Il caso non sussiste. Il patto generazionale ha tutti i crismi di legge, e l’approvazione del Comune. Ad assicurarlo è stato il presidente dell’Amam Domenico Battaglia (nella foto tra, alla sua destra, Simona Contestabile e Carmelo Bottari, e, alla sua sinistra, Luigi La Rosa e Marcello Romano) stamattina in conferenza stampa. Battaglia ha spiegato le ragioni che lo hanno portato nei mesi scorsi a proporre l’inserimento di 12 dipendenti in organico sulla base di una staffetta padre-figlio. Il cosiddetto -patto generazionale-, una specie di eredità che i pensionandi potrebbero lasciare ai figli. «Nulla è stato ancora deciso, – ha tuonato Battaglia – ma in ogni caso si tratta di una procedura consentita dalla legge e peraltro concordata con i sindacati, oltre che applicata anche in altre aziende come la Sidra di Catania». Il presidente, però, si riferisce ai rappresentanti sindacali aziendali, non alle segreterie sindacali, visto che queste ultime dichiarano di non sapere niente sulla proposta. Viene da chiedersi come mai si sia creata questa situazione di incomunicabilità tra l’ente e i sindacati, ma ancora peggio, tra i rappresentanti sindacali aziendali e le loro segreterie di riferimento. Sebastiano Pino, rappresentante aziendale della Cgil, ci ha spiegato che «i segretari di categoria erano presenti all’incontro del 22 gennaio in Municipio, e c’era anche il sindaco, durante il quale è stato esposto il piano di inserimento di 12 giovani secondo le modalità del patto generazionale. In quell’occasione erano tutti d’accordo». Diversamente ricorda, però, il segretario provinciale della Filcem Cgil, Tanino Morabito, presente a quell’incontro: «In quella sede il sindaco diede mandato al presidente Battaglia perché preparasse una proposta per la copertura dei 60 posti tutt’ora scoperti in organico. Niente di più. Da allora non ci sono stati documenti o incontri ufficiali tra i sindacati e i vertici aziendali». Adesso il Cda dell’Amam si sente in dovere di difendere dalle critiche dei sindacati la proposta del patto generazionale. Senza che le parti si siano mai confrontate sul tema. Un dialogo a distanza che rischia di dare vita a incomprensioni e polemiche.
Battaglia ha continuato: «Non tutti i posti sarebbero assegnati in questo modo, ma solo 12 sui 60 ancora vacanti in pianta organica, vale a dire il 20%. Gli altri dovrebbero essere messi a concorso. La proposta è contenuta in un regolamento da sottoporre all’esame del Cda, che ha avuto il via libera dal Comune, azionista unico dell’Amam, e di cui si era anche discusso con le organizzazioni sindacali. Con le quali ovviamente andrebbe previamente concordata». In sostanza, come prevede la Finanziaria 2007 al comma 1160, la Spa potrebbe consentire che nell’ultimo anno di lavoro il pensionando -accompagni- una persona da lui scelta (col consenso del Cda) in un percorso di formazione, dividendo con quest’ultima lo stipendio. Una volta concluso il periodo, sempre il Cda dovrebbe deliberare l’assunzione a tempo indeterminato della persona affiancata, ottenendo per l’azienda una contribuzione statale.