Il capogruppo dell’Mpa alla Provincia scrive ai consiglieri comunali manifestando tutte le sue perplessità sul progetto della Stu
Chiamiamola corrispondenza istituzionale. E’ definibile così la lettera che il consigliere provinciale dell’Mpa Roberto Cerreti ha inviato ai colleghi di Palazzo Zanca, con oggetto uno degli argomenti di dibattito più controversi: il progetto della Stu sulla riqualificazione del Tirone. Cerreti si rivolge ai consiglieri comunali affermando che «le notizie degli ultimi mesi mi hanno fatto sentire la necessita di scrivervi, per sollevarvi quello che per me e per tutti gli abitanti delle zone del Tirone sta diventando un serio problema di sicurezza e vivibilità: la validità del progetto Stu Tirone».
«Di fatto – sostiene Cerreti – non può passare inosservata la posizione dei diversi comitati, nati per opporsi al mastodontico progetto, delle associazioni e del consiglio della IV circoscrizione che a gran voce hanno urlato il proprio dissenso verso un progetto di riqualificazione, che a dire dei sopra citati, necessità di opportuni emendamenti più rappresentativi delle esigenze pubbliche che di quelle private, per poter seriamente essere definito riqualificante per il Tirone. Certo è che occorre, per capire le motivazioni che portano al suddetto progetto, ricercare le stesse in una gestione del territorio inefficiente in quanto improvvisata e pertanto, solo in quest’ottica, il suddetto progetto risulta giustificabile per la carenza di senso della difesa del territorio da parte dei diversi enti preposti».
«Ciò premesso – continua il capogruppo dell’Mpa a Palazzo dei Leoni – è da dire che lo svolgimento di tale funzione risponde a un chiaro obbligo di legge, in quanto la difesa e salvaguardia del territorio e dell’ambiente costituiscono un precetto che trova fondamento nel testo costituzionale e conseguentemente nell’ampia rubrica della legislazione di settore. Da qui le mie personali perplessità e quelle dei diversi cittadini abitanti nella cosiddetta zona del Tirone, nel comprendere se effettivamente esista o sia stato mai predisposto uno specifico studio comprovante le vulnerabilità sismiche della zona con la dovuta microzonizzazione dell’area interessata, e quindi i rischi a cui l’edificazione di moderni santuari edilizi nell’attuale ipotesi progettuale esporrebbe i cittadini messinesi. Ancor più rilevante la suddetta preoccupazione, se rapportata al continuo smottamento della sovrastante collina di Montepiselli, fortemente compromessa dal punto di vista ambientale, come dimostrano gli articoli di stampa e gli interventi fatti in consiglio provinciale e al quartiere, dove si denunziava la particolare situazione di disagio già dal 2004, con diversi problemi strutturali degli edifici nell’area tra via G. Sciva e Viale Italia, dovuti ai continui smottamenti e cedimenti del terreno, che addirittura hanno costretto, con la compromissione della staticità delle abitazioni, al picconamento di alcune strutture abitative».
«Le perplessità si trasformano in paura – aggiunge Cerreti – nel momento in cui si verifica che il Tirone rientra in categoria R4 (zona a grave rischio idrogeologico) come accertato dal Pai, con le conseguenze che questo tipo di progettazione ad alta cementificazione può provocare, su un territorio già fortemente compromesso e mai opportunamente salvaguardato dalle diverse Amministrazioni Comunali che negli anni si sono susseguite». In realtà, è doveroso precisarlo, è già stato chiarito che solo una parte limitrofa al Tirone è classificata come R4 e, stando a quanto sostengono i progettisti, non influirebbe su quanto intende realizzare la Stu.
«Per quanto sopra – conclude il consigliere – nasce spontanea il seguente quesito che oggi ogni cittadino residente nella suddetta zona si pone: “Come può una città che ancora piange le vittime di una tragedia climatica come quella del primo ottobre, decidere deliberatamente di non ascoltare i suggerimenti, le necessità e le perplessità dei propri cittadini, sacrificando il volere popolare e l’interesse pubblico al non più alto principio dell’emancipazione territoriale o presunta tale?”. Cari Colleghi – dice Cerreti ai consiglieri comunali – vi chiedo, essendo voi la vera espressione elettiva della volontà popolare messinese, di chiarire e verificare quanto sopra esposto, al fine da poter garantire ai nostri concittadini il dovuto e costituzionalmente riconosciuto diritto al quieto vivere sociale e lavorativo».