«Non mi si può chiedere di correre il gran premio di Le Mans con una macchina ferma». Così descrive la situazione del suo Assessorato Pio Amadeo, in occasione dell’udienza odierna davanti alla seconda Commissione provinciale. Il tema dell’intervento riguardava i programmi dell’Assessorato alla Solidarietà sociale per il biennio 2007-2009, alla luce della recente approvazione del bilancio preventivo della Provincia. L’assessore ha precisato fin dall’inizio che: «tra gli obiettivi e le risorse deve esserci congruità, e visto che nel bilancio non sono previsti maggiori stanziamenti rispetto all’anno scorso, io ripropongo lo stesso programma, basato su alcuni strumenti strategici, come la Consulta provinciale del Terzo Settore, l’Osservatorio permanente sulla Famiglia, l’Osservatorio sulla nuove Povertà e, progetto già consegnato alla Commissione, ma ancora non attivo, lo Sportello per le Disabilità». Per il resto c’è poco da programmare, visto che i trasferimenti previsti in bilancio sono notevolmente inferiori alle richieste. «Si pensi – ha continuato Amadeo – che per la promozione sociale avevo chiesto 250mila euro, ma me ne sono stati accordati 45mila. Che è niente. Io mi trovo ogni giorno a dovere scuotere la testa nei confronti di tantissime associazioni che vengono a propormi progetti importanti. Non è possibile andare avanti così, c’è gente che dall’esterno ci guarda con delle aspettative, non possiamo continuare a deluderla». Pare che la condizione di cenerentola dell’amministrazione pubblica non riguardi solo la Provincia di Messina, ma ogni livello istituzionale, tanto che considerazioni molto simili a quelle di Amadeo sono state fatte in un recente incontro con le parti sociali dal ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero. Amadeo ha poi aggiunto che: «è anacronistico pensare ai servizi sociali come ad un erogatore di contributi. Le uniche somme garantite sono quelle imposte dalla legge, come i fondi per l’istruzione dei giovani non vedenti e sordomuti, e quelli per i bus scolastici per i disabili, previsti dalla legge regionale 33/91. Non può bastare. Il fatto che ci siano leggi che destinano alcune somme a specifici interventi non ci solleva dalla responsabilità di trovare altri fondi per tutti gli altri settori». A questo proposito ha concluso rivolgendo l’attenzione al personale che lavora nell’amministrazione pubblica, a tutti i livelli: «Le modalità di intervento sono cambiate da cinque anni a questa parte. Prima c’era l’investimento diretto da parte delle istituzioni, adesso bisogna inserirsi nei programmi di finanziamento. Per stare al passo con questo cambio di prospettiva c’è bisogno di motivare il personale. Catechizziamo i dirigenti, gli assistenti sociali, gli amministrativi, affinché entrino in quest’ottica. Lo sviluppo sociale della comunità passa anche da lì».
Amadeo: bilancio provinciale avaro con il welfare
giovedì 21 Giugno 2007 - 11:31
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