Protestano anche Garofalo, Caroniti e Fazio (Pdl): «Disappunto per un provvedimento intollerabile». L’assessore regionale Antinoro: «Mingoia è un ottimo dirigente che si occuperà del Teatro per un breve periodo»
E’ scontro aperto, ormai, tra Messina e Palermo. La città, buona parte della sua classe dirigente, si sente defraudata dall’ennesimo commissariamento stabilito dalla Regione, quello dell’Ente Teatro. La scelta dell’assessore regionale Antonello Antinoro di nominare commissario un suo funzionario, l’ingegnere Vincenzo Mingoia, e non colui che era stato indicato da Messina, Egidio Bernava, fa discutere e contribuisce a rendere più alto e robusto quel muro politico che attualmente divide la nostra città dal capoluogo regionale.
«E’ un ottimo dirigente – si difende l’assessore Udc – che gestirà l’attività del teatro per un breve periodo, in attesa delle designazioni definitive. Non potevamo interrompere il lavoro dell’ente e ho pertanto nominato Mingoia per evitare una paralisi. Le notizie apparse oggi sono soltanto strumentali e non corrispondono a verità». Antinoro precisa che «la scelta di un commissario esterno all’amministrazione regionale sarebbe stata sicuramente dannosa per il teatro dal momento che i tempi per la nomina sarebbero stati piuttosto lunghi. La scelta di Mingoia, dunque, è stata la più opportuna per evitare che il teatro fosse lasciato senza guida per parecchio tempo».
Sarà, ma in città l’unico che, pur non condividendo la scelta regionale, tenta di gettare acqua sul fuoco è il sindaco Giuseppe Buzzanca, nella doppia veste di sindaco e deputato regionale: «Niente allarmismi, questione di tempo e avremo un presidente e un cda». Nessun dubbio su questo, ma perché la lettera con la quale Antinoro invita sia il primo cittadino che il presidente della Provincia Nanni Ricevuto è arrivata appena un giorno prima della scadenza della proroga?
Proprio da Ricevuto arriva un duro intervento: «Messina è ancora una volta violentata. Avere come commissario dell’Ente Teatro un funzionario della Regione al posto di Bernava, le cui conoscenze specifiche del settore e la straordinaria capacità organizzativa di eventi culturali e di spettacoli è universalmente riconosciuta, dà la misura del costante atteggiamento di voluta prevaricazione nei confronti delle professionalità più qualificate di Messina a vantaggio di incomprensibili manovre di piccolo cabotaggio che non potranno comportare alcun sostegno concreto alla funzionalità dell’Ente».
Anche la corrente Garofalo del Pdl al gran completo dire la sua. E’ proprio il parlamentare nazionale a esprimere «disappunto» per la scelta di Antinoro: «Egidio Bernava, insieme al consiglio di amministrazione, ha lavorato con grande professionalità, competenza e soprattutto passione sia per il Teatro che per la città, per cui sarebbe stato corretto garantire continuità alla guida dell’Ente, nominandolo commissario nell’attesa di completare il procedimento di nomina dell’intero Cda».
Sulla stessa scia l’assessore alle Politiche della famiglia e il consigliere comunale che fanno riferimento a Garofalo, Dario Caroniti e Antonio Fazio: «La gestione di Bernava si è caratterizzata per un aumento considerevole degli abbonamenti (70% per la musica e 30% per la prosa) e un incremento del 50% della vendita al botteghino. I risultati sono giunti anche nella gestione, non lasciando alcun debito nell’esercizio finanziario. Eppure, senza tenere in nessun conto i successi raggiunti, l’assessore Antinoro ha deciso di sostituirlo con un commissario proveniente da Palermo. Ciò comporterà un notevole aggravio di spese e una probabile paralisi della programmazione». Caroniti e Fazio definisco «intollerabile» questo provvedimento, e chiedono «alla deputazione regionale di intervenire con tutti gli strumenti utili a riparare il danno subito dalla cultura e dalla città di Messina».
Al di là della singola scelta di Antinoro, è chiaro che lo scollamento non è tanto tra la città di Messina e la Regione, ma tra questa amministrazione e quel governo che è sempre stato definito “amico”. Non possiamo dimenticare, infatti, che la nomina di Mingoia viene dopo altri provvedimenti che la dicono lunga sulla considerazione che Palermo ha della coalizione che oggi amministra Messina, sia al Comune che alla Provincia. Ci riferiamo agli altri due commissari nominati in questi mesi: Giuseppe Laface all’Iacp e Fabio D’Amore alla Fiera. Due messinesi, entrambi “avversi” politicamente alle amministrazioni in carica (il primo della corrente Briguglio rimasta fuori dai giochi, il secondo addirittura “rivale” di Buzzanca nelle ultime elezioni). Questo è il muro politico, i cui primi mattoni risalgono a quella famosa “fuga in avanti” della campagna elettorale 2008 che, evidentemente, non è stata mai dimenticata.
(nelle foto Ricevuto e Garofalo)