Arturo Alonci: obiettivo mobilità integrata

Arturo Alonci: obiettivo mobilità integrata

Arturo Alonci: obiettivo mobilità integrata

martedì 12 Giugno 2007 - 13:16

Intervista all'assessore comunale alla Viabilità

La mobilità si dà una mossa. Parola dell’assessore Arturo Alonci. Lo abbiamo sentito sui temi più scottanti del suo dipartimento, dai progetti per il trasporto pubblico, alla viabilità, fino all’immancabile ponte sullo Stretto.

1) Le scelte fatte negli anni nel settore della mobilità, non hanno prodotto miglioramenti sostanziali. Si ha l’impressione che non ci sia stata la capacità, o la voglia, di arrivare fino in fondo, di portare i progetti ad un livello di integrazione tale da creare un sistema. Perché si è verificata tale mancanza di progettualità integrata?

-Al mio insediamento ho trovato una situazione in cui si agiva solo incontro all’emergenza. Mancava una programmazione di qualsiasi tipo. Altro che sistematicità, non si progettava neanche a compartimenti stagni. Per cominciare a immaginare un sistema dei trasporti, ho cominciato dal reperimento di fondi, compresi quelli che stavano per essere persi per mancanza di progetti (ad esempio i finanziamenti della legge Tognoli per i parcheggi). Vista la necessità di creare un sistema integrato, ho promosso la realizzazione di un Piano Urbano della Mobilità, uno strumento guida per la progettazione. Ad esempio abbiamo visto che se potenziassimo solamente il trasporto pubblico o costruissimo solamente nuove infrastrutture, non risolveremmo i problemi di viabilità. Si tratta evidentemente di avere idee che tengano conto della complessità della materia. Idee che possono anche trovare realizzazione tramite finanziamenti ad hoc, regionali, nazionali. Tutto sta nel farsele venire, queste idee.

2) Andando più sul pratico, cosa può dirmi dei parcheggi?

-I parcheggi sono certo una priorità, l’incentivazione all’uso del mezzo pubblico passa attraverso la loro realizzazione e funzionalità. Attualmente abbiamo nove parcheggi in avanzato stato di progettazione o in corso di finanziamento, sparsi su tutto il territorio cittadino. Un esempio di integrazione è il parcheggio al capolinea nord del tram . Nonostante fosse finito, era difficile da usare, perché l’accesso richiedeva di incrociare la corsia lato mare del Viale della Libertà scavalcando pure i binari del tram. Adesso si entra nel parcheggio dalla rotatoria, che ha anche facilitato il flusso del traffico. Inoltre il capolinea degli autobus è stato spostato nello stesso sito, in modo che si è venuto a creare un vero terminal. Con la possibilità anche di realizzare una struttura di accoglienza per gli utenti. Certe volte bastano dei piccoli interventi per razionalizzare un servizio.

3) I parcheggi riguardano anche la funzionalità del tram. Così come i semafori intelligenti e i cosiddetti collegamenti a pettine, tra la linea del tram e le zone più a monte. E’ arrivato il momento di vedere l’opera finalmente completata?

-Per quanto riguarda i semafori intelligenti, i ritardi sono dovuti ad un difetto di comunicazione tra la ditta che ha impiantato i semafori tradizionali e quella che dovrà realizzare il nuovo sistema. Credo che i nuovi semafori saranno operativi entro un paio di mesi. Sui collegamenti a pettine è competente l’Atm. Io posso dire che l’attuale disponibilità di mezzi non consente di mettere in atto il servizio.

4) Dobbiamo aspettarci una seconda linea tranviaria?

-Nel Piano Urbano della Mobilità è prevista la realizzazione di una seconda linea. Ma devo fare due precisazioni, innanzitutto la realizzazione di questa opera presuppone la chiusura quasi totale del centro cittadino alle auto private, che è un obiettivo a lungo termine. Inoltre il tipo di tecnologia che meglio si adatta alle esigenze di Messina non è tanto quello su rotaie, quanto quello denominato trambus. Si tratta di una tecnologia che usa sì il pantografo, ma senza rotaie, come il filobus. Rispetto a quest’ultimo, però, ha la possibilità di viaggiare per alcuni tratti relativamente lunghi anche senza l’alimentazione aerea. In questo modo si può immaginare una linea che passa ad esempio da Via Garibaldi senza presentare problemi costruttivi. Siamo nel terreno delle idee, comunque, non dei progetti esecutivi.

5) A suo parere, c’è un’idea che concretamente potrebbe giovare alla mobilità, ma su cui non si è puntato abbastanza?

-Un’idea che ritengo concreta, nonché potenzialmente molto utile, è quella della metropolitana del Mare. Se ne parla da tanti anni, ma nessuno ha mai provato a progettarla. Io credo sia possibile, anzi vorrei riuscire a produrre almeno un progetto di massima entro la scadenza del mio mandato. Un simile vettore potrebbe collegare Torre Faro con Tremestieri; con quattro o cinque fermate intermedie si coprirebbe tutta la città. In prospettiva si potrebbe pensare di fare continuare la linea anche attraverso lo Stretto, creando un percorso anche per i pendolari tra le sponde, che attualmente soffrono la penuria di collegamenti.

6) Che ne pensa della via del Mare?

-Nel Piano della Viabilità è chiamata Via Marina. La nostra idea è diversa da quella nota come Via del Mare, che rappresentava un collegamento tra Tremestieri e il porto e finiva per essere un asse dedicato ai tir. Che significherebbe un ulteriore barriera tra la città e il mare. La Via Marina, invece, vuole essere un’interfaccia tra la città è il waterfront, quindi sarebbe dotata di infrastrutture quali piste ciclabili e passeggiate, da Tremestieri a Ganzirri.

7) Qual è il suo giudizio riguardo alla pedonalizzazione del centro urbano?

-Positivo, ma non è realizzabile stabilmente senza integrazione tra servizio pubblico, parcheggi e sistemi di controllo elettronico. Le transenne sono ridicole, richiedono un grosso dispendio di mano d’opera per l’allocazione e la rimozione e non impediscono con sicurezza il passaggio dei veicoli non autorizzati. Spero entro l’anno di informatizzare tutto il centro con telecamere, come previsto dal Piano urbano del Traffico (che è uno strumento diverso dal Piano urbano della Mobilità, in quanto è dedicato espressamente allo studio dei flussi del traffico e ai problemi connessi).

8) Qual è il futuro degli svincoli?

-A quanto mi dicono, i lavori sono ad uno stadio molto avanzato. Le previsioni dei tecnici dicono che entro l’anno saranno completati. Per essere realistici direi che si può ipotizzare la fine del 2008 come possibile termine dei lavori.

9) L’Atm è sull’orlo del collasso. Per salvarlo bisognerebbe privatizzarlo. Cosa ne pensa?

-In effetti la situazione dell’Atm è molto delicata, dal punto di vista finanziario innanzitutto, ma non sono da sottovalutare i problemi di gestione, in parte tipici di una società a partecipazione pubblica, in parte del tutto peculiari. Per quanto riguarda il Comune, stiamo provvedendo alla fornitura di circa 25 nuovi bus a metano, grazie ad un finanziamento nazionale che abbiamo intercettato. Inoltre abbiamo dirottato all’azienda parte dei proventi delle multe, per l’acquisto di altri 25 bus circa. Anche con questi nuovi innesti saremo lontani dall’optimum di un autobus ogni 250 cittadini, ma è un inizio. I problemi dell’Atm, però, sono strutturali e infatti l’indirizzo politico dell’Amministrazione è di trasformare l’azienda in s.p.a. L’impegno è di rendere l’Atm appetibile come investimento da parte di un privato, ma a quest’ultimo sarà richiesto un piano industriale credibile, che non lasci dubbi riguardo alle intenzioni e agli impegni in direzione del rilancio del servizio. Altrimenti non se ne fa niente.

10) Esistono casi di sovrapposizione di competenze tra l’assessore e il presidente o il direttore dell’Atm?

-Questo tipo di problema si verifica non solo tra l’Assessorato alla Mobilità e gli uffici dell’Atm, ma anche tra gli Assessorati e persino all’interno degli stessi Assessorati, tra politici e tecnici. Bisogna cercare di collaborare serenamente, ma le divergenze di opinioni, nonché umane, possono capitare.

11) Un’ultima domanda sul ponte. Lei si è distinto in un recente passato per alcune dichiarazioni possibiliste sull’opera. Una progetto che incombe sulle nostre teste, senza mai concretizzarsi, oppure svanire del tutto, da circa dieci anni. Considerando anche la mobilità urbana, la questione dei tir, i disagi dei pendolari, il ponte aumenta di valore per Messina? Oppure è piuttosto una certa carenza di idee alternative che non ci fa vedere al di là del ponte?

-Di certo il ponte non serve ai pendolari, il costo di attraversamento sarebbe troppo caro e i tempi molto lunghi. Per le problematiche dei pendolari miglioramenti importanti possono venire dalla collaborazione con Reggio, con l’obiettivo di rafforzare l’integrazione delle due città, insomma di creare quella che viene definita “area metropolitana-. Che è indipendente dal ponte. Tornando al ponte, attualmente non serve per diminuire i tempi di attraversamento per il gommato, ma nemmeno per i treni rappresenta un grande vantaggio, finché manca l’alta velocità al sud. Il ponte può essere una ricchezza solo in seguito ad altre opere, non è una priorità. In linea di principio sono favorevole, se serve a riqualificare la città, ma nella situazione attuale comporterebbe solo lo scavalcamento di Messina. Mi dà fastidio sentire che a Catania si parla di interramento di tutta la linea ferrata, mentre a Messina le grandi opere per l’ammodernamento della città si immaginano solo in funzione del ponte. Questo è un ricatto che non accetto.

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