L'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Messina, a seguito di un provvedimento proveniente dalla dirigenza nazionale e regionale, è stata commissariata. Le carte parlano di un bilancio negativo che avrebbe portato al taglio netto, ma i vertici dello stretto non ci stanno
E' un vero e proprio scandalo mediatico quello che ha investito l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Messina. A seguito di un provvedimento nazionale, infatti, la sede in riva allo stretto è stata commissariata. "Sofferenza di bilancio" scrivono i dirigenti di Roma, giustificando l'atto. Il provvedimento non è stato ovviamente accolto in maniera positiva dal gruppo, il quale ha occupato la sede dell'UICI in via Santa Cecilia, loro casa da 50 anni ormai, stabilendo un'assemblea permanente.
Il motivo della protesta è chiaro, "Un atto antidemocratico e violento operato contro persone perbene che non hanno nulla da temere e sentono forte il dovere di denunciarlo", hanno dichiarato i portavoce messinesi. Non si trovano infatti spiegazioni plausibili che possano rendere valida la decisione, come dichiarato dai vertici UICI dello stretto, dopo un cambio di timone nella capitale è arrivata la stoccata. Il consiglio nazionale aveva già commissariato l'intero gruppo UICI siciliano (26 componenti), a sua volta il nuovo garante ha commissariato la sede di Messina, dopo aver già fatto lo stesso con la sezione di Trapani e Catania. Una causa che ha trovato il sostegno dei gruppi sindacali, come la Cisl, e dei rappresentanti regionali (Franco Rinaldi e Filippo Panarello), cittadini (Emilia Barrile) e nazionali.
Come spiegato dai membri messinesi dell'associazione, i fondi siciliani destinati all'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti erano stati dimezzati già del 50%, creando non pochi problemi all'associazione che, con difficoltà, non riesce a pagare gli stipendi dei propri impiegati. Il caso è quindi complicato quanto strano. Il provvedimento nazionale parla di un bilancio in negativo quando la cassa regionale era stata già ridotta. Dove sta quindi la verità della conseguenza logica dell'atto dei vertici di Roma dell'UICI? Fabrizio Zingale, Presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Messina, ha risposto ad alcune domande per alimentare ancora la questione, facendo chiarezza.
Si parla di "sofferenza di bilancio" nei documenti dei vertici nazionali dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti per giustificare l'atto che ha sconvolto la sede di Messina. Ma cosa esattamente conteneva il bilancio di tanto negativo per prendere una simile decisione? C'erano realmente gli estremi per un commissariamento?
"Il bilancio posto in dubbio è il nostro, della sezione di Messina, che da 3 anni riceve dei finanziamenti dimezzati dalla regione, come è stato già decretato. La dirigenza nazionale, anzichè lavorare come una grande famiglia notando la difficoltà, ha agito con un delirio di potere, commissariando con una scusa infame l'intera sede. Non ci sono assolutamente gli estremi per un atto del genere, bisognerebbe aiutare con uno stato economico così negativo, non abbattere ulteriormente."
La sede messinese dell'UICI è ovviamente stranita dal provvedimento, cosa contesta quindi la dirigenza in riva allo stretto ai vertici di Roma ed al commissario regionale?
"Al commissario regionale contestiamo la decisione presa, al consiglio nazionale, invece, il provvedimento di mandare a casa un'intera giunta decisionale, ben 26 elementi, dando tutto in un mano ad esterno che magari non ha concezione reale delle storie contenute nelle nostri sedi. Lo scioglimento del gruppo siciliano ci è sembrato strano, sicuramente agiremo per vie legali, sperando la magistratura possa mostrare i motivi reali."
Con il commissariamento sarà certamente più complicato per l'UICI svolgere il proprio compito sul territorio cittadino. Quali sono realmente i servizi che l'associazione offre? E se le cose non cambieranno, quale sarà il vostro futuro e quello di chi, nel gruppo, ha trovato una famiglia?
"Noi lavoriamo sull'integrazione, scolastica e lavorativa, dei ciechi e degli ipovedenti presenti a Messina. Provvediamo alla distribuzione di libri in braille, all'accompagnamento con personale specializzato che segue i bisognosi del trattamento in modo attento, oltre ad offrire, a titolo gratuito, visite oculistiche ai cittadini per monitorare continuamente lo stato della propria vista. Con il commissariamento si finisce per consegnare l'intero progetto ad un funzionario che non conosce il territorio e non ha idea di quali siano effettivamente le esigenze dei singoli, non potendo quindi operare al meglio, soprattutto dal punto di vista umano. Il commissario, inoltre, se si parla di carenza di denaro, ha un costo elevato, va mantenuto, e ciò aggrava ulteriormente lo stato del bilancio. Siamo pronti, nel caso in cui l'atto venga confermato, allo sciopero della fame e ad incatenarci alla nostra sede per dire che non ci stiamo."
Claudio Panebianco