La Segreteria Territoriale OrSA Sicilia ha scritto al Prefetto di Messina per porre l’attenzione sulla vertenza occupazionale, ma anche sul caso sociale, di alcuni soggetti a rischio che hanno perso il lavoro
La Segreteria Territoriale OrSA Sicilia ha scritto al Prefetto di Messina per portare Sua Eccellenza a conoscenza di una vertenza che sconfina dall’emergenza lavoro all’emergenza sociale: si tratta infatti delle rivendicazioni di 17 lavoratori, alcuni dei quali certificati come “soggetti svantaggiati”, da reinserire “nella società” attraverso un posto di lavoro e la garanzia di un minimo salario. I lavoratori in questione, erano impiegati in alcune delle diverse cooperative alle quali l’Ato 3 aveva affidato il servizio di cura del verde cittadino. Scaduti gli appalti, lo scorso dicembre la nuova direzione dell’Ato 3 ha deciso di non rinnovarli ed ha optato per l’affidamento diretto ad altre cooperativa, che hanno rifiutato di reintegrare le maestranze rimaste disoccupate.
Il sindacato autonomo, ha posto in essere diverse forme di concertazione pur di giungere alla risoluzione definitiva della vertenza e dal mese di dicembre si protrae una vana trattativa che non ha prodotto alcun risultato nonostante i lavoratori abbiano accettato determinate condizioni: decurtazione del salario da 700 a 400 euro mensili, fino ad arrivare alla proposta di rotazione all’interno delle cooperative prescelte dal presidente dell’Ato3 con salari che non avrebbero superato i 100 euro mensili.
“Neanche l’accettazione di tali improponibili condizioni da parte dei lavoratori è stata sufficiente per giungere ad una soluzione condivisa – scrive la segretaria territoriale OrSa Sicilia -, tutte le opzioni sottoscritte dal presidente dell’Ato 3 con la scrivente, sono state puntualmente disattese, con il risultato che i soggetti svantaggiati sono ancora senza lavoro e le associazioni dei cittadini denunciano la grave carenza della cura del verde cittadino che al momento viene affrontata con sporadici interventi in emergenza che espongono a grave rischio l’incolumità dei cittadini. Appena qualche giorno fa il grosso tronco di una palma è stato divelto dal vento e ancora giace lungo la passeggiata al mare a testimonianza dei pericoli a cui sono esposti i cittadini a causa della cattiva gestione della cosa pubblica. I lavoratori che ci onoriamo di rappresentare non chiedono il posto fisso, sono in piazza per rivendicare un minimo salario e il diritto di inserirsi dignitosamente in una società che al momento dimostra estrema incapacità a sostenere le fasce più deboli”.
All’interno del gruppo di lavoratori impegnato nella civile protesta, vi sono soggetti che attraverso il lavoro avevano ritrovato la via della legalità, altri con problemi di salute fisica e mentale che tentavano di superare le vessazioni della vita impegnandosi nell’attività lavorativa e oggi minaccerebbero gesti insani che fortunatamente non si sono concretizzati grazie al sostegno, all’amicizia e l’impegno dei compagni di “sventura”.
“Si tratta veramente degli ultimi della società e nessuna società civile può permettersi il lusso di trascurarli – continuano i rappresentanti sindacali. Auspichiamo l’incisivo intervento di Sua Eccellenza a tutela dell’incolumità dei cittadini esposti a rischio per la manifesta incuria del verde cittadino e per la prevenzione dei problemi di ordine pubblico che potrebbero concretizzarsi a causa dell’esasperazione procurata da mesi di totale disoccupazione; ci rivolgeremo altresì alla Procura della Repubblica per sapere se l’operato dell’Ato 3 è in linea con la vigente normativa ed alla Corte dei Conti perché si faccia chiarezza sulla destinazione delle risorse pubbliche gestite dall’Ato 3”.
E.R.