Il rito della luce e le stanze dell'arte: tra poesia e rinascita interiore

Il rito della luce e le stanze dell’arte: tra poesia e rinascita interiore

Il rito della luce e le stanze dell’arte: tra poesia e rinascita interiore

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giovedì 28 Giugno 2012 - 10:33

Nel cuore della Piramide si arriva dopo aver attraversato un tunnel sotterraneo, immersi nella totale oscurità. Al momento di uscire il tunnel appare diverso, luminoso e confortato in fondo dalla luce del sole

Organizzata dalla Fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti, si è tenuta la terza edizione del “Rito della Luce”, un percorso di rinascita interiore che rinvia sicuramente agli antichi riti legati al culto del sole ma che, celebrato nello stato attuale di crisi e smarrimento delle coscienze, si carica di una valenza fortemente rigeneratrice. Il rito è stato preceduto dalla “Notte della Poesia” nella sontuosa cornice del Museo della Ceramica a Palazzo Trabia di Santo Stefano di Camastra, un evento che ha visto la partecipazione di numerosi poeti e migliaia di studenti siciliani impegnati in un ambizioso progetto artistico, “La Grande Madre / A Ranni Matri”: giovani e poeti insieme, la poesia come nucleo vitale del rito e come un “ponte lanciato verso il futuro delle nuove generazioni”. Del resto, la scelta di Palazzo Trabia per questo incontro si è rivelata particolarmente felice: la parola, il verso, come l’argilla, hanno bisogno di essere lavorati, plasmati e riplasmati, sottoposti a un incessante labor limae che solo consente all’espressione di aderire finalmente alle pieghe più recondite del nostro sentire, oltre che di codificarsi in forme di bellezza immortale. La poesia, linguaggio puro e disinteressato per antonomasia, diventa così strumento privilegiato di conoscenza e di riscatto, è luce che illumina le coscienze, rivendicazione di libertà intellettuale.

Per lucem ad lucem. Si potrebbe riassumere così il senso del Rito compiuto alla Piramide 38° Parallelo, opera dello scultore Mauro Staccioli: un cammino attraverso la luce, verso la luce. La Piramide svetta gigantesca su un’altura di Motta d’Affermo. Intorno ad essa, quasi un tempio laico allietato da musici artisti e danzatori, i pellegrini nei bianchi sudari si muovono con passi lenti, quiete presenze in cerca della loro essenza nella luce serena del crepuscolo. Nel cuore della Piramide si arriva dopo aver attraversato un tunnel sotterraneo, immersi nella totale oscurità. Al momento di uscire il tunnel appare diverso, luminoso e confortato in fondo dalla luce del sole. “E’ come un venire alla luce, una ri-nascita. Varcando il pesante portale d’accesso, si dà inizio ad un viaggio dentro la propria coscienza. Un’esperienza sensoriale che dalla luce del mondo esterno porta alla luce pura, quella dei raggi che, penetrando attraverso la fessura a ovest della scultura, illumineranno le anime dei viaggiatori…”. La visita all’interno della Piramide è scandita dalla lettura di poesie. Un rito semplice, intenso e sincero, pervaso da una tensione metafisica radicata nella forza catartica della parola poetica, per capire quello che siamo, fuori e dentro di noi.

In concomitanza col rito sono state inaugurate altre due stanze d’arte all’Art Hotel Atelier sul Mare, l’albergo Centro internazionale di arte contemporanea di Antonio Presti: la “Stanza della Luce” di Pepi Morgia e la “Stanza del Rito della Luce” realizzata da Presti e dai poeti come omaggio alla Piramide. Degna di nota, infine, la “Stanza del Profeta”, omaggio di Antonio Presti a Pier Paolo Pasolini e alle sue profezie inascoltate. La porta d’ingresso non si apre ma si “abbatte”, su di essa campeggia una poesia di Pasolini che il visitatore accedendo calpesta: un monito a tutti noi, alla nostra volontà di scegliere se essere complici dell’abisso di aridità in cui viviamo o liberi, assassini o profeti.
Giovanni Faraone

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