Durissimo scontro tra Scoglio e Trischitta, il centrodestra abbandona l’aula e va a conferire col sindaco: «Così non si può andare avanti». Cade ancora il numero legale
Ormai il consiglio comunale è bloccato. Fermo ai box per rifornimento, solo che al posto della benzina arriva acqua e che le gomme sono bucate. Oggi si tornava in aula per il Triennale opere pubbliche, ma si è andati incontro ad un’ennesima, magra figura. La caduta del numero legale diventa marginale rispetto ad una seduta che stava per sfociare in rissa, quando il vicepresidente del Consiglio Pippo Trischitta, oggi sullo scranno più alto in assenza di Previti, ha interrotto l’intervento dell’assessore Gianfranco Scoglio, il quale stava ribattendo con considerazioni politiche alle parole al vetriolo giunte poco prima tanto dal centrosinistra quanto da certi consiglieri del centrodestra che, notoriamente, non si riconoscono più nelle posizioni della maggioranza. Dopo essere stato invitato ad attenersi esclusivamente al tema del Triennale, Scoglio ha continuato nella sua “difesa d’ufficio” dell’amministrazione e del sindaco, così Trischitta gli ha tolto la parola.
Apriti cielo. Dai banchi del centrodestra è partita la rivolta, «sei scorretto!», «la tua è una questione personale!», le accuse rivolte a Trischitta, i cui rapporti con Scoglio, è risaputo, non sono certo eccellenti. «Voi non avete dignità!», avrebbe risposto poi fuori dall’aula lo stesso Trischitta, riferendosi al pasticcio del caso Capurro. Per la verità anche Guerrera dell’Udc, poco prima, aveva annunciato la sua fuoriuscita dall’aula in dissenso col caos in cui versa oggi il partito del sindaco. Pdl, Udc e Mpa hanno dunque abbandonato i lavori, lasciando in aula i soli Pergolizzi e Canfora del gruppo Briguglio, lo stesso di Trischitta. Inevitabile, poi, che alla votazione del primo emendamento cadesse il numero legale. Sessione chiusa, se ne riparlerà a metà della prossima settimana.
La vicenda ha avuto strascichi polemici anche in seguito. Alcuni consiglieri di maggioranza si sono recati da Buzzanca, concordando tutti su un concetto: «Così non si può andare avanti». Nei prossimi giorni potrebbe venir fuori un documento col quale si chiederanno le dimissioni di Trischitta da vicepresidente del Consiglio (carica che dovrebbe andare all’Udc), mentre la prossima settimana i capigruppo di maggioranza si confronteranno col sindaco sull’andamento generale del Consiglio, totalmente fermo e improduttivo. «Bisogna riprendere a lavorare come si deve – afferma Bruno Cilento del Centro con D’Alia – lasciando da parte le questioni di partito, perché a pagarne le conseguenze è solo la città».