E' iniziata anche a Messina la raccolta delle firme per il no alla riforma Costituzionale. Il referendum si terrà in autunno.
Al via anche a Messina la campagna referendaria in difesa della Costituzione e per il no alla riforma del governo Renzi. Questa mattina il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Messina a piazza Unione Europea ha allestito i banchetti per dire no alla scellerata riforma Boschi e ad un Senato di nominati con l'immunità. “Per opporci alla pessima legge elettorale, Italicum, che, grazie al meccanismo dei capolista garantiti e delle candidature multiple, ancora una volta ci priva, di fatto, del diritto di eleggere con il voto di preferenza i nostri rappresentanti in parlamento”, si legge nella nota.
Alla presenza dei consiglieri comunali Gino Sturniolo e Nina Lo Presti è stato anche possibile firmare per i referendum abrogativi della legge elettorale, contro l’abnorme premio di maggioranza e per eliminare i capilista bloccati e quindi il monopolio delle segreterie di partito nella designazione dei deputati. “E’ necessario restituire, attraverso la cancellazione di questa norma, il potere ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti in parlamento”.
Presenti l’attore Maurizio Marchetti e la musicista Viola Adamova che hanno presentato alcuni brani in difesa dei nostri valori costituzionali.
Ad illustrare i dettagli delle ragioni del no sono stati Maurizio Rella – Comitato Messinese per la Democrazia Costituzionale e Giuseppe Leotta – Comitato Democrazia Costituzionale Giardini Naxos.
I cittadini potranno firmare ai banchetti che si terranno in città con la partecipazione dei consiglieri comunali Nina Lo Presti e Gino Sturniolo. Il prossimo appuntamento sabato 30 Aprile dalle 17 alle 19 a Piazza Cairoli. Si potranno sottoscrivere i referendum anche presso l’ufficio elettorale del comune di Messina, al piano terra del Palazzo del Municipio, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, martedì e giovedì anche dalle 15,00 alle 16,30.
“Dopo che la Corte Costituzionale ha bocciato il Porcellum – sostiene Marco Oriolesi, del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Messina – questa riforma è solo il tentativo da parte dei partiti di darci un contentino, come abolizione del Cnel e lieve riduzione del numero dei parlamentari, mentre in realtà salvaguardano solo se stessi, le loro poltrone ed il potere di scegliere i parlamentari al chiuso delle segreterie politiche. Grazie al meccanismo dei capolista garantiti ed alla moltiplicazione dei collegi, ancora una volta ci privano, di fatto, del diritto di eleggere con il voto di preferenza i nostri rappresentanti in parlamento”.
“L’intento oltre la raccolta delle firme – dichiara Maurizio Rella – è di informare sui contenuti dei referendum, rimarcare il significato e l'importanza dell'istituto referendario come forma di democrazia partecipata e la necessità di tornare a regole chiare di affermazione dei principi della nostra costituzione e ad una riforma elettorale che garantisca la volontà e la centralità dell'elettore. Bisogna ricreare le condizioni per un ritorno dei cittadini alla partecipazione attiva alla vita democratica”.
“Questa nuova legge elettorale – interviene il prof. Federico Martino – è un attacco mortale alla democrazia rappresentativa. Potrà accadere che il voto del cittadino che sceglie il partito di maggioranza valga quanto quello di tre o quattro cittadini che hanno fatto scelte elettorali a favore di altri partiti. Un premio di maggioranza così abnorme ha come precedente solo la legge Acerbo voluta da Mussolini.”
Certo che noi italiani non “badiamo a spese” per farci del male. Ci piace troppo una Italia ingovernabile o magari governata con compromessi non sempre trasparenti mettendo insieme partiti che poco hanno in comune. Forse sarebbe utile vedere cosa stia succedendo nella non lontana Spagna, dove , dopo inutili tentativi, stanno ritornando alle urne visto che non sono riusciti a fare un governo.
Certo che noi italiani non “badiamo a spese” per farci del male. Ci piace troppo una Italia ingovernabile o magari governata con compromessi non sempre trasparenti mettendo insieme partiti che poco hanno in comune. Forse sarebbe utile vedere cosa stia succedendo nella non lontana Spagna, dove , dopo inutili tentativi, stanno ritornando alle urne visto che non sono riusciti a fare un governo.