Pizzo Mueli e rocche del Crasto, il trekking in compagnia delle aquile nei Nebrodi più selvaggi

Pizzo Mueli e rocche del Crasto, il trekking in compagnia delle aquile nei Nebrodi più selvaggi

Alessandra Serio

Pizzo Mueli e rocche del Crasto, il trekking in compagnia delle aquile nei Nebrodi più selvaggi

domenica 09 Marzo 2025 - 07:00

Da bastione naturale di avvistamento a covo dei briganti, il pizzo che domina le valli dei Nebrodi è un tesoro paesaggistico e naturalistico amato oggi dai camminatori

Galati Mamertino – Da 1200 metri d’altezza, pizzo Mueli, all’interno del Parco dei Nebrodi, si staglia come un bastione naturale sulle valli dei Nebrodi, diviso tra i territori di Galati Mamertino e Longi. Poco più là c’è il “valico” che aggirano le rocche del Crasto, dove nidificano le aquile, scende a mare dal lato opposto della montagna, attraversando Alcara Li Fusi. Più in alto, invece, c’è il percorso tra i boschi che porta ai laghi Biviere e Maulazzo.

Il re delle valli bionde di grano

Ai suoi piedi, nei secoli scorsi, le valli si imbiondivano di spighe, durante il periodo della raccolta del grano, e il suo costone era punto di passaggio obbligato dei principali percorsi interni siciliani di merci, bestiame e uomini. Riferimento principe delle principali leggende della zona, pizzo Mueli è oggi teatro dei percorsi trekking che attraversano le montagne più alte e selvagge di Sicilia, il cuore verde dell’isola rappresentato dai Nebrodi.

Il trekking

La maggior parte dei cammini organizzati parte da Portella Gazzana, a 979 metri d’altezza e costeggiando il pizzo arriva, in 4 ore circa, a portella Lastra, da dove si dominano serra Corona e serra Landri. L’occhio da qui si perde sui boschi fitti e i pianori verdeggianti, costellati da rocche carboniche che spuntano qui e lì, mentre sul capo non è difficile avvistare le aquile e i grifoni, padroni di queste alture. Il percorso è classificato in “E” ed è adatto a persone in qualunque forma fisica, come quello poco più breve che percorre ad anello il pizzo. In questo caso però potrebbe presentarsi qualche passo scosceso di più impervia percorribilità. Il rilievo più alto resta quasi inaccessibile, salvo un sentiero molto erto sul ripido fianco di sud est.

Pizzo Mueli tra storia e leggende

I racconti popolari individuano in pizzo Mueli il nascondiglio dei briganti del periodo post unitario, per via delle sue molte grotte e anfratti. In realtà gli storici sono abbastanza certi, pur non non avendone trovata traccia specifica, che proprio per via delle sue caratteristiche naturali fosse un bastione di avvistamento utilizzato a protezione dei principali crocevia già dagli inizi del 1100 ma soprattutto in epoca basiliana, entrando di fatto nel sistema di fortificazioni a protezione del comprensorio di Alunzio-Demanna e San Marco, costellato appunto da monasteri basiliani molti dei quali oggi perduti.

(foto concesse dall’associazione La Stretta di Longi)

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