Due obiettivi di fondo: non avere più un'Italia a due velocità rendendo competitivo l'intero Paese e uscire dall'errato criterio della spesa storica
Ieri, 26 aprile, il “sì” (a maggioranza) in Consiglio comunale. Oggi, anche il Consiglio metropolitano – nel Palazzo dirimpetto – ha approvato una mozione per chiedere di rimpinguare decisamente i relativamente scarni fondi che in atto il Pnrr destina al Sud Italia per rimarginare la storica disuguaglianza rispetto alla parte settentrionale del Paese.
E, a differenza che al Comune, in questo caso il “sì” è arrivato all’unanimità: «A testimonianza che la lotta per il Sud va condotta – ha sottolineato in apertura d’incontro coi media il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà – indipendentemente dalle nostre appartenenze politiche o partitiche, concetto che inizia a prendere piede anche da queste parti».
Il nodo-criteri
Cosa si chiede al Governo centrale? «Solo che, per distribuire questi oltre 200 miliardi di euro, il Governo applichi le linee-guida sancite dall’Unione europea». In sostanza, come ampiamente ribadito in questi giorni e in particolare dagli amministratori della cosa pubblica che hanno deciso di fare spontaneamente rete nel “Recovery Sud”, che non si tenga conto del solo criterio della popolazione residente, ma anche del tasso di disoccupazione e del Prodotto interno lordo (Pil) pro-capite. Ma anche che questi soldi vadano per lo più proprio alle aree economicamente svantaggiate, in modo da colmare il gap con le aree italiane ed europee più sviluppate.
Stimolo ai parlamentari calabresi
Durante la concisa conferenza stampa, pur senza prendere la parola, accanto a Giuseppe Falcomatà nell’aula consiliare “Leonida Repaci” della MetroCity ci sono il consigliere comunale Max Merenda, il consigliere comunale e vicesindaco metropolitano Armando Neri, il consigliere comunale e metroconsigliere delegato Carmelo Versace e il collega – su entrambi i fronti appena citati – Nino Zimbalatti.
Partiti da uno scarno 34% per il Mezzogiorno, s’è faticosamente arrivati prima al 37 e, a oggi, al 40% degli stanziamenti complessivi destinati all’Italia. «Ma se, come dice il presidente del Consiglio Mario Draghi, “se riparte il Sud, riparte il Paese”, allora occorre qualche sforzo in più – osserva ancòra Falcomatà –. Avete visto ieri la notizia straordinaria del finanziamento del Museo del mare progettato dall’archistar Zaha Hadid: notizia fenomenale perché finanziato con risorse nazionali, è entrato cioè fra le 14 opere considerate dal Governo strategiche per lo sviluppo non di Reggio, non della Calabria, non del Sud ma dell’intero Paese perché consente all’intera Italia d’aprirsi adeguatamente al Sud del Mondo. Ecco perché bisogna fare uno sforzo in più. Lo sforzo che richiede questa mozione, indirizzata principalmente ai deputati e senatori calabresi che siedono in Parlamento – si fa notare -, nelle stesse ore in cui emblematicamente tanti sindaci stanno presidiando Palazzo Chigi».
Basta con l’Italia “a due velocità”
«Guardate: noi lo chiediamo, ma ottenere per il Mezzogiorno il doppio degli stanziamenti del Recovery Fund attualmente previsti non è un regalo – scandisce il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà –. Lo dice lo stesso rapporto Svimez, che serve una percentuale intorno al 70%: questo grande sforzo serve e bisogna farlo, per la ripresa del Sud a livello economico, sociale, industriale, turistico… per centrare il grande obiettivo di un Paese che non va più “a due velocità”, ma anche per restituire competitività all’Italia. Secondo elemento: è una partita collegata in parallelo, occorre uscire dal tunnel malefico della “spesa storica”. Uscire da questo errato criterio, al contempo stabilendo finalmente i Lep – i livelli essenziali delle prestazioni – significherà abbandonare una situazione difficilissima che comportava un pregiudizio terribile a danno dei cittadini del Mezzogiorno, perché i fondi venivano erogati non in base alle reali necessità “in atto”, ma in base a quelle che erano le necessità cristallizzate dall’erogazione di servizi in questa o quella direzione tanto tempo fa».
Fra Draghi e Mariani
«Abbiamo ovviamente consegnato il documento al prefetto Renato Mariani, che ha simbolicamente ricevuto questo documento in qualità di rappresentante territoriale del Governo – ha affermato ancòra l’inquilino di Palazzo Alvaro –. E ci responsabilizza ancor di più aver sentito dal presidente del Consiglio Mario Draghi che una quota delle risorse sarà gestita direttamente dai Comuni e dalle Città metropolitane: serve dunque una battaglia corale per ottenere, in realtà, solamente quello che al Mezzogiorno spetta di diritto».