Il Taormina Film Festival si conclude con l’anteprima mondiale del film di Riccardo Antonaroli: ”Finché notte non ci separi”
TAORMINA -Basta un anello regalato da una ex a trasformare la prima notte di nozze di Eleonora e Valerio in un viaggio pieno di peripezie in una Roma notturna. Un viaggio alla ricerca della verità che sta dietro quell’anello, ma che è solo un pretesto per intraprendere un viaggio dentro sé stessi.
È ciò che racconta “Finché notte non ci separi”, film di Riccardo Antonaroli, con Pilar Fogliati e Filippo Scicchitano. L’anteprima mondiale al Taormina Film Festival è l’ultima proiezione della rassegna diretta da Marco Müller.
Una moderna commedia degli equivoci
Così lo introduce il regista sul palco del Teatro Antico: “Ringrazio tutti i miei compagni di viaggio. È il mio secondo film, poterlo presentare a Taormina è un’immensa occasione [il film uscirà nelle sale il 29 agosto n.d.r]. Una moderna commedia degli equivoci, la cui ironia vuole sfiorare messaggi più profondi”.
Ispirato a Honeymood
Il film si ispira alla commedia israeliana Honeymood (tra l’altro visionata proprio a Taormina 3 anni fa), trasportata nel mondo romano, cui si prestava senza difficoltà, ed è girata interamente di notte. “È stata una sfida – spiega Schicchitano. Avevamo solo le ore della notte per girare, alle 4 iniziava già l’alba, è la prima volta che mi capita, è divertente e faticoso, ma questa magia tutta notturna ha creato un legame ancora più forte tra noi. Tutto il resto sarà, poi, da scoprire”.
Commenta, infine, Pilar Fogliati, che torna a Taormina dopo aver vinto il Nastro d’argento e due Globi d’oro: “La prima notte di nozze è qualcosa che nessuno di esterno può conoscere. Nessuno sa come vanno le cose quando si chiudono le porte della stanza degli sposini. Da qui, nel film, si avvia una notte in giro per Roma, che permette di fermarsi e riflettere su quel bivio dinanzi il quale ti trovi a 30 anni. Eleonora è una ragazza che deve scegliere, scegliere cosa vuole, chi vuole essere, ma non sa fare pace con sé stessa”.
La precarietà dei 30
Il film, infatti, dietro la sua costante ironia, il terrore incombente di possibili tradimenti e fraintendimenti e la forte interpretazione dei suoi attori, cela uno sguardo interamente indirizzato verso quella delicata fase della vita che sono i 30 anni.
A 30 anni non si è più adolescenti, ma non si è ancora neanche adulti. Forse non era così fino a qualche tempo fa, ma ad oggi a 30 anni è davvero ancora tutto da scrivere. “Hai il tempo dalla tua parte” dice al figlio Giorgio Tirabassi durante il film (Tirabassi interpreta, appunto, il papà di Valerio), ma a 30 anni si sente che di tempo se ne è sprecato già tanto, che quel tempo fugge veloce e si è sempre un passo indietro nel rincorrerlo. Un passo indietro rispetto ai propri coetanei, rispetto alle imposizioni della società o, peggio ancora, rispetto alla personale idea che ci si era fatti di ciò che a 30 anni si sarebbe stati e che categoricamente non si è. Un passo sempre indietro per comprendere, una volta arrivati al bivio, da che parte voler proseguire. Il bivio tra adolescenza e maturità, tra sogni e concretezza, tra ideali e realtà.
Tanto si è seminato a 30 anni, ma poco è ancora fiorito, per cui è facile perdere la strada. Tra illusioni e verità, ambizioni e necessità. A 30 anni non è facile sapere chi si è o chi si vuole essere. E a 30 anni, oggi, niente sembra per sempre.
Il film non offrirà alcuna soluzione, non troverà nessuna formula segreta per far superare quel senso di precarietà tipico dei 30 anni, ma permetterà di percorrerlo, racconterà cosa può voler dire trovarsi davanti ad un bivio continuo e scoprire che, magari, il per sempre dura solo per questo momento.
Tutto resta però un po’ in superficie. L’ambizione del film è quella di raccontare questo senso di precarietà tipico dei 30 anni, ma la volontà di mantenere i toni leggeri e ironici prende il sopravvento, impedendo alla narrazione di realizzare ciò che si era proposta. Rimane solo una cornice dietro lo svolgimento degli eventi. Sarebbe stato invece bello – e possibile – approfondirlo un po’ di più.
se c’è Pilar Fogliati sarà carinissimo , lei è stupenda .
Qualunque cosa abbia fatto io l ho guardata !!!!
Complimenti…………