Cantieri Rodriquez: bilancio 2009 in rosso, aumentano le preoccupazioni sul futuro

Cantieri Rodriquez: bilancio 2009 in rosso, aumentano le preoccupazioni sul futuro

Cantieri Rodriquez: bilancio 2009 in rosso, aumentano le preoccupazioni sul futuro

martedì 06 Aprile 2010 - 12:35

Oltre 7 milioni di perdita per la controllata del gruppo Immsi. Attesa per il prossimo autunno la consegna dei catamarani al sultanato dell'Oman, ma non vi sono altre commesse all'orizzonte. Torna la -minaccia occupazionale-. Per la città sarebbe un'altra sconfitta, segnata dalla mancanza di un definito modello di sviluppo

Lo smarrimento economico in cui ormai da anni è piombata Messina, persa tra fallimenti imprenditoriali e disoccupazione, è determinato in buona parte dalla mancanza di un disegno chiaro e preciso di sviluppo che doveva (e dovrebbe) essere tracciato dalla politica e dalle amministrazioni che l’hanno governata (e la governano). A sostenerlo sono diversi addetti ai lavori, esperti ed economisti. Lo stato di disagio che si respira in città è la prova di quanto accade. I numeri danno la conferma. Primario e secondario si vedono solo con il cannocchiale. Il commercio barcolla. Di un progetto sul terreno turistico, nonostante lo spiraglio del crocierismo, neanche l’ombra. Nel settore dei servizi le idee sono parecchie ma per la maggior parte confuse e senza una direzione univoca. I modelli infrastrutturali sembrano al momento più un miraggio che una speranza. Per un contesto che non sembra, salvo rare isole felici, fornire un futuro roseo ad un territorio che ogni giorno di più viene scavalcato, politicamente e socialmente.

Introduzione ad ampio raggio per segnalare un fronte in bilico, ancora aperto, e pronto a trasformarsi in -dramma pubblico-. Quello della Rodriquez Cantieri Navali. A riaccedere le preocuppazioni è il bilancio 2009, che parla chiaro: la società chiude con una perdita che si assesta sui 7 milioni e 300mila euro. Un passivo importante, che brucia specialmente se rapportato ai conti della Immsi, holding controllante della Rodriquez, che ha chiuso l’anno con un incremento dell’utile netto del 14,1% a 16 milioni e 200mila euro (utile ante imposte 50,9 milioni, + 49,5% rispetto ai 34 milioni del 2008).

Da tempo sullo Stretto si lavora sulla realizzazione di tre catamarani ordinati dal sultanato dell’Oman, che dovevano già essere consegnati e che invece -usciranno- da Messina il prossimo autunno. Ritardo finito con il pesare anche sull’indebitamento finanziario netto, come riportato da Milano Finanze dello scorso venerdì, salito da 85,9 a 121,9 milioni in virtù del mancato incasso. Ma ciò che fa ancora più male è la mancanza assoluta di prospettive riguardo al futuro, non essendoci in vista alcuna commessa. Così tra i lavoratori cresce la preoccupazione per il timore che l’azienda decida di smantellare dalla zona falcata dopo l’ultimo lavoro in cantiere. -Ancora – ha ricordato lo scorso mese Antonino Alibrandi della Fim Cisl locale – abbiamo in mente le parole dello scorso anno quando la proprietà smentì la nostra accusa di volere lasciare Messina. Siamo sempre convinti che il gruppo Colaninno abbia messo in atto un processo che porterà allo smantellamento del sito produttivo”.

E sotto la lente, ovviamente, resta in primis la situazione occupazionale. L’incontro tenutosi lo scorso febbraio tra sindacati e rappresentanti della Rodriquez presso la sede della Confindustria non ha prodotto gli effetti sperati. Anzi. L’intenzione di avvicinarsi con un nuovo approccio al management dell’azienda, con l’ipotesi di un piano di rilancio del cantiere peloritano, si è ribaltata nella richiesta di prosecuzione della cassa integrazione, stavolta in deroga, per i lavoratori. “Se il rilancio della Rodriquez passa da un altro anno di cassa integrazione in deroga – avevano commentato lo stesso Alibrandi -, siamo proprio arrivati al punto di non ritorno. E la politica messinese continua, da un anno a questa parte, a non vedere nulla”. Una questione che adesso potrebbe tornare a spostarsi presso la Task Force della Presidenza Regionale per l’emergenza lavoro, così come sollecitato dalla Uil. Ciò attraverso un intervento concordato con gli altri sindacati mirato al garantimento dei livelli occupaazionali e a valutare le reali intenzioni del gruppo Colannino.

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