Riceviamo e pubblichiamo, in occasione del record di vendite raggiunte, questa poesia dedicata al Birrificio Messina
Fredda.
Ti vedo e penso:
Quantu si bedda!
Vorrei afferrarti e tenerti stretta.
Stringerti al collo
Senza farti male
e le labbra secche
nel tuo biondo affondare.
Oro ghiacciato
trasparenze ambrate.
Ti spio
e lo sguardo il vetro attraversa
La voglia è tanta
non posso più aspettare.
Ti sfioro.
Sei liscia,
imperlata di gocce d’acqua,
come la Dea dalla schiuma nata.
Sei qui tra le mie mani
e più non puoi scappare.
La manca stringe forte,
la dritta, quella stappa!
T’inclino quanto basta
e verso piano piano,
non faccio molta schiuma,
sarebbe da “villano”,
mancanza di rispetto
per un prodotto buono,
è Birra dello Stretto
non è birra inventata,
lei viene da lontano
ha un gusto nuovo e antico,
sapor di qualità.
Ci son pure varianti
dal gusto più moderno,
che niente hanno di meno
da chi è in pubblicità.
La bevo,
scende e frizza,
rinfresca gola e palato,
ha il gusto dei ricordi,
delle persone amiche,
delle belle serate
che furono e saran.
La fan mastri birrai
di tradizione antica.
È gente d’una volta
che sa come si fa.
Dosare gli ingredienti
di scelta genuina,
pazienza ed aspettare.
È il tempo a fermentare.
Sannu chi acqua mettiri,
è a cosa principali!
E poi non poi sbagghiari,
in più c’è l’aria i mari.
Birrai che di Messina
producono birra buona,
chi l’hannu sempri fattu
e mai s’hannu arrinnutu!
Caparbi son tornati
lanciando un’etichetta
che porta un nome nuovo,
ma a birra e chidda vecchia!
Sapemu i chi parramu,
è a birra nostra bona,
quello che conta è dentro,
l’amuri che c’è misu
travagghiu e sentimentu.
Adesso che l’abbiamo
non la facciam scappare.
È DOC,
è dello STRETTO
‘na scelta sopraffina.
È buona, è roba nostra.
È a birra di Messina
Giuseppe Quattrocchi
E’ a bira di Messina
E’ a bira di Messina