Che bruttura quello steccato in via Consolare Pompea

Che bruttura quello steccato in via Consolare Pompea

Che bruttura quello steccato in via Consolare Pompea

sabato 19 Settembre 2009 - 08:51

Guerrera (Udc) si rivolge all’amministrazione: «Sono imbarazzato di essere consigliere comunale di una città dove tutto è possibile, in barba alle leggi»

Quando uno steccato diventa “monumento”. Un monumento all’incuria, ma pur sempre un monumento. Ecco cosa scrive Domenico Guerrera, consigliere comunale dell’Udc: «Mi chiedeva un mio ospite che risiede nell’ordinata Verona, che ogni anno viene a trovarmi e ogni anno da quattro anni, oltre a cumuli di spazzatura vede anche uno steccato che occupando uno spazio pubblico, fa bella mostra in via Consolare Pompea all’incrocio della strada che da Contrada Principe si immette nella Panoramica, se l’opera, così come la definisce senza un pizzico di ironia, è stata eseguita in ricordo di qualche evento».

Un dubbio che sorge spontaneo, a chi non è abituato a simili brutture. «La domanda mi mette in imbarazzo – afferma sincero Guerrera – sia nella qualità di consigliere comunale, sia come messinese». Quello steccato, ricorda l’esponente dell’Udc, «è stato realizzato su suolo pubblico occupando totalmente il marciapiede e interrompendo il percorso pedonale, con gravi pericoli per i pedoni e pregiudizi per la viabilità». Tra l’altro l’occupazione di suolo pubblico con una struttura in legno e pannelli di lamiera, oltre ad essere «una nota stonata in una località dove vige il vincolo paesaggistico – ambientale», costituisce anche una barriera architettonica.

Guerrera, che si domanda a quanto ammonti il tributo Cosap che il contribuente, evidentemente, avrà versato per l’occupazione del suolo pubblico, non può che rivolgersi al sindaco Buzzanca, all’assessore alla Viabilità Capone e a quello all’Arredo urbano , chiedendo «di provvedere alla eliminazione dello steccato eseguito su suolo comunale, che persiste da quattro anni, ed evitare allo scrivente l’imbarazzo di essere amministratore di una città dove tutto è possibile, in barba alle leggi».

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