Ato idrico. La Provincia ha anticipato 4 milioni di euro negli ultimi cinque anni, per un servizio inesistente

Ato idrico. La Provincia ha anticipato 4 milioni di euro negli ultimi cinque anni, per un servizio inesistente

Ato idrico. La Provincia ha anticipato 4 milioni di euro negli ultimi cinque anni, per un servizio inesistente

lunedì 02 Marzo 2009 - 14:19

Interrogazione del consigliere di Rifondazione Andaloro. Risposta in aula dell'Assessore provinciale Bisignano: quanto è stato fatto fino ad oggi e le prossime mosse per evitare il commissariamento

Negli ultimi mesi qualche passo avanti è stato fatto, ma appare ancora distante l’effettiva operatività di un sistema idrico integrato nella provincia di Messina. Ritardi lunghi anni e costati parecchi euro all’Ente di via Cavour, mentre oggi l’Amministrazione Ricevuto prova a premere sull’accelleratore per cercare di scongiurare il rischio commissarimento della gestione delle acque che pende sulla testa dei comuni del Messinese. Un’interrogazione sull’argomento, presentata dal consigliere provinciale Francesco Andaloro lo scorso ottobre 2008, è stata discussa oggi in aula alla presenza dell’assessore alle Partecipate Michele Bisignano (nella foto).

La costituzione dell’Ato 3 idrico della Provincia di Messina è stata stabilita nell’Agosto del 2001 dal Presidente della Regione Siciliana e nello stesso anno il Consiglio Provinciale scelse la convenzione di cooperazione tra gli enti locali appartenenti all’Ato 3 e la Provincia, come forma di accordo (oggi si punta al Consorzio), con l’assemblea dei sindaci dei 108 comuni delegata ad organo decisionale. Da allora però, poche le riunioni valide in virtù della carenza del numero legale, anche se nella seconda parte del 2008, grazie all’impegno del presidente Nanni Ricevuto, si sono tenute tre sessioni che hanno portato anche a deliberazioni importanti. Ma cinque anni di silenzio non possono essere superati con un po’ di baccano, soprattutto se mentre tutto risultava fermo, il personale che costituisce l’Ato idrico percepiva uno stipendio senza che nessun servizio effettivo venisse erogato. Paradossi posti come quesiti dall’esponente di Rifondazione comunista Andaloro all’assessore Bisignano: “A quanto ammontano le spese annuali per i componenti del Consiglio d’Amministrazione dell’Ato 3 e per la Segreteria tecnico operativa dello stesso? Quanti e quali sono i Comuni che non hanno ancora versato le quote di propria spettanza? Se siano stati nominati i relativi Revisori dei Conti e, in caso affermativo, a quanto ammonta la cifra spesa per questo organismo? Quale programma ha l’Amministrazione Provinciale in relazione alla gestione dell’acqua, bene primario che non può essere dato in gestione a privati, poiché ciò comporterebbe un aumento indiscriminato delle tariffe come già verificatosi con l’Ato Rifiuti Solidi Urbani?”

Bisignano ha risposto punto per punto alle varie domande poste dal consigliere dell’opposizione, cominciando dalla struttura organizzativa: “Non esiste un consiglio d’amministrazione mentre c’è una Segreteria tecnico operativa, prevista dalla legge Galli, il cui personale è legato per la maggior parte ai comuni. Ma ne fanno parte anche due tecnici della Provincia che si occupano di informatica. Personale che tra l’altro è stato già ridotto e dovrebbe presto passare a 6 unità. Poi ci sono i due dirigenti ‘necessari’ per dare esecutività alle scelte dell’assemblea. Interrotto il rapporto con coloro che sono rimasti in carica per cinque anni fino al 2008, – c’è in atto un ricorso – fino al 31 marzo 2009 sono stati designati Carditello e Sidoti”.

I numeri: “Molti comuni dopo il versamento iniziale, datato 2003-2004, non hanno più versato. Secondo una stima stilata dal commissario ad acta Mario Cassarà, i comuni morosi dovrebbero versare oltre 4 milioni di euro dal 2003 al 2008. Somma che la Provincia Regionale ha fin qui anticipato”. Per procedere alla riscossione dei debiti, ha poi spiegato Bisignano, sarà necessario procedere alla nomina dei Revisori dei Conti. Nomina che non è mai arrivata nel corso degli anni, né da parte dell’assemblea né dai vari commissari che si sono susseguiti. Alla mancata nomina dei Revisori è legata anche la mancata approvazione dei bilanci, che non consente di rivolgersi ai comuni per chiedere le quote non versate. Sarà questo il prossimo punto all’ordine del giorno dell’assemblea dei sindaci, con a seguire l’affidamento del servizio idrico integrato.

A riguardo è stato ricordato che per l’affidamento del servizio era stata decisa la strada della società in house, gestita con capitale pubblico, la “Messinacque Spa”. Al momento dell’approvazione della concessione però, solo 72 comuni su 108 erano risultarono presenti in una votazione che richiedeva l’unanimità. Dunque attualmente la società risulta non operativa, ma non è stata fatta alcuna delibera di revoca.

“Il presidente della Provincia non può fare da solo – ha commentato infine Bisignano. Anche i sindaci devono fare la loro parte. Piani d’ambito? Si deve capire che il piano d’ambito è unico”. E sul commissariamento: “La relazione dettagliata sulla ripresa dei lavori presentata dalla Provincia all’assessorato regionale ai Lavori Pubblici, ha per il momento bloccato questa ipotesi. Ma bisogna fare in fretta per evitare questo rischio”.

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