Diversi gli esponenti intervenuti nel corso degli stati generali dei circoli “Quo Usque Tandem” e “Catilina Morgana”. A palazzo Zanca si sono ritrovati i parlamentari Garofalo e De Angelis, il sindaco di Messina e deputato regionale Buzzanca e il senatore Nania
Questa mattina nel Salone degli Specchi di Palazzo Zanca si sono tenuti gli stati generali dei circoli cittadini di Alleanza Nazionale ‘Quo Usque Tandem’ e ‘Catilina-Morgana’. Un passaggio fondamentale per le due realtà cittadine verso il Popolo della Libertà, all’interno del quale convergeranno tutte le attività politiche e non. Tra gli ospiti dell’appuntamento il senatore Domenico Nania, il parlamentare Vincenzo Garofalo, il sindaco e deputato regionale Giuseppe Buzzanca e il direttore del mensile ‘Area’ e parlamentare Marcello De Angelis.
Ad aprire l’incontro due dei protagonisti principali dell’azione dei circoli in questi anni: Ciccio Rizzo e Piero Adamo. “Porteremo il nostro attivismo e la militanza in questo nuovo soggetto che nasce, – spiegano – i nostri risultati, i numeri e quanto fatto sul campo, per la città. Con questo passaggio potranno cambiare i simboli, ma i valori e le nostre facce saranno sempre quelle, così come la voglia di fare bene per Messina”.
Il primo dei ‘big’ a prendere la parola è il senatore Domenico Nania, uno dei rappresentanti più importanti della nostra provincia provenienti da Alleanza Nazionale. Esordisce dichiarandosi non d’accordo con la definizione di ‘partito degli italiani’, per definire il ‘nuovo’ Pdl, ma piuttosto lo chiamarebbe partito ‘per gli italiani’. “Dobbiamo camminare sfidando in maniera leale i nostri avversari, così come il bipolarismo vuole, ma differenziandoci da loro, così come abbiamo fatto fino ad oggi – continua Nania. Dobbiamo farlo puntando su valori precisi, altrimenti rischiamo di trovarci in mezzo a posizioni ed esponenti che potrebbero frapporsi tra noi e il centrosinistra. I punti per differenziarsi sono diversi: la militanza, l’assenza di strutture imposte e burocrazie che annientano la democrazia. Bisogna credere in un contenitore plurale, flessibile, ampio, che dia spazio anche a chi non si riconosce nel leader del momento, per non rischiare che al primo litigio qualcuno vada via”. Ma il senatore parla anche di senso dello Stato, di questione morale, sulla quale non bisogna abbassare la guardia, proprio per chi proviene dall’esperienza della ‘vera destra’ che per anni ha rifiutato posti sicuri per continuare sulla strada degli ideali. Gli obiettivi ? “Devono essere unici – afferma – tra noi e gli altri protagonisti di questa esperienza. La missione è irrobbustire la spina dorsale del Paese”.
A seguire Vincenzo Garofalo, esponente proveniente dall’area di Forza Italia ma ultimamente molto vicino ai due circoli di An. Come ammesso dagli stessi ragazzi, un vero interlocutore in questi mesi e loro punto di riferimento alla Camera. “Adesso siamo nello stesso partito, ma probabilmente già lo eravamo – afferma sorridente l’ex presidente dell’Autorità Portuale. Un percorso iniziato nel ’94 che ci unisce dopo più di dieci anni di convivenza. Non è stata una scelta elettorale, come dall’altra parte, ma una decisione condivisa e politica. I giovani come voi hanno deciso di crederci. La ricchezza del partito sono e saranno le varie esperienze da quelle proveniamo, l’importante è puntare al raggiungimento degli stessi obiettivi. Ci sarà grande attenzione per le nuove generazioni, lo si è notato anche dal primo congresso”.
E’ il turno del parlamentare Marcello De Angelis: “Nessuno ha rinunciato alla propria storia – spiega. Ma ora abbiamo ufficalmente intrapreso un cammino comune. Sicuramente sarà difficile questa nuova struttura nelle realtà territoriali, ma dobbiamo essere fiduciosi, perché il nemico spesso non è quello che hai di fronte, ma dietro. In ogni momento della storia è arrivato un punto in cui bisognava scegliere se rimanere attaccati alla propria casa o andare. Un simbolo è sacro, ma è così sacro che spesso ci si ritrova a nascondersi dietro. La fiamma siamo noi, esiste solo se continuerà a vivere dentro di noi”.
A tutto campo il primo cittaidno di Messina Giuseppe Buzzanca: “Veniamo da lontano ma sappiamo di dovere andare lontano. Non sono tra quelli che ritengono necessario il passaggio, ma la considero una scelta giusta. E’ stata una fusione calda, nata dalla volontà degli italiani che nel corso delle ultime tornate elettorali ci hanno votato dichiarando vincente questa idea. I giovani devono essere coinvolti in questo cammino, perché la loro creatività non va orientata verso il futuro ma nel presente. La destra deve dare il suo contributo nel Pdl. Siamo in una fase di transizione ed è importante adesso dare dei segnali. A partire dai vari coordinatori, che dovranno essere scelti non per nomina ma in base ai numeri ottenuti nelle votazioni, per dimostare una chiarezza e la presenza di una vera democrazia interna. Il partito dovrà radicarsi intorno al territorio, non solo intorno ai propri leader”.
Diversi i componenti del circolo intervenuti. Da Paolo Barbera, che si è dichiarato fiero di appartenere a quello che diventerà il ‘più grande partito della storia d’Italia’, a Gabriele Di Stefano che ha elencato le ultime attività dei due circoli. Numeri e non solo per Ferdinando Croce, ex consigliere del V quartiere: “Le ultime elezioni hanno chiaramente detto che siamo la prima realtà di Messina nord. Vogliamo continuare a lavorare sulla strada che bruscamente si è interrotta, lavorare per Messina. E ci riusciremo perché il nostro modo di fare politica non andrà perso”. Poi via via Ramona Arena, Luca Lo Pilato, Roberto Orlando e Felice Panebianco.
Numeroso il pubblico presente. Tra gli altri anche il consigliere provinciale Enrico Bivona, l’assessore comunale Gianfranco Scoglio, il leader di Risorgimento Messinese Fabio D’Amore, il consigliere della V circoscrizione Raffaele Verso (Pd) e il presidente V circoscrizione Alessandro Russo (Pd).
(foto Daniele Chitè)