandi obbiettivi.

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  11. Il comitato dei residenti aveva definito il progetto della piazza in modo impeccabile:
    “Forte Apache” proprio ad evidenziare l’isolamento totale da tutto il resto del contesto, portici in primis.
    Avevano avanzato delle proposte.
    Sono stati ignorati.
    Una occasione persa e forse anche i fondi ad essa legati perché se non verrà ripopolata da persone per bene invogliate da quella che sarebbe potuta essere una nuova fruibilità, se non ripopolata dicevo presto tornerà come prima.
    Manca una visione chiara che non sia la classica “imbiancata”.
    Speriamo nei prossimi interventi.

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