Cisl: Rfi abbandona lo Stretto e le istituzioni stanno a guardare

Cisl: Rfi abbandona lo Stretto e le istituzioni stanno a guardare

Redazione

Cisl: Rfi abbandona lo Stretto e le istituzioni stanno a guardare

giovedì 19 Luglio 2007 - 14:42

In memoria delle otto vittime dell’incidente di Rometta, con un pensiero rivolto anche ai 4 caduti del Segesta. La Cisl ha organizzato stamattina un direttivo provinciale per denunciare lo stato precario del sistema ferroviario messinese, che comprende anche il traghettamento. La relazione di Enzo Testa, segretario provinciale della Fit-Cisl (nella foto accanto a Maurizio Bernava, segretario generale provinciale Cisl, Amedeo Benigno e Lillo Sturiale, segretari regionali Fit-Cisl) non lascia dubbi: la situazione è drammatica. «I ritardi accumulati da decenni di mancata progettualità negli investimenti, da sempre colpevolmente avallati dall’alibi “Ponte-, hanno portato lentamente l’area dello Stretto verso l’abbandono e la marginalità, con la logica conseguenza di allontanare Messina e l’intera Sicilia dal resto d’Italia e quindi dall’Europa». I numeri e i dati prodotti da Testa sono significativi: 3 sono le navi, vecchie più di trent’anni, attualmente impiegate da Rfi per il traghettamento, mentre erano 7 dieci anni fa; 500 i posti di lavoro persi nell’officina grandi riparazioni nell’arco di vent’anni; i Centri direzionali di Infrastruttura-, “Lavori-, “Movimenti-, “Circolazione- sono stati trasferiti a Catania e Palermo. In tutto una perdita di più di 2000 posti di lavoro in 15 anni. Per non parlare dei 12 treni a lunga percorrenza soppressi (per la verità su questo numero non c’è chiarezza, il presidente della Provincia Leonardi ha parlato in una recente occasione, di 3 coppie già soppresse e 3 in fase di soppressione), con la conseguente perdita di posti di lavoro nella divisione Passeggeri, che ha sede a Messina. Un ridimensionamento che rischia di pregiudicare la continuità territoriale tra la Sicilia e il continente, nell’indifferenza delle istituzioni, regionali e locali. Sul ruolo della politica anche il segretario Bernava ha detto la sua: «Rfi e Fs stanno attuando una politica vergognosa, avallata dal Governo, a cui corrisponde un vergognoso silenzio della comunità locale. Il presidente della Provincia Leonardi ha parlato di diffida. E noi lo invitiamo a passare dalla diffida, che potrebbe restare fine a sé stessa, agli atti concreti: convochi subito il presidente Cuffaro, i 108 sindaci del Messinese, i parlamentari regionali e nazionali, le forze sociali e professionali rappresentative per un’azione unitaria perché si faccia chiarezza. Le Ferrovie devono rivedere il loro piano aziendale, ripristinando servizi e garantendo investimenti infrastrutturali». Le proposte della Cisl per uscire dalla crisi, sempre affidate alla relazione di Testa, comprendono la destinazione dei fondi Fintecna ex Ponte alla realizzazione di soluzioni alternative al Ponte: ammodernamento della flotta Bluvia dedicata ai treni e ai passeggeri, potenziamento della flotta per il gommato; ma anche l’ampliamento dell’approdo di Tremestieri, con la conseguente destinazione del porto storico al crocierismo e della rada S. Francesco ad attività turistiche. E’ stata poi evidenziata la necessità di promuovere una mobilitazione per il ripristino dei treni soppressi. Il direttivo ha infine eletto Michele Barresi, di Trenitalia, nuovo responsabile provinciale del settore Ferrovieri della Fit-Cisl

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