"Una sofferenza per i pazienti" è il grido disperato di una mamma che chiede interventi
Tre settimane fa un guasto all’aria condizionata. Può capitare, è ovvio, ma da allora niente è stato fatto per evitare che il reparto di Nefrologia del Policlinico divenisse per i suoi pazienti un vero inferno.
Una tortura per i pazienti
Il guasto non è stato ancora sistemato e i pazienti dializzati sono costretti a stare quattro ore e mezza attaccati ad una macchina, con la mascherina sul volto, in mezzo al calore asfissiante. “Mio figlio torna a casa stando peggio di prima, posso accettare tutto, ma è davvero impossibile sopportare anche questo” sono le parole disperate di una mamma.
I pazienti dializzati, a causa di una insufficienza renale, sono costretti a vivere legati ad una macchina, il rene artificiale, che depura il loro sangue dalle scorie. Per questo devono recarsi in ospedale tre volte a settimana per la lunga dialisi. Un faticoso processo che i malati, bambini, adulti e anziani, devono affrontare costantemente ma, come se non bastasse, dopo le difficoltà causate dall’emergenza Coronavirus, adesso, a Messina, ricevono questo ennesimo e inaccettabile duro colpo.
Pazienti e familiari gridano aiuto, affinché si intervenga al più presto, ponendo fine a questa agonia, intollerabile per la loro salute.