Un errore burocratico manda in tilt il test di abilitazione nazionale all'esercizio della professione di medico. «Sembra una barzelletta, invece è tutto vero» scrive uno dei futuri medici sui social.
Dall’ansia per l’esame all’incubo dell’interminabile attesa. Sono appena usciti dall’aula gli aspiranti medici, i 145 candidati al test di abilitazione per l’esercizio della professione medica trattenuti da stamane all’interno del padiglione F del Policlinico universitario. Un errore del ministero ha messo a repentaglio gli esami. A monte ci sarebbe il mancato invio di un numero sufficiente di plichi da consegnare a ciascun candidato.
«Sembra una barzelletta, invece è tutto vero» scrive uno dei futuri medici sui social. Si perché, mentre nel resto del Paese, i loro colleghi hanno svolto serenamente la prova, loro hanno vissuto in un limbo, in uno stato d’animo di apprensione durato più di sei ore, nella speranza che la commissione desse il via libera, in tutti i sensi. I dottori in medicina, infatti, sono rimasti per tutto il tempo in aula, anche quando l’urlo assordante della sirena, scattata per segnalare un falso allarme, ha rotto il brusio della sala per più di mezz’ora.
A un passo dal traguardo dell’abilitazione e dal titolo tanto agognato, l’ultimo ostacolo si è trasformato in un incubo.
Solo da pochi minuti, ai candidati è stato comunicato che il ministero li ha rimandati a data da destinarsi. Resta da vedere quale sarà il destino degli aspiranti medici sfornati dall’Unime. Di certo, i candidati dell’Ateneo messinese, diversamente dai loro colleghi, dovranno affrontare quesiti differenti. Chissà come reagiranno gli interessati.
Gabriele Quattrocchi